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AFORISMA DEL GIORNO

15 settembre, 2014

Smartphone HTC, dispositivi medici in arrivo?

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Il sito @upleaks è riuscito ad ottenere alcune immagini che mostrano come HTC possa presto avventurarsi nel mercato dei dispositivi medici portatili, come sensori di battito cardiaco e strumenti capaci di rilevare il livello di glicemia nel sangue.

Questi device, sempre stando al leaker, dovranno essere collegati ad uno smartphone per una migliore analisi dei dati raccolti, e faranno tutti parte di una famiglia denominata “Tricorder” (il riferimento a Star Trek è probabilmente voluto).

In particolare sono stati avvistati ben quattro apparecchi, il primo per analizzare il sangue (glucometro), il secondo per le urine, il terzo per il respiro e l’ultimo per l’udito (otoscopio).

Queste indiscrezioni mostrano come la casa taiwanese sia alla ricerca di mercati ancora tutto sommato poco saturi per imporsi come leader nel settore, viste le recenti perdite nel mondo mobile.


Fonte: Androidiani.com
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11 settembre, 2014

Il caso delle App mediche di Android troppo "invadenti": interviene il Garante...

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Il Garante della Privacy ha presentato i risultati dell'indagine avviata lo scorso maggio per verificare il rispetto della normativa italiana sulla protezione dati da parte di applicazioni che utilizzano dati sanitari. Il dato complessivo è che non c'è molta considerazione per la delicatezza con cui i dati medici dovrebbero essere trattati: secondo quanto si legge dallo studio, su un totale di oltre 1200 applicazioni esaminate, appena il 15 per cento risulta dotato di un'informativa privacy realmente chiara.

Nel dettaglio, un'app su due tra quelle a sfondo medico italiane e straniere analizzate dagli incaricati del Garante, scelte a campione tra le più scaricate disponibili sulle varie piattaforme (Android, iOS, Windows etc.) non fornisce agli utenti un'informativa prima del download o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte. In molti casi, poi, l'informativa privacy non viene adattata alle ridotte dimensioni del monitor, risultando così poco leggibile, o viene collocata in sezioni riguardanti, ad esempio, le caratteristiche tecniche dello smartphone o del tablet. L'indagine in questione è stata promossa a livello mondiale dal Global Privacy Enforcement Network (GPEN): alto è l'interesse nei confronti di queste applicazioni delle tecnologie mobile, tanto che secondo la Commissione Europea >entro il 2017 saranno 3,4 miliardi le persone in possesso di uno smartphone e la metà di loro utilizzerà app dedicate alla salute.

Il Garante ha fatto sapere che a seguito di questi risultati sta valutando le azioni da intraprendere: non è escluso l'arrivo di multe.


FONTE: Punto Informatico
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07 settembre, 2014

Su richiesta del Ministero italiano Tirana "chiude" agli studenti italiani

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Ufficialmente si parla di «decisione concordata». Ufficiosamente, però, la scelta non sarebbe stata concordata per nulla. Se è vero, come raccontano alcune persone che hanno seguito l’iter, che a stabilire il tutto sarebbe stato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Quest’anno per gli aspiranti camici bianchi italiani sarà molto più difficile andare a studiare Medicina a Tirana, diventata meta gettonata per chi non riusciva a entrare nelle facoltà di casa nostra. Soprattutto perché, secondo l’accusa di molti, consentiva di aggirare l’ostacolo del test d’ammissione in Italia. Per il 2014/2015 i posti a disposizione, nella struttura al di là dell’Adriatico, sono stati più che dimezzati.

