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AFORISMA DEL GIORNO

04 giugno, 2018

Relacorilant (Cort125134), una nuova arma per combattere l'eccesso di cortisolo

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Un nuovo farmaco si sta affacciando nella terapia della sindrome di Cushing, una patologia caratterizzata da una serie di segni e sintomi, spesso gravi, legati ad un'iperproduzione di cortisolo. La sindrome di Cushing può essere causata da un eccesso di alcuni farmaci, come il cortisolo o il prednisone, oppure da una eccessiva produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali, talvolta in seguito ad una neoplasia. I casi conseguenti ad un adenoma pituitario ACTH-secernente sono noti come malattia di Cushing, che rappresenta la seconda causa più comune. Il quadro sintomatologico include una svariata serie di sintomi, fra cui astenia e facile affaticabilità per aumento del catabolismo proteico, osseo e cutaneo; odolori ossei ed articolari; osteoporosi; rapido aumento di peso con obesità centripeta, particolarmente a livello di tronco e faccia ("faccia a luna piena" e "gibbo di bufalo"); perdita della libido, impotenza, frigidità; ipertensione; amenorrea, dismenorrea ed irsutismo nella donna; iperglicemia, diabete mellito tipo II e intolleranza al glucosio; problemi psicologici (depressione, psicosi, nervosismo ed irritabilità); problemi cutanei con aree di atrofia e strie rosso-violacee tipiche sui fianchi sull'addome (dette striae rubrae) e sugli arti inferiori (teleangectasie), seborrea;  allungamento del tempo di cicatrizzazione e tendenza alle infezioni; ipotrofia degli arti inferiori.

Il Relacorilant è una molecola cardine di una terapia sperimentale sviluppata da Corcept Therapeutics e che può gestire efficacemente gli effetti dell'eccesso di cortisolo in pazienti con sindrome di Cushing, secondo i dati provvisori di uno studio di fase 2 in corso. In particolare, il trattamento ha migliorato significativamente la tolleranza allo zucchero e i livelli di osteocalcina, un biomarcatore di crescita osseo comunemente soppresso dall'eccesso di cortisolo.

Relacorilant, noto anche come CORT125134, è stato progettato per prevenire gli effetti dell'eccesso di cortisolo bloccando uno dei suoi recettori, il recettore dei glucocorticoidi.

In uno studio di Fase 1 con volontari sani, dosi multiple di relacorilante hanno avuto un effetto simile a quello di Korlym (mifepristone) - un medicinale approvato per i pazienti di Cushing - senza i suoi noti effetti collaterali.

Oltre ai primi dati sull'efficacia, lo studio ha mostrato che il trattamento era generalmente sicuro e ben tollerato dai pazienti, con eventi avversi di gravità lieve.

In particolare, negli studi clinici che utilizzano CORT125134 come monoterapia non sono state identificate reazioni avverse attese gravi fintanto che le dosi siano mantenute inferiori a 500 mg. Fra gli eventi avversi lievi abbiamo soprattutto dolori muscolari e una piastrinopenia che si è subito risolta al momento della sospensione del farmaco. Risultati dalla coorte trattata alla dose ripetuta più alta di 500 mg di Relacorilant ha indicato che questa dose ha superato la dose massima tollerata, con comparsa di sintomi muscoloscheletrici e connettivi, disturbi tissutali e otite media. La valutazione di genotossicità in vitro e in vivo ha rivelato che Relacorilant è privo di mutazioni potenziale. È in corso uno studio di carcinogenesi di 2 anni.

Questi risultati hanno supportato il lancio dello studio di Fase 2 in pazienti con sindrome di Cushing. Nel trial, circa 30 pazienti ricevono dosi crescenti di relacorilant per un totale di 12 settimane.

I pazienti erano divisi in due gruppi. Il primo gruppo, che comprende 17 pazienti, riceve la dose più bassa - 100 mg / die di relacorilant per quattro settimane, seguita da 150 mg / die per quattro settimane e poi da 200 mg / die per le ultime quattro settimane. Il secondo gruppo, chiamato coorte ad alto dosaggio, viene trattato con un regime simile ma con una dose iniziale di 250 mg / die e una dose finale di 350 mg / die.

I pazienti nel gruppo a basso dosaggio hanno mostrato un miglioramento significativo della tolleranza al glucosio e un aumento del 60% dell'osteocalcina nel sangue.

