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AFORISMA DEL GIORNO

29 luglio, 2008

HIV: nuovo farmaco australiano permette riduzione della presenza del virus

Una nuova speranza per i malati di HIV resistenti all’AZT. Un nuovo potente farmaco contro l’HIV, sperimentato su pazienti australiani, si è dimostrato come “altamente efficace” per la riduzione del tasso ematico del virus. Lo studio condotto dal “National Centre in Hiv Epidemiology and Clinical Research” dell’università del New Wales, e appena pubblicato sulla rivista “The Lancet” ha permesso di informare come il farmaco denominato “Raltegravir” oppure “Isentress”, sia ritenuto ”efficace” su più di metà del campione di pazienti di lungo periodo, Hiv resistenti agli altri farmaci. Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV, acronimo dall'inglese Human Immunodeficiency Virus) è il virus reponsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). È un retrovirus del genere lentivirus. In base alle conoscenze attuali, HIV è suddiviso in due ceppi: HIV-1 ed HIV-2. Il primo dei due è prevalentemente localizzato in Europa, America ed Africa centrale. HIV-2, invece, si trova per lo più in Africa occidentale ed Asia e determina una sindrome clinicamente più moderata rispetto al ceppo precedente. Tra le varie fasi del ciclo vitale del virus quelle più facilmente aggredibili da farmaci sono la retrotrascrizione e le modifiche post-traduzionali a cui vanno incontro le proteine virali neoformate. I farmaci tutt'ora disponibili sono quindi inibitori della trascrittasi inversa (NRTI,NNRTI) e inibitori della proteasi (IP). Tali prodotti vengono adoperati in terapia in combinazione tra loro per evitare di produrre virus resistenti ai farmaci, per la stessa necessità e d'obbligo un'aderenza fedele da parte paziente al trattamento. Obiettivo della terapia farmacologica è quello di impedire la replicazione virale nell'organismo (e non l'eradicazione completa dell'infezione che rimane cronica) così da ridurre i danni provocati al sistema immunitario e consentire una sopravvivenza ed una qualità di vita certamente maggiore. Attualmente è disponibile anche un farmaco appartenente alla classe degli inibitori della fusione che, agendo sulla gp41 di HIV impedisce la fusione del pericapside virale e la membrana esterna della cellula impedendo l'entrata del virus. Inoltre, due nuove classi di farmaci, gli antagonisti del co-recettore CCR-5 e gli inibitori dell'integrasi, sono state da poco approvate per l'uso clinico. Tutti i vaccini in fase di sperimentazione non sembrano dare risultati confortanti. Gli scienziati concordano nel dire che occorre dare nuova linfa a questo settore della ricerca. È chiaro che tuttora non esiste una terapia che eradica completamente l'infezione, di conseguenza è di fondamentale importanza la prevenzione. Si deve anche ricordare che, subito dopo una possibile esposizione al virus, allo scopo di ridurre la probabilità di contagio è possibile sottoporsi ad un trattamento farmacologico noto come ”profilassi post-esposizione” ad HIV.

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