Per accedere ai corsi dell’«Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio» – di diritto albanese, ma che rilascia lauree congiunte con alcuni atenei italiani, a partire proprio da Tor Vergata – bisognerà faticare il doppio. I posti per Medicina, secondo la bozza del bando che sarà finalizzato lunedì 8 settembre, passano dagli 80 dello scorso anno accademico a una quarantina. A cui vanno aggiunti una settantina di posizioni divise tra Odontoiatria, Scienze infermieristiche e Fisioterapia. In totale: nella capitale albanese ci saranno circa 110 nuove matricole «comunitarie» (cioè italiane) contro i 280 nuovi studenti dell’anno passato a fronte di 642 domande presentate.

«Quella di stabilire un numero più ristretto di posti è stata una scelta concordata con il ministero dell’Istruzione e le università partner», dice il rettore dell’ateneo albanese Paolo Ruatti. Una decisione che porterà «i docenti ad essere più vicini agli aspiranti camici bianchi, grazie anche a più esercitazioni». Le richieste, anche quest’anno, non mancano. «Le domande di preiscrizione stanno arrivando allo stesso ritmo della precedente tornata», continua Ruatti. Per ora sono di poco inferiori rispetto al 2013/2014: i ragazzi cercano di capire cosa ne sarà del test d’ingresso nei corsi di Medicina negli atenei italiani. Test che il ministro Giannini vorrebbe togliere, mentre più di qualche rettore si dice contrario.

FONTE: Corriere.it
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Ebola, cresce emergenza in Sierra Leone, scatta la quarantena

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E’ ai livelli massimi l’emergenza Ebola in Sierra Leone, uno degli Stati africani più colpiti dal virus: la popolazione dovrà rimanere in casa per quattro giorni, dal 18 al 21 settembre, per impedire il diffondersi dei contagi. Lo riferiscono la Bbc e il Guardian online citando una fonti di alto livello dell’ufficio presidenziale. L’emittente pubblica britannica esprime però un certo scetticismo sulla misura annunciata. “Anche se le forze di sicurezza del Paese sono già state dispiegate per mettere in quarantena alcune zone, non è chiaro come un il blocco nazionale possa essere eseguito”, – scrive l’emittente sul suo sito. “Come la popolazione obbedirà alla quarantena sarà fondamentale per la riuscita dell’operazione. perché l’obbligo di residenza rischia di sollevare questioni relative ai diritti umani oltre a innescare manifestazioni violente”.

La Sierra Leone non é nuova ad iniziative di questo tipo: già alla fine di luglio, infatti, il governo aveva proclamato lo “Stay at home day“, la “giornata della permanenza a casa”, per impedire la diffusione del virus Ebola. Nel frattempo, invece, in Nigeria, un altro dei Paesi colpiti anche se finora in modo più limitato, è stata presa una decisione di segno opposto: dal 22 settembre riapriranno le scuole, chiuse per precauzione al fine di ridurre i contagi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che è salito a 2.097 il numero di morti attribuiti al virus Ebola in cinque Paesi dell’Africa occidentale. L’epidemia che ha colpito duramente in Guinea, Liberia e Sierra Leone e con minore intensità la Nigeria e il Senegal. La direttrice generale aggiunta dell’Oms, Marie Paule Kieny, ha reso noto che l’organismo ha dato il via libera all’impiego di prodotti a base di sangue e del siero di pazienti sopravvissuti per trattare il virus.

La terapia con plasma o sangue di persone guarite o convalescenti, ha spiegato la Kieny, potrebbe essere utilizzata da subito, mentre i risultati dei test di sicurezza su due potenziali vaccini, condotti in Mali, dovrebbero arrivare entro novembre. In caso positivo, hanno sottolineato gli esperti Oms, le prime immunizzazioni potrebbero essere fatte sul personale sanitario pochi mesi dopo. “Per i farmaci ci sono tante prospettive promettenti – conferma Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Spallanzani di Roma e fra i partecipanti alla riunione a Ginevra – Ma niente per oggi. Il siero di convalescente è stato utilizzato già. Nel 1995 per un’epidemia di Ebola a Kikwit, nella Repubblica Democratica del Congo, con buoni risultati”.

FONTE: Il Fatto Quotidiano
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