Inoltre, il trattamento ha ridotto la pressione del sangue nel 45% dei pazienti con ipertensione incontrollata da eccesso di cortisolo. È importante sottolineare che i risultati dopo 12 settimane di relacorilant erano simili a quelli osservati dopo sei mesi di trattamento con Korlym.

In definitiva, i dati sulla sicurezza continuano a mostrare un profilo positivo, senza evidenza di effetti avversi gravi e nessuna affinità verso il recettore del progesterone, che è un grosso inconveniente di Korlym.

"I risultati clinici di Relacorilant sono sorprendenti perché le dosi ricevute da questi pazienti sono state le più basse dello studio. Non ci aspettavamo che i pazienti sperimentassero alcun significativo beneficio clinico, ma chiaramente lo hanno fatto ", ha detto Robert S. Fishman, MD, chief medical officer di Corcept. "Non vediamo l'ora di presentare i dati di questi pazienti a basso dosaggio alla riunione AACE della prossima settimana. Con la coorte finale ad alta dose dello studio completamente arruolata, avremo i dati definitivi nel terzo trimestre. "

Supportato da questi dati preliminari, Corcept ha accelerato i preparativi per uno studio di fase 3 su relacorilant nei pazienti con sindrome di Cushing. Corcept ha annunciato in un comunicato stampa che il processo (NCT02804750) ha completato l'arruolamento del paziente. I risultati dei primi pazienti saranno presentati durante la 27a riunione annuale dell'American Association of Clinical Endocrinologists (AACE), 16-20 maggio a Boston. I dati completi sono attesi per il terzo trimestre del 2018.


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01 giugno, 2018

Università, si va ancora una volta verso lo "sciopero degli esami"

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Ultimo disperata chiamata degli studenti ai prof affinché sospendano lo sciopero degli esami. Domani si apre la sessione estiva (1°giugno-31 luglio) e i docenti che hanno aderito alla protesta potrebbero far saltare i primi appelli con il rischio - dicono gli studenti in una petizione che ha raggiunto le 46 mila firme - di danneggiare soprattutto coloro che hanno bisogno di raggiungere un certo numero di esami per poter ottenere borse di studio e esoneri o sgravi dalle tasse universitarie. Spiega Andrea Torti di Link: «Oggi inviamo ai singoli docenti un ultimo appello per chiedere loro di desistere dallo sciopero, considerata la mancanza di un Governo a cui poter portare le proprie rivendicazioni». Un tentativo di richiamare la necessità di fare fronte comune nella lotta contro il drammatico sotto finanziamento dell’università che colpisce tanto i professori quanto gli studenti: il Fondo di finanziamento ordinario è fermo a 7 miliardi contro i 7,5 di dieci anni fa: lo 0,5 per cento del Pil, la metà di quanto investono francesi e tedeschi. E i più colpiti sono proprio coloro che avrebbero diritto a un aiuto economico ma spesso non lo ottengono perché le casse sono vuote (i cosiddetti «idonei non beneficiari», anomalia tutta italiana). Ma mentre gli studenti si chiedono che senso abbia portare avanti lo sciopero in assenza di un esecutivo con il quale trattare, i professori replicano di voler mandare un messaggio chiaro e forte al prossimo governo, qualunque esso sia.

Le ragioni della protesta dei docenti universitari sono le stesse del primo sciopero proclamato l’autunno scorso e riguardano la cosiddetta vertenza degli scatti stipendiali congelati nel quinquennio 2011-2014. Il governo Gentiloni ha stanziato nella legge di Bilancio le risorse necessarie per lo sblocco ma ha postdatato di un anno lo scongelamento rispetto agli altri dipendenti pubblici (da gennaio 2015 al 2016). I firmatari dello sciopero proclamato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria (6.857 professori e ricercatori di 79 università e istituti i ricerca italiani guidati dal professor Carlo Ferraro del Politecnico di Torino) non pretendono la restituzione degli arretrati (che sarebbe insostenibile per le casse dello Stato) ma chiedono che gli scatti mancati siano almeno riconosciuti a livello giuridico: altrimenti, ai fini dell’anzianità di servizio, è come se in quel periodo non avessero proprio lavorato. Il governo invece ha deciso di stanziare nuove risorse (150 milioni l’anno) per passare da un regime di scatti triennali a uno biennale. In questo modo si favoriscono i docenti più giovani ma per tutti gli assunti prima del blocco c’è un buco nero nella loro carriera universitaria.

