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AFORISMA DEL GIORNO

29 marzo, 2013

Nasce "Spotted Unime", il profilo Fb per scambiarsi messaggi (anonimi) fra studenti messinesi

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"Spotted: Unime" è un profilo dedicato allo scambio di messaggi, spesso in modo anonimo, riguardanti il mondo di Unime. Messaggi spesso scherzosi, foto divertenti, ma anche apprezzamenti o segnalazioni su cosa cambiare nelle varie facoltà. C'è chi approfitta di questo spazio per rendere pubblici i propri colpi di fulmine, chi le usa per esprimere l'astio verso il vicino fastidioso e chi solo per segnalare la presenza di qualcosa di divertente. L'anonimato viene garantito dai gestori della pagina che fanno da "filtro", riscrivendo il messaggio senza l'ovvio mittente comunicato da facebook. Creato da pochi giorni (il 15 Marzo), sta riscuotendo un grande successo fra gli universitari messinesi.

Non si tratta ovviamente di una novità in assoluto, visto che la moda delle pagine "Spotted" ha origine dal mondo inglese e si sta solo recentemente diffondendo nel nostro paese. Le pagine di facebook "Spotted" (tradotto in inglese “avvistato”) sono pagine dedicate a luoghi frequentati regolarmente da giovani. Narra la storia che la prima pagina Spotted sia stata creata nel 2010 da alcuni studenti di un'università di Londra al fine di poter "rintracciare" una ragazza che li aveva particolarmente colpiti. Il sito si chiamava FitFinder e il suo fondatore lo descrisse come una piattaforma di "microblogging anonimo localizzato". Nonostante l'iniziativa nasca per spirito goliardico tra un gruppo di amici, il sito ha un effetto virale tra gli altri studenti del campus, e in meno di due mesi riesce a coinvolgere 52 diverse università britanniche e oltre 250mila utenti, per un totale di 5 milioni di pagine visualizzate.

Tuttavia, il sito fu presto censurato tra le polemiche, in quanto numerosi utenti reclamano contro la natura intrusiva dei commenti pubblicati sul sito. Ben presto, le amministrazioni delle università coinvolte hanno diffidato gli studenti dall'utilizzare FitFinder, determinandone la chiusura il 28 maggio 2010, a poco più di due mesi dalla creazione. L'idea alla base di FitFinder, tuttavia, era destinata a sopravvivere su un altro social network nato e sviluppatosi nel mondo universitario: quello di Mark Zuckerberg. E così, da due anni a questa parte, su Facebook proliferano le pagine dedicate ai vari campus universitari – soprattutto britannici – dove gli studenti possono ricreare quel cameratismo virtuale protetti dalle larghe spalle del re dei social network.

Ma non finisce qui. Da qualche mese in Italia si sta diffondendo la moda degli "Spotted" dedicati al mondo dei trasporti. Un esempio è dato da "Spotted Trenitalia", mentre all'orizzonte si profilano pagine dedicate alle piccole cittadine o addirittura quartieri. Con buona pace di Zuckerberg, il cui micromondo troverà nuova linfa vitale. 

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Grecia, la crisi e le conseguenze dell'austerità sulla salute...

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Oltre al danno la beffa. L’ultimo capitolo della crisi greca non colpisce solo i portafogli degli abitanti, ma anche la loro salute. Le famiglie, per fronteggiare l’impennata del prezzo del gasolio da riscaldamento, sono tornate a scaldarsi con le stufe a legna, bruciando di tutto per risparmiare: vecchi mobili, legno dipinto, compensato, libri, vestiti e perfino plastica. Si è creata così una cappa anomala di smog che ha sovrastato per tutto l’inverno le aree più abitate. La conseguenza è un aumento delle malattie respiratorie, con ulteriore pressione sul sistema sanitario nazionale e sugli ospedali che sono già allo stremo, con le multinazionali che tagliano drasticamente la fornitura dei farmaci perché il governo non paga.

