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AFORISMA DEL GIORNO

31 maggio, 2018

Nuove frontiere per la cura dell'occhio: in arrivo le cornee "stampate in 3D"

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Un gruppo di ricercatori della Newcastle University ha realizzato la prima cornea stampata in 3D, ottenuta con uno speciale bio-inchiostro formato da cellule staminali umane e sostanze aggreganti. La ricerca, descritta sulla rivista Experimental Eye Research, potrà "assicurare in futuro una riserva illimitata di organi" per i trapianti di cornea. I test hanno mostrato che per stampare la cornea 3D sono sufficienti soltanto dieci minuti.

Il materiale "di stampa" è una soluzione di alginato e collagene nella quale sono state inserite cellule staminali fornite da un donatore sano. Attraverso una bio-stampante, questo "inchiostro" viene poi rilasciato in cerchi concentrici per formare una vera e propria cornea.

"Molti ricercatori hanno cercato di ottenere il gel perfetto per dar vita a questo processo, e grazie alla nostra formula siamo finalmente riusciti a mantenere vive le staminali quanto basta per realizzare una cornea perfettamente funzionante", ha spiegato il professor Che Connon, co-autore dello studio assieme al dottor Steve Swioklo.

FONTE: Tgcom24
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18 maggio, 2018

FederFarma: in calo la spesa farmaceutica, boom dei farmaci generici

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I dati FederFarma sulle categorie terapeutiche più prescritte nel 2017

Ammonta a 8,289 miliardi la spesa farmaceutica netta del Ssn canale farmacia del 2017 (la lorda è stata di 10,472 miliardi) secondo i dati diffusi ieri da Federfarma, registrando un calo, pari a -1,9% rispetto al 2016 e confermando il trend di riduzione della spesa per farmaci erogati dalle farmacie nel normale regime convenzionale.

Un calo determinato da una diminuzione del -1,2% del numero delle ricette SSN e da un’analoga riduzione del valore medio della ricetta (netto -0,7%; lordo -0,4), conseguente alla diminuzione del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,7%).

Pochi giorni fa i dati IQVIA rilevavano che a fronte di tale calo di spesa e di consumi nell’ambito della spesa convenzionata corrisponde, invece, sempre nel 2017 un rilevante incremento della spesa (+13,3%) e del numero di pezzi di farmaci (+11%) erogati in distribuzione per conto (DPC).

Questo aumento sensibile – sottolinea Federfarma -  si colloca all’interno di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche che nel 2017 è stato pari al +3,9%.

Nel 2017 le ricette sono state oltre 580 milioni, pari in media a 9,57 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 1.103 milioni (-1,2% rispetto al 2016). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18,2 confezioni di medicinali a carico del SSN, di prezzo medio pari a 9,42 euro (9,48 euro nel 2016).

Le farmacie – sottolinea ancora Federfarma - continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2017 un risparmio di circa 415 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 67 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali.

A tali oneri si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%.

Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2017 in circa 188 milioni di euro.

Complessivamente, quindi – rileva Federfarma - il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2017, è stato di circa 670 milioni di euro.

È bene ricordare – nota l’associazione dei titolari di farmacia - che lo sconto a carico delle farmacie ha un carattere progressivo in quanto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo.

Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato SSN (i cui limiti sono stati aggiornati dalla legge 172/2017 a decorrere dal 1° gennaio 2018) godono di una riduzione dello sconto dovuto al SSN.

L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è aumentata, passando dal 14,2% del 2016 al 14,4% del 2017. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra il 12,3% e il 20,9% (in Valle d’Aosta).

Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,5 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 67% (dato AIFA) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente meno costoso.

Federfarma sottolinea poi che continua ad aumentare l’incidenza dei farmaci inseriti nelle liste di riferimento AIFA a seguito della scadenza del brevetto del farmaco di marca.

A livello nazionale l’incidenza delle confezioni di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle confezioni erogate in regime di SSN è a oltre l’80%, mentre la relativa spesa super il 61% del totale.

L’incidenza delle confezioni di generici veri e propri è pari al oltre il 29% del totale per una spesa per a oltre il 18% del totale, con notevoli differenze a livello regionale.

Il calo della spesa farmaceutica convenzionata è particolarmente evidente in Puglia, Sardegna, Sicilia, dove è correlato a un sensibile calo del numero delle ricette.

In controtendenza la Lombardia, l’unica a far registrare un incremento di spesa, nonostante il calo del numero delle ricette. L’aumento di spesa è legato a una crescita del valore medio delle ricette.

Anche nel 2017 i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una sensibile diminuzione della spesa (-3,6%%) e (meno evidente) dei consumi (-0,3%), a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso.

Tra le 10 categorie di farmaci più prescritte anche nel 2017 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia continuano a far registrare un calo dei consumi (-3,2% rispetto al 2016).

All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi continua l’aumento delle prescrizioni di betabloccanti. Prosegue anche la crescita dei consumi di vitamina D (+6,5% rispetto al 2016).