I promotori rivendicano di aver adottato una modalità pensata per tutelare i diritti dei ragazzi: i professori infatti si asterranno solo dal primo appello mentre assicurano lo svolgimento regolare del secondo - e qualora non fosse stato previsto s’impegnano comunque a garantirne almeno uno. In più l’autorità di Garanzia nel dare la luce verde a questa seconda tornata di scioperi ha chiesto ai docenti che alla fine dell’anno siano assicurati almeno 5 appelli (fra sessione autunnale, invernale ed estiva). I docenti hanno anche previsto degli appelli ad hoc per tutelare i laureandi, gli studenti Erasmus, le studentesse incinte e gli studenti con problemi di salute. Non per i percettori di borse di studio però: forse - per fare pace con gli studenti - i docenti potrebbero prevedere una sessione speciale anche per loro, tanto più dal momento che fra le ragioni dello sciopero, oltre alla vertenza sindacale di categoria, c’è anche una specifica richiesta al governo di stanziare 80 milioni per incrementare le borse di studio (oltre alla richiesta di 4000 nuovi posti da ricercatore e 10.000 mila «promozioni» da ricercatore ad associato e da associato a ordinario).

Nel frattempo, pur in assenza di un governo, qualche risultato a tutela della fasce più deboli gli studenti lo hanno già spuntato dalle singole Regioni in ordine sparso. «Dopo la nostra mozione approvata dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari - dice Torti -, già Lazio e Emilia Romagna hanno assicurato che chi dovesse perdere i requisiti per la borsa di studio a causa dello sciopero, potrà conseguire i crediti necessari nella prima sessione di esami utile. A Tor Vergata siamo invece riusciti a far slittare la scadenza per acquisire i crediti per l’accesso alla no tax area». Normalmente infatti la domanda per una borsa di studio va presentata entro il 10 agosto: ecco perché la sessione estiva è particolarmente delicata per gli studenti bisognosi. In fondo, per andare incontro alle esigenze dei ragazzi basterebbe che, sull’esempio di queste prime due regioni, anche le altre si adeguassero. Sempre che invece le amministrazioni territoriali non approfittino dello scontro docenti-studenti per risparmiare sulle borse di studio.


FONTE: Corriere della Sera
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Chi è Giulia Grillo, il medico M5S nuovo ministro della Sanità

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Giulia Grillo, 42enne siciliana, medico anatomopatoloco, attualmente capogruppo alla Camera del M5s, è la nuova ministra della Salute nel governo M5s-Lega. Nata a Catania il 30 maggio del 1975, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in medicina legale, è un'attivista della prima ora del MoVimento, arrivata in Parlamento per la prima volta alle elezioni del 2013. Nella precedente legislatura è stata vice capogruppo e capogruppo alla Camera e capogruppo nella commissione Affari Sociali. Grillo di cognome, ma senza alcun rapporto di parentela con il fondatore del MoVimento, nella 17ma legislatura ha fatto approvare 3 mozioni a sua prima firma su governance farmaceutica, sblocco del turn-over del personale sanitario, revisione della disciplina sull'intramoenia e governo delle liste d'attesa. Tra le sue battaglie quella per il giusto prezzo dei farmaci innovativi. La scelta di iscriversi al meetup grillino di Catania risale al 2006, da allora è stata in prima fila nella lotta contro le trivellazioni in Val di Noto, come in quella contro le privatizzazioni dell'acqua pubblica nel ragusano, fino alla nascita del comitato Addio Pizzo di Catania. Candidata alle regionali siciliane del 2008 e a Montecitorio nel 2013, per quanto riguarda le politiche sanitarie, ha «ambiziosi intenti», come dichiarava sulla piattaforma Rousseau: «Ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza fra cittadini e lavorare per una sanità pubblica giusta, efficiente e accessibile attraverso un adeguato finanziamento, una seria programmazione, una revisione della governance farmaceutica, un potenziamento dell'assistenza territoriale, un adeguato piano assunzioni e un aggiornamento dei corsi di Laurea e formazione».

FONTE: Il Sole 24 ore
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