Lo confermano le ricerche di alcuni scienziati che negli ultimi mesi hanno analizzato la qualità dell’aria nei cieli delle principali città, soprattutto Atene e Salonicco: la presenza di polveri sprigionate nell’atmosfera dalla legna bruciata, dal dicembre 2010 a fine 2012, è aumentata del 200 per cento, arrivando a superare nella capitale greca di oltre 15 volte i livelli raccomandati dall’Unione europea. Il ritorno alle stufe a legna, secondo gli esperti, provoca un inquinamento superiore di 30 volte all’utilizzo del gasolio da riscaldamento. “Ci siamo accorti che l’inquinamento era più elevato in alcuni giorni, quindi abbiamo controllato la temperatura“, racconta Christodoulos Pilinis, professore e coordinatore del gruppo di scienziati che ha condotto il principale studio sul fenomeno. “E abbiamo notato così che nei giorni in cui la temperatura era sotto i cinque gradi la concentrazione di sostanze inquinanti nell’atmosfera aumentava significativamente, soprattutto in Atene”.

I camini hanno ricominciato a fumare da quando, l’anno scorso, il governo greco ha quasi raddoppiato il prezzo del gasolio da riscaldamento a 1,5 euro al litro, provocando un crollo della domanda pari all’80 per cento. La decisione è stata presa per contrastare la criminalità organizzata, che comprava il gasolio da riscaldamento in grande quantità e lo rivendeva spacciandolo per gasolio da trasporto, che costava il doppio, dopo avere eliminato il caratteristico colore rosso in modo che nessuno potesse distinguerlo. Il governo ha deciso così di pareggiare le tasse sui due tipi di gasolio perché stava perdendo troppo denaro.

La cappa di inquinamento ha fatto scattare chiamate di allarme e visite in ospedale tra i cittadini che hanno accusato problemi respiratori. “Abbiamo ricevuto diverse chiamate da persone che erano preoccupate oppure che avevano i primi sintomi di problemi respiratori, soprattutto tra chi già soffriva d’asma”, spiega Stefanos Sabatakakis, responsabile ambientale-sanitario dell’organizzazione Hellenic Center for Disease Control and Prevention, finanziata dal ministero della Salute. La nuvola provocata dalle stufe a legna, aggiunge Sabatakakis, può causare anche allergie. Non solo. Nello scenario peggiore, ovvero se l’inverno prossimo sarà particolarmente freddo, il rischio è un forte aumento di malattie più gravi come il cancro ai polmoni. Mentre per altri medici il pericolo è il danneggiamento del sistema neurologico e riproduttivo per chi è particolarmente esposto e perfino attacchi di cuore.

“Studi che provengono dalla World Health Organization, dalla nostra organizzazione e da molte università in Europa mostrano che una presenza elevata di particolato nell’aria può causare problemi gravi al sistema respiratorio”, spiega Sabatakakis, “mentre un comunicato rilasciato dal ministero della Salute ha confermato la correlazione tra l’aumento di visite negli ospedali e l’incremento delle polveri nell’atmosfera provocato dalle stufe a legna”.

A preoccupare gli esperti è soprattutto quello che succederà l’anno prossimo. L’inverno che si è appena concluso è stato infatti particolarmente mite, mentre in alcune parti della Grecia la temperatura può rimanere sotto zero per diversi mesi, con picchi fino a meno venti gradi. “Se ci sarà freddo per diversi giorni consecutivi il rischio è che la concentrazione di sostanze inquinanti si accumuli raggiungendo livelli estremamente alti, soprattutto se nulla interromperà il fenomeno. Per esempio piogge o venti forti”, spiega il professore Pilinis.

Ma il rischio non riguarda soltanto la salute dei cittadini. Il ritorno alle stufe a legna, infatti, ha scatenato un disboscamento selvaggio del territorio. Il ministero dell’ambiente ha avviato nel 2012 oltre 3mila cause e sequestrato più di 13mila tonnellate di alberi tagliati illegalmente. Hanno anche aperto moltissimi negozi abusivi per vendere legna spesso non adatta a essere bruciata, ancora troppo fresca oppure tagliata di notte eliminando alberi secolari dai pochi boschi rimasti in Grecia. I cittadini più disperati sono arrivati ad abbattere gli alberi dai parchi pubblici per portare a casa un po’ di legna. Con l’arrivo della primavera, per fortuna, è andato via anche il freddo e il problema è temporaneamente risolto. Ma l’anno prossimo, se il prezzo del gasolio non scenderà, le conseguenze rischiano di essere ben più gravi.

FONTE: Il Fatto Quotidiano
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21 marzo, 2013

Spagna, la crisi sgretola il diritto allo studio, triplicate le tasse universitarie...