La specialità medicinale più prescritta (vedi tabella n. 5), continua a essere la cardioaspirina® (farmaco antiaggregante), nonostante il calo delle prescrizioni (-1,4% rispetto al 2016), seguita dal dibase® (farmaco per le carenze di vitamina D), in leggera crescita (+0,5%). In forte aumento i consumi del farmaco equivalente metformina Teva (per il trattamento del diabete di tipo 2).

FONTE: Quotidiano Sanità e FederFarma
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17 maggio, 2018

Concorso di Specializzazione medica 2018, pubblicato il bando: si svolgerà il 17 luglio

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È stato pubblicato oggi il bando per l’ammissione alle Scuole di specializzazione di area sanitaria per l’anno accademico 2017/2018. Il testo è disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, su www.universitaly.it. La prova nazionale si terrà il prossimo 17 luglio. I contratti di formazione medica specialistica finanziati con risorse statali per il 2017/2018 sono 6.200 (erano 6.105 l’anno scorso). A questi andranno aggiunti i posti finanziati con risorse regionali, con risorse di altri enti pubblici e/o privati, i posti riservati alle categorie previste dal decreto legislativo 368/1999.

Con un successivo provvedimento, integrativo del bando emanato oggi, saranno indicati, una volta definito il fabbisogno dei medici specialistici per il triennio 2017/2020, i posti disponibili per ciascuna Scuola di specializzazione attivata. Per la definizione del fabbisogno è infatti necessario acquisire l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, che non è ancora stato raggiunto in quanto nella seduta dello scorso 10 maggio le Regioni hanno chiesto il rinvio su questo punto. Il MIUR, in base al regolamento 130 del 2017, è comunque tenuto ad adottare a pubblicare il bando per l’accesso nelle Scuole di specializzazione entro il 31 maggio di ciascun anno.

Nel frattempo, a partire da venerdì 25 maggio 2018 sarà possibile effettuare le operazioni di iscrizione al concorso del 17 luglio, esclusivamente on line, accedendo al portale www.universitaly.it. La prima parte della procedura di iscrizione si chiuderà alle ore 15.00 di martedì 5 giugno 2018. Sarà poi possibile perfezionare il pagamento del relativo bollettino fino a una settimana dopo la pubblicazione del decreto integrativo contenente la suddivisione dei posti per scuola. Così come, sempre successivamente alla pubblicazione del decreto integrativo, le candidate e i canditati che vogliono concorrere per i posti finanziati con contratti aggiuntivi regionali o di altri enti che prevedono requisiti ad hoc dovranno attestarne il possesso. A questo scopo sarà aperta un’apposita finestra di dialogo nell’area della domanda di concorso.

La prova d’esame si svolge in modalità informatica, è la stessa su tutto il territorio nazionale e consiste in una prova scritta che prevede la soluzione, in un tempo di 3 ore e 30 minuti, di 140 quesiti a risposta multipla, ciascuno con cinque possibili risposte. I quesiti riguardano argomenti caratterizzanti il Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia e argomenti legati ai settori scientifico disciplinari di riferimento delle diverse tipologie di scuola.

Per lo svolgimento della prova, candidate e candidati avranno a disposizione computer non connessi a internet, sui quali sarà possibile operare esclusivamente attraverso un mouse, con una procedura di autenticazione che renderà lo svolgimento attribuibile unicamente alla candidata o al candidato.

Il punteggio complessivo attribuito a ciascuna candidata e a ciascun candidato (massimo 147 punti) è stabilito in relazione alla somma del punteggio attribuito ai titoli (massimo 7 punti) e al punteggio conseguito nella prova (massimo 140 punti). Il punteggio relativo ai titoli si compone di: voto di laurea (massimo 2 punti), curriculum (massimo 3 punti), altri titoli (massimo 2 punti).

COSA PREVEDE IL BANDO

- 6200 posti statali , suscettibili si integrazione, da sommarsi ai posti regionali.

- Iscrizione al concorso dal 25 maggio al 5 giugno, per partecipare bisogna essere laureati in Medicina

- Presa di servizio il 1 novembre

-Concorso 17 luglio, 140 domande a risposta multipla, punteggio CV invariato


-Tutti i candidati sono ammessi con riserva al concorso, l'ateneo all'atto della presa di servizio deve verificare l'abilitazione alla professione


-Il 19 luglio si saprà il calendario degli scaglioni


- Uscita graduatoria 23 luglio, con primo scaglione


-Si possono scegliere 3 tipologia di scuole


FONTE: Miur
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16 maggio, 2018

Sicilia, si prova un piano di sicurezza e potenziamento dei punti di emergenza

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L’individuazione, all’interno delle aziende, della figura del Bed Manager, mutuato dal modello anglossassone, l’ammodernamento dei pronto soccorso, il divieto di accesso a più di un parente nell’area di visita e la separazione di quest’ultima con l’area di accoglienza, sono alcuni dei punti più salienti contenuti nel piano di sicurezza degli ospedali varato dal Governo regionale siciliano a seguito dell’escalation delle aggressioni subite dagli operatori sanitari nell’Isola (si allega documento).

La Regione ha già stanziato per gli ammodernamenti dei pronto soccorsi, per la sola città di Palermo 4,9 milioni di euro, di cui 1,4 per l’adeguamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello e 3,5 milioni di euro per l’area di emergenza di secondo livello del Policlinico “Paolo Giaccone”.

