Defragra dalla Germania il caso europeo dei cetrioli killer, in quanto potenzialmente contaminati da un batterio in grado di causare una grave forma di emorragia enterica. Secondo le più recenti stime, ad oggi le vittime tedesche, causate dalla vendita al dettaglio di una partita contaminata, sarebbero salite a dieci, con circa 300 casi accertati. Il domenicale svizzero "Der Sonntag" cita oggi due nuovi casi nella Confederazione elvetica, mentre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo (Ecdc) ha riferito di altri 25 casi sospetti in Svezia, sette in Danimarca, tre in Gran Bretagna, due in Austria e uno in Olanda.
Non è ancora chiara l'origine dell'infezione, dato che fino adesso il batterio tendeva a colonizzare gli ortaggi senza però arrivare ad una carica batterica e ad una virulenza tali da causare problemi nel consumo a crudo di tali cibi; per sicurezza, le autorità sanitarie tedesche sconsigliano per ora anche il consumo di pomodori e insalata crudi, soprattutto se prodotti in Germania settentrionale. I primi sospetti in verità si erano puntati sulla Spagna dopo il ritrovamento del batterio in cetrioli prodotti in Andalusia. La contaminazione però sarebbe potuta avvenire durante il percorso di distribuzione. Questi cetrioli sono distribuiti anche in Danimarca ad esempio, ma la Commissione Europea fa sapere che sono analizzati in queste ore anche cetrioli olandesi e danesi. "I tedeschi hanno fatto sapere che i cetrioli sono stati distribuiti anche in Ungheria, Austria e Lussemburgo", ha detto il portavoce dell'autorità sanitaria ceca, Michal Spacil.
Le autorità tedesche hanno avvertito oggi che "fino a quando gli esperti in Germania e in Spagna non saranno capaci di identificare con certezza l'origine dell'agente patogeno, l'allarme generale resterà in vigore", ha dichiarato il ministro tedesco per l'Alimentazione, l'Agricoltura e la tutela dei consumatori, Ilse Aiger, in un'intervista al quotidiano domenicale Bild am Sonntag. "Le autorità competenti stanno facendo tutto quanto è in loro potere per chiarire questa vicenda, sul piano nazionale e internazionale", ha aggiunto.
Il Codacons italiano ha intanto chiesto alle autorità sanitaria italiane "misure urgenti" per bloccare le importazioni di cetrioli da tutta l'Europa, a tutela della salute in relazione all'infezione causata dal batterio.
"Il ministero della Salute e gli altri organi competenti devono bloccare immediatamente le importazioni di cetrioli e cetriolini provenienti da tutta Europa", afferma in una nota il presidente Codacons, Carlo Rienzi. È anche indispensabile, prosegue la nota, "effettuare controlli stringenti su tutta l'ortofrutta diretta in Italia e proveniente dalla Spagna e dall'Olanda. Queste misure - secondo Rienzi - sono necessarie per evitare il diffondersi del pericoloso batterio anche nel nostro Paese". L'associazione invita infine "i cittadini a verificare con attenzione la provenienza degli alimenti, obbligatoria su tutte le etichette di frutta e verdura".
Escherichia coli (abbreviato solitamente con E. coli) è la specie più nota del genere Escherichia: al suo interno si distinguono almeno 171 sierotipi caratterizzati da diverse combinazioni degli antigeni O,H,K,F. È una delle specie principali di batteri che vivono nella parte inferiore dell'intestino di animali a sangue caldo (uccelli e mammiferi, incluso l'uomo), sono necessari per la digestione corretta del cibo. Nelle acque destinate al consumo umano, nelle acque di piscina, nelle acque adibite alla balneazione, ma anche in altri tipi di prodotti come alimenti e cosmetici, è prescritta l’assenza obbligatoria di Escherichia coli in relazione al suo ruolo di indicatore primario di contaminazione fecale. La mancata rispondenza al valore parametrico stabilito costituisce una non conformità del prodotto. I ceppi di E. coli enteroemorragico sono i principali responsabili di malattia nei paesi industrializzati. Si calcola che questi batteri causino circa 73.000 infezione e quasi 600 morti ogni anno negli USA. Circa 50 sierotipi causano malattia; tuttavia il sierogruppo principalmente responsabile è O157:H7. L'ingestione di meno di 100 bacilli può causare la malattia; questa è stata associata al consumo di carne di manzo non ben cotta, di latte non pastorizzato, di succhi di frutta contaminati e di verdura cruda.
La malattia si manifesta a carico dell'intestino crasso dopo un periodo di incubazione di 3-4 giorni durante i quali inizia a comparire una diarrea non sanguinolenta. Circa al terzo giorno compaiono forti dolori addominali accompagnati da diarrea sanguinolenta. I ceppi EHEC sono in grado di promuovere un'istopatologia A/E (vedi EPEC) e di secernere la tossina Stx-1 (identica alla tossina di Shigella) insieme alla tossina Stx-2 (60% di analogia alla tossina di Shigella). Entrambe le tossine sono codificate da fagi lisogeni e hanno una subunità A e cinque subunità B, in grado di legarsi al globotriaosilceramide o Gb3. Il legame con questo recettore promuove l'internalizzazione della subunità A nell'enterocita; questa è in grado di legarsi al frammento di RNA ribosomiale 28s, bloccano la sintesi proteica. La distruzione degli enterociti, accompagnata da una diminuzione della capacità di assorbimento, comporta la presenza di una diarrea molto liquida e sanguinolenta.
La produzione di Stx-2 si associa spesso (nel 10% dei ragazzi con diarrea da EHEC) alla sindrome uremico-emolitica (HUS), caratterizzata da insufficienza renale acuta, trombocitopenia, anemia emolitica e microangiopatia. Infatti Stx-2 è in grado di legarsi con maggior affinità al Gb3 espresso dalle cellule renali, provocandone la distruzione. Inoltre le tossine Stx sono in grado di stimolare la produzione di TNF-α e interleuchina-6 che, oltre a sostenere il quadro infiammatorio, promuovono l'esposizione di Gb3. E. coli O157:H7, al contrario degli altri sierotipi, non fermenta il sorbitolo; questo permette l'identificazione nei terreni agar Mac Conkey contenenti sorbitolo (si valutano le colonie che mancano dell'attività fermentativa. Tuttavia l'esame colturale deve essere affiancato dall'identificazione delle tossine mediante test immunoenzimatici commerciali.
FONTI:
www.tmnews.it
www.wikipedia.org
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