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Se la prima rivoluzione industriale iberica pare già segnata dal fallimento e gli operai spagnoli tornano a casa senza stipendio, forse ai giovani non resta altro da fare che studiare e specializzarsi. Nulla di più complicato. A Madrid seguire l’università, iscriversi a un master o fare un dottorato è diventato un lusso d’altri tempi. Con la riforma voluta dal ministro José Ignacio Wert e i tagli imposti di 1,2 miliardi di euro al sistema educativo dal 2010, la Spagna dei banchi di scuola ha subito una battuta d’arresto senza precedenti. E sempre più spesso alunni e docenti organizzano flash mob e lezioni all’aperto in segno di protesta. Il diritto allo studio comincia a sgretolarsi.

Sono sempre più numerose le famiglie che non riescono a pagare le tasse universitarie, in molte regione autonome quasi triplicate. E a molti laureandi non resta altro che abbandonare gli studi a metà. Il sistema infatti non chiede più un pagamento annuale. Ogni alunno è obbligato a pagare per ogni materia tra il 15 e il 25 per cento in più di quello che costano in realtà gli studi. E per i ripetenti le cifre aumentano fino a raggiungere il 100 per cento. Per i corsi post-laurea, poi, l’accesso è diventato un vero investimento. Secondo il ministero dell’Educazione l‘aumento medio della tassazione per la frequenza di un master è stato del 69 per cento. I prezzi oscillano tra i 1.590 euro in Galizia fino ai 4.290 nelle isole Canarie.

Così per la prima volta dopo sei anni, i master offerti dalle università statali hanno perso migliaia di alunni. Non ci sono dati ufficiali, ma secondo le prime stime su 40 dei 48 campus pubblici presenti nel Paese, la caduta si aggira intorno all’8 per cento, cioè 6.700 studenti in meno. Nemmeno la Uned, l’università pubblica a distanza, è riuscita a frenare il crollo. Ha registrato solo un aumento di 1.200 alunni, non abbastanza per evitare il dato negativo. E questo nonostante molte università statali, come quella di Barcellona e di Burgos abbiano cercato di incrementare il numero delle borse di studio. L’università Autonoma di Madrid ha perfino aumentato i fondi sociali da 89 mila a 500 mila euro, proprio quando quella Politecnica approvava il licenziamento di 300 lavoratori del personale tecnico-amministrativo. Senza contare i 3 mila docenti in meno conteggiati dai rettori, fin dallo scorso mese di aprile.

FONTE: Il fatto quotidiano
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19 marzo, 2013

Ssn, sempre meno servizi per i cittadini: "Nel 2012 ticket farmaci +40%"

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Una sanità pubblica che, a forza di nuovi ticket, è diventata sempre più cara e una sempre più spiccata tendenza dei cittadini a rivolgersi al privato per prestazioni specialistiche e diagnostiche. Il Rapporto Oasi 2012 della Bocconi, presentato oggi dalla Fiaso, la federazione delle Asl italiane, racconta di un welfare sempre più in difficoltà dal punto di vista economico.

Le tasse sui farmaci, secondo la ricerca, nel 2012 sono aumentate del 40% rispetto all'anno precedente. La causa è l'introduzione di nuovi ticket o l'aumento di quelli già esistenti. Ma questa forma di compartecipazione alla spesa influisce anche su visite specialistiche ed esami, che nel servizio pubblico diventano sempre più cari per i non esenti. Così il 55% degli assistiti, sempre secondo il lavoro della Bocconi, si paga da solo queste prestazioni, rivolgendosi al privato, che in molti casi ha tariffe concorrenziali a quelle di Asl e ospedali. Spendere serve anche a evitare le liste di attesa, che nel pubbliche sono piuttosto lunghe. La spesa per la sanità privata nel nostro paese si attesta intorno ai 30 miliardi di euro.

"Nella sanità si può risparmiare eliminando gli sprechi senza ridurre l'offerta di salute", scrivono da Fiaso, sottolineando che in termini pro-capite o in rapporto al Pil, la spesa sanitaria italiana resta la più bassa d'Europa e da qui al 2015 dovrà affrontare una cura dimagrante da oltre 30 miliardi per effetto delle ultime manovre. E i tagli rischiano di ridurre l'offerta di servizi alle persone. Non si tratta solo di prestazioni sanitarie, ma anche sociali. Si stima infatti che in Italia lavorino ormai 774mila badanti, che sono, per avere un termine di paragone, più dei dipendenti di Asl e ospedali (in tutto 646mila).

