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AFORISMA DEL GIORNO

28 dicembre, 2014

Dal convegno dei Giovani Medici Sicilia di Messina emergono forti preoccupazioni sul futuro occupazionale

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I giovani medici messinesi sono seriamente preoccupati per il loro futuro lavorativo: dalle modifiche per la medicina generale a quelle riguardanti la continuità assistenziale (ex guardia medica), dai grandi laboratori generali della cosiddetta "medicina condivisa" alle zone carenti, fino all'idea per le nuove leve di affiancare i medici over 65 anni in prepensionamento parziale: sono state tante e complesse le questioni al centro del dibattito nei giorni scorsi nell'auditorium Gaetano Martino dell'Ordine dei Medici, dove l'associazione GMS Giovani Medici Sicilia ha riunito i colleghi delle nuove generazioni per un confronto a più voci sui temi attuali e scottanti.

Dopo i saluti del promotore e moderatore dell'evento Emanuele David, componente del Collegio dei revisori dei conti dell'Ordine, il deputato Giuseppe Laccoto, componente della VI commissione dell'Ars Servizi sociali e sanitari, ha messo in luce le battaglie del Parlamento regionale in difesa della categoria medica. A seguire, il discorso di saluto del presidente dell'Ordine, Giacomo Caudo, che si è concentrato sul ruolo dell'ente ordinistico, assolutamente prioritario nella tutela della professione con particolare riferimento ai medici del futuro, soprattutto alla luce dei tagli regionali alla sanità e della mancanza di indicazioni precise sulle riforme da attuare sia da parte del Governo regionale sia dall'Aziende sanitarie provinciali.  

"Sono oltre 237mila i medici censiti in Italia, 25mila quelli in formazione specialistica, 2600 i medici di medicina generale - ha illustrato nel suo intervento Carmelo Salpietro, ordinario di Genetica e Immunologia Pediatrica del Policlinico Universitario - ma la medicina rimane al primo posto come condizione occupazionale ad un anno dalla laurea con il 90% di probabilità di trovare lavoro, secondo i dati forniti da Almalaurea". Dunque numeri consolanti rispetto ad altri gruppi disciplinari come educazione fisica (76%), ingegneria (72%), insegnamento (71%), architettura (61%), linguistico (60%), politico - sociale (59%), economico - statistico (59%), agrario (57%), letterario e scientifico (52%), chimico - farmaceutico e psicologico (46%), geo-biologico (40%) e, molto al di sotto della media anche se ambito dai giovani, quello giuridico (26%).

Un'analisi approfondita sui dottorati di ricerca quella dell'ordinario di Farmacologia del Policlinico, Edoardo Spina, introdotto da Marco Lamberti, rappresentante Ersu specializzandi e dottorandi di ricerca, che ha evidenziato in modo molto chiaro come un percorso del genere va intrapreso solo se alla base c'è un forte interesse nei confronti della ricerca medico-scientifica, altrimenti arricchisce sì il curriculum ma non si tramuta in concrete possibilità lavorative anche perché i dottorati italiani sono ben diversi da quelli stranieri e spesso non riconosciuti.

Infine Marcello Savasta ha moderato le relazioni dei consiglieri dell'Ordine Aurelio Lembo e Stefano Leonardi, che ricopre anche l'incarico di vicesegretario nazionale della Fimmg per il settore ex guardia medica: entrambi hanno esposto i possibili cambiamenti della medicina generale con il presumibile avvento del ruolo unico, che fonderebbe insieme la figura del medico di famiglia con quella dell'ex guarda medica.

FONTE: Tempostretto
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23 dicembre, 2014

Ribadito il "No" alla tonsillectomia "in regime ambulatoriale" per l'elevato rischio di emorragia precoce

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 «L’intervento chirurgico di rimozione delle tonsille deve essere eseguito con un ricovero del paziente per 24 ore, con pernottamento in ospedale. La trasformazione in regime ambulatoriale di questo tipo di operazione rischia di esporre a gravi rischi i pazienti ed è in contrasto con le linee guida nazionali e internazionali che i clinici devono rispettare». E’ la presa di posizione della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale che ha inviato al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, una lettera di diffida per contestare il decreto della Regione con il quale questi interventi, in età adulta e pediatrica, vengono inclusi fra quelli in regime ambulatoriale. «Si tratta - spiega Giuseppe Spriano, presidente Sio - di una decisione molto grave. La complicanza più temibile della tonsillectomia è rappresentata dalla emorragia precoce. Per questo l’ospedalizzazione per 24 ore è irrinunciabile».

