Chi soffre di celiachia (intolleranza al glutine) va spesso incontro ad alterazioni nel metabolismo del calcio (Ca 2+) che possono causare osteopenia, cioè una riduzione della massa ossea dovuta a squilibri nell’assorbimento di questo minerale, fino a sfociare in osteoporosi (in una percentuale di casi che va dal 35-85%). Il fenomeno interessa soprattutto i casi di celiachia diagnosticati tardivamente in età adulta, ma può manifestarsi anche nei bambini. Per riconoscere le alterazioni del metabolismo del calcio e della mineralizzazione ossea si eseguono esami sia ematologici che radiologici come la Densitometria Ossea (DEXA).
Tali esami - che forniscono un’indicazione sullo stato di salute delle ossa prima dell’inizio della terapia con la dieta senza glutine e che servono a monitorarne l’andamento nel tempo una volta che la dietoterapia sia stata instaurata - sono oggi consigliati anche in pediatria. Ma sono veramente necessari, nel bambino celiaco? La risposta è no. E viene da una ricerca della Clinica Pediatrica dell’Università di Trieste presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico materno-infantile Burlo Garofolo - Ospedale di alta specializzazione e di rilievo nazionale per la salute della donna e del bambino – appena pubblicata dalla rivista The Journal of Pediatrics.
Con questo studio l’equipe guidata da Alessandro Ventura, Direttore della Clinica Pediatrica, ha confermato che una percentuale rilevante di bambini celiaci presenta effettivamente alterazioni misurabili del metabolismo del calcio e della mineralizzazione ossea al momento della diagnosi. Nel contempo, ha anche dimostrato che se il bambino celiaco segue rigorosamente una dieta priva di glutine, tutte le alterazioni metaboliche e della mineralizzazione ossea riscontrate si normalizzano nel giro di 6-12 mesi. Tale indicazione, auspicano i ricercatori, potrà essere d’aiuto soprattutto ai pediatri evitando la prescrizione di esami non necessari, e consentendo loro di focalizzarsi piuttosto sull’osservanza della dieta da parte del bambino.
Cinquantaquattro bambini celiaci (fra cui alcuni asintomatici, ma diagnosticati celiaci nel corso di uno screening separato) e 60 bambini sani sono stati selezionati dall’equipe medica del Burlo Garofolo con l’obiettivo di monitorare nel tempo le condizioni del loro tessuto osseo. Tra i parametri metabolici indagati figurano il dosaggio del calcio, del fosforo, dell’ormone paratiroideo (PTH) e altri marcatori di attività ossea.
“Fino a poco tempo fa – spiega la dott.ssa Grazia di Leo, del Servizio di Gastroenterologia della Clinica Pediatrica del BG – non era del tutto chiaro se i disturbi del metabolismo osseo del bambino celiaco fossero presenti nei soggetti celiaci già in età pediatrica, né se la durata dell’esposizione al glutine avesse importanza o quale fosse il ruolo effettivo della
dieta senza glutine nel risolvere il problema. Così abbiamo deciso di controllare nel tempo (dopo 6-12 mesi di dieta senza glutine) tutti i bambini celiaci entrati nello studio, ai quali erano state riscontrate alterazioni del metabolismo e della mineralizzazione ossea, prendendo in esame gli indicatori di salute dell’osso. Al termine dei primi sei mesi di osservazione, abbiamo constatato che la sola dieta priva di glutine bastava a riportare alla normalità le ossa dei bambini celiaci”.
La cattiva mineralizzazione dell’osso dei soggetti celiaci ha fondamentalmente due cause: da un lato la difficoltà ad assorbire gli alimenti, che coinvolge e compromette anche l’assorbimento della vitamina D e del Calcio. Dall’altro, la presenza di uno stato infiammatorio cronico, locale o sistemico, che aggrava il quadro clinico generale. Se nell’individuo adulto è risaputo che la sola dieta non è sempre sufficiente a far regredire il danno osseo, nel bambino, come dimostra lo studio del Burlo, l’osservanza rigorosa delle norme alimentari per celiaci può risolvere il problema in tempi relativamente brevi.
“Lo studio che abbiamo portato a termine nel nostro Istituto – precisa Alessandro Ventura, Direttore della Clinica Pediatrica - è il primo studio sistematico sul metabolismo del calcio in età infantile. Da esso abbiamo tratto un insegnamento fondamentale: è vero che la celiachia danneggia l’osso ma, soprattutto in età pediatrica, non serve monitorare l’evoluzione del danno a questo tessuto con esami specifici quali, per esempio, la DEXA.
Molto più produttivo è concentrare la propria attenzione sul fatto che il bambino osservi con regolarità e attenzione una dieta priva di glutine; in questo il ruolo dei pediatri può rivelarsi determinante. Così facendo, oltre a un risparmio di circa 120€/bambino (questo il costo complessivo degli esami), si attua anche una sorta di intervento preventivo e di ecologia ambientale evitando di sottoporre organismi in crescita a dosi, per quanto contenute, di radiazioni, come quelle emesse nel corso della densitometria”.
FONTE: Saluteeuropa.it => http://www.saluteeuropa.it
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