Ma i soldi necessari a finanziare la sanità, oltre che dai ticket, vengono raccolti dalle Regioni anche con le tasse. Del resto all'assistenza ai cittadini è destinato circa l'80% del bilancio delle amministrazioni locali. "Maggiorazioni delle addizionali Irpef, aumento delle aliquote Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto ricorso quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d'Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge", spiegano sempre dalla Fiaso. E senza aumenti di tasse locali, come dicono i dati del Ministero della salute,  già nel 2011 i bilanci sanitari di ben 16 regioni sarebbero finiti rosso. In due anni i tributi locali sono aumentati di 5 miliardi.

Nel rapporto Oasi c'è anche una sezione dedicata a come i cittadini considerano i loro sistemi sanitari regionali. Nel Centro-Sud oramai la maggioranza delle persone (62,2%) considera inadeguati i servizi offerti dal ssn (53,5% al Centro, 15,6 nel nord-est, 25,3 nel nord ovest). "Il sistema sanitario rischia di collassare per eccesso di rigore finanziario - dice il presidente Fiaso Valerio Fabio Alberti - Una preoccupazione espressa da tutti i Ministri della salute europei che a Dublino nei giorni scorsi hanno richiesto alla Commissione UE di compiere un passo deciso verso l'attribuzione delle competenze sul finanziamento dei sistemi agli stessi dicasteri sanitari anziché a quelli economici. Una richiesta pienamente condivisibile, tanto più se accompagnata dall'esclusione dal calcolo dei deficit nazionali degli investimenti in salute che generano crescita economica a medio e lungo termine. Nel frattempo  - prosegue- sarà bene che in Italia si rafforzino  politiche di maggiore integrazione socio-sanitaria, che la crisi rende ineludibili".


FONTE: Repubblica.it
AUTORE: Michele Bocci
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05 marzo, 2013

Raggiunto un accordo fra S.IG.M. e MIUR: concorsi di specializzazione su base nazionale a partire dal 2014

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Di seguito il post dal sito Giovanemedico.it:


Care Colleghe e cari Colleghi, in data odierna una delegazione del S.I.G.M. e del Comitato Pro Concorso Nazionale hanno partecipato, su invito del MIUR, ad un incontro finalizzato alla condivisione del testo finale della proposta di modifica del Regolamento concernente l’accesso alle Scuole di Specializzazione di area sanitaria.

A tal proposito, esprimendo apprezzamento al lavoro della Direzione Generale per l’Università, lo Studente ed il Diritto allo studio universitario del MIUR che ha reso aperto e partecipato il processo di articolazione della proposta, informiamo che si è trovata una piena condivisione sui seguenti punti:

1) l’attuale modalità di concorso lascerà il posto ad un concorso a graduatoria nazionale per singola tipologia di specialità, che garantisce maggiore trasparenza a tutela dei candidati;
2) la riforma in ogni caso prenderà il via dall'anno accademico (2013/2014), mentre per il corrente a.a. 2012/2013 le modalità di selezione rimarranno invariate;
3) è stata scongiurata la penalizzazione dei fuori corso e sono stati stabiliti i criteri per la valutazione degli elementi curriculari (voto di laurea e media esami sostenuti)

L’occasione è stata utile per fornire ulteriori spunti di miglioramento che sono al vaglio degli uffici della Direzione Generale e pertanto una completa descrizione del testo sarà possibile solo nei prossimi giorni.

Condividendo l’impianto complessivo, che ha recepito le osservazioni proposte dal SIGM, dal Comitato e dal CNSU in sede di consultazione, a maggior ragione del profilarsi di una futura consistente mobilità degli specializzandi sul territorio nazionale, il SIGM ha riproposto al MIUR la richiesta di garantire ai medici in formazione specialistica la tutela del diritto allo studio (accesso ai servizi erogati dagli Enti Regionali per il diritto allo studio: ristorativi ed alloggiativi). Ricordiamo a tal proposito come questi siano a tutti gli effetti un diritto dei medici in formazione specialistica, i quali corrispondono annualmente una tassa regionali ad hoc.

Ringraziamo, infine, la Presidenza del CNSU ed il CNSU in tutte le sue componenti per avere concretamente sostenuto le ragioni del cambiamento di rotta introdotto dalle modifiche al Regolamento concernente le modalità di selezione per l'accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria.

Vi terremo puntualmente aggiornati sulle ulteriori evoluzioni del caso.


FONTE: Giovanemedico.it
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