Ogni anno oltre 50.000 italiani, tra cui molti bambini, si sottopongono a questo tipo di intervento. «L’obbligatorietà ad attenersi a tale disposizione - si legge nella lettera di diffida - configurerebbe la responsabilità della Regione per tutte le complicanze che dovessero verificarsi nei pazienti operati sottoposti a tale intervento in un regime che non prevede il pernottamento». Non solo. «Le disposizioni prima richiamate - continua la Sio nella lettera di diffida - espongono a gravi azioni di responsabilità i medici e incidono sulla loro autonomia decisionale. Inoltre si osserva come le decisioni, assunte dai medici, rispondono a criteri tecnici sui quali è inopportuno e illegittimo incidere». Per questo la Sio chiede la modifica del decreto in linea con le raccomandazioni contenute nelle linee guida nazionali e internazionali.

«Le tonsille - continua Spriano - sono le nostre `sentinelle´, poste alla porta di ingresso del corpo. Durante la stagione fredda sono costrette agli straordinari. Anche se sembrano piccole, presentano un’ampia superficie perché hanno insenature per aumentare il contatto con gli anticorpi». «Sono principalmente due i casi - conclude Spriano - in cui dobbiamo intervenire chirurgicamente. Se una persona soffre di sindrome dell’apnea ostruttiva, e non riesce a respirare di notte, l’asportazione delle tonsille (e adenoidi) rappresenta la rimozione dell’ostacolo. Il secondo motivo è costituito dalle tonsilliti ricorrenti. Quando un paziente si ammala cinque o più volte l’anno le tonsille diventano inutili o addirittura dannose perché possono essere un focolaio infettivo. L’intervento deve essere eseguito in anestesia generale con un ricovero di una notte». «Il dolore post-operatorio provoca nella maggioranza dei pazienti difficoltà a mangiare. La classica dieta è il gelato perché freddo, morbido e nutriente. Nelle settimane successive i sintomi tendono a diminuire ed è possibile tornare a condurre una vita normale.

FONTE: Corriere.it
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I test scagionano i vaccini influenzali Fluad, sbloccati i lotti

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Le analisi di laboratorio effettuate sui vaccini antinfluenzali, appartenenti ai lotti recentemente oggetto di divieto di utilizzo da parte dell'Aifa (numeri 143301 e 142701), hanno evidenziato risultati conformi ai parametri attesi". Lo comunicano l'Agenzia italiana del farmaco e l'Istituto superiore di sanita' in merito al vaccino antinfluenzale Fluad. L'Aifa, pertanto, provvedera' a rimuovere il divieto di utilizzo dei lotti suindicati.

L'Iss e l'Aifa avevano gia' comunicato lo scorso 1ˆ dicembre l'esito favorevole dei primi test effettuati: quello sul contenuto di emagglutinina, sul contenuto di endotossine e il saggio di Appearance (aspetto visivo), mentre erano ancora in corso il saggio di tossicita' anormale secondo Farmacopea Europea e il saggio di sterilita'. Anche questi ultimi due test sono stati completati ed hanno avuto esito favorevole, confermando la sicurezza del vaccino. L'Aifa e l'Iss ribadiscono l'invito a tutti i soggetti, in particolare quelli a rischio, a "sottoporsi alla vaccinazione per evitare di andare incontro alle complicanze di questa malattia infettiva che ogni anno causano circa 8mila decessi in Italia, in particolare nella fascia di popolazione al di sopra dei 65 anni".
FONTE: Agi.it
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Dal ministero è pronta la revisione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), novità per celiachia e endometriosi

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E’ praticamente pronta la revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ossia le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve garantire ai cittadini. «Ho chiesto di avere il testo sul mio tavolo per il 29 dicembre», ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Ad entrare per la prima volta nell’elenco dei Lea, spiega il ministro, ci saranno l’adroterapia oncologica, la fecondazione eterologa che si affianca all’omologa, l’endometriosi, la Bpco e le indagini per la celiachia.

Il tavolo sui Lea, a cui siedono ministero della Salute, Agenas e Regioni, ha praticamente concluso i lavori dopo circa 9 mesi e il testo è ormai pronto per il varo del Decreto del presidente del consiglio dei ministri, anche se ci sarà una «coda» necessaria per la relazione tecnica, prevista a gennaio. «La revisione è dunque arrivata al traguardo - ha ribadito Lorenzin - E’ stato un lavoro complesso, ma alla fine abbiamo portato a casa un buon risultato. Era un aggiornamento atteso da 14 anni».

Il Dpcm che renderà effettiva la revisione contiene diversi capitoli: il nomenclatore, specialistico e protesico; l’aggiornamento delle malattie rare e croniche; l’aggiornamento del protocollo della gravidanza; la caratterizzazione dell’area socio sanitaria. Tra le nuove patologie elencate nei Lea «rivisti» ci saranno sicuramente l’osteomielite cronica, la sindrome di Dravet, la sindrome di Lynch, il melanoma cutaneo familiare, la Men 1 e Men 2.

FONTE: Corriere.it
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