“Il problema delle aggressioni in ospedale - afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci - è un fenomeno diffuso in tutta Italia; non esistono ricette miracolose. Abbiamo tentato qui al Civico di creare una struttura che sia ampia, capiente e ariosa, con una migliore organizzazione interna e maggiore vigilanza”. E ancora sottolinea: “La ricreazione è finita. I dirigenti generali verranno valutati sui risultati e fra questi in primo luogo la gestione del pronto soccorso”.

“Il Governo della Regione - evidenzia l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - si è posto il problema della sicurezza nei pronto soccorsi siciliani. Quella di oggi è una buona occasione per dire che ci sono degli esempi positivi che devono essere seguiti: qui si sono fatti degli investimenti corretti; si sono realizzate strutture divise; c’è un presidio che è controllato 24 ore su 24. La separazione fisica degli ambienti è essenziale per garantire sicurezza”.

In Italia si registrano 24 milioni di accessi/anno con un tasso di ricovero del 15% circa. In Sicilia complessivamente si registrano circa 1 milione e settecento mila accessi (2016) con un tasso di ricovero di circa il 16%. Ogni anno, oltre un terzo della popolazione italiana accede al Pronto Soccorso di riferimento territoriale per un presunto o reale bisogno di salute urgente. Il piano di sicurezza punta, altresì, ad una più ottimale gestione degli afflussi, alla riduzione dei tempi di attesa e al monitoraggio circa l’appropriatezza dei ricoveri ed è stato presentato a margine dell’inaugurazione dell’area per i pazienti critici del nuovo pronto soccorso dell’Ospedale Civico, ovvero dell’ultimo stralcio del progetto di ristrutturazione del valore di 4 milioni di euro, appaltato nel 2016.

Si estende su una superficie complessiva di circa 2000 mq; lo spazio di cura a disposizione dei pazienti è più che raddoppiato rispetto al precedente. La nuova struttura ospita 50 posti letto tecnici, dei quali 14 per i pazienti che necessitano un’alta intensità di cura e 18 dedicati all’osservazione breve intensiva, eventualmente raddoppiabili nei casi di “overcrowding” (sovraffolamento). Sono state inoltre realizzate una “shock room” con due postazioni, un’area di isolamento per gli infettivi ed una zona di “bonifica” pazienti con barella doccia.

La nuova area d’emergenza permette anche di distinguere i percorsi dei pazienti in base alla gravità: per i codici verdi esso è articolato su cinque ambulatori dedicati alla bassa intensità di cura, di cui uno dedicato ai colloqui psichiatrici. Il collegamento al laboratorio di analisi cliniche viene assicurato con un sistema di posta pneumatica per la trasmissione delle provette dei prelievi ematici. Sono stati impiegati circa 5000 mq. di rivestimento in linoleum e ceramica, 50.000 metri lineari di cavi elettrici, 400 plafoniere a led per l’illuminazione, 70 unità di climatizzazione collegate, attraverso 2000 mq. di canali per l’aereazione, a due impianti di trattamento a ricambio d’aria per un totale di 20.000 mc./h con recupero di calore.

Particolare attenzione è stata dedicata alla sicurezza dei pazienti e degli operatori, le porte sono munite di serratura elettromagnetica comandata da badge personali, gli ambienti sono videosorvegliati con un sistema di registrazione continua e gli accessi all’area d’emergenza sono filtrati da porte a doppio consenso controllate da agenti di vigilanza armati.

"Questa - commenta il commissario dell’Arnas- Civico, Giovanni Migliore - è un’amministrazione che, nonostante le difficoltà, ha fortemente voluto una struttura adeguata ai bisogni dei cittadini, che distingue i percorsi per i pazienti più gravi e meno gravi. Così, contribuiamo in maniera efficace  alla sicurezza dei pazienti, degli operatori e dei professionisti”. “Un obiettivo - continua Migliore - atteso da oltre dieci anni, per il quale ci siamo impegnati sin dall’inizio del mandato. Il nostro è un Pronto Soccorso che oltre ad essere il più grande dell’isola, si colloca tra i primi in Italia e consente di garantire un’assistenza ad alta specializzazione alle decine di migliaia di pazienti che ogni anno si affidano alle cure dei nostri professionisti”.

AUTRICE: Maria Grazia Elfio
FONTE: Quotidiano Sanità
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15 maggio, 2018

Sicilia, buon risultato nell'export della produzione farmaceutica: "Sud parte integrante di una realtà italiana hi-tech"

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E’ il Sud d’Italia che traina il comparto farmaceutico con  25 impianti di produzione e ricerca e 13.000 addetti diretti e nell’indotto, raddoppiando negli ultimi 10 anni l’export, un risultato migliore della media europea e della Germania. a fronte di una diminuzione del 2% degli altri settori. Tra le regioni la Sicilia contribuisce con circa 1.000 addetti diretti, 2.500 nell’indotto e altri 9.000 nella distribuzione, intermedia e finale. A questi dati si aggiungono quelli della Provincia di Catania che rientra nella top 15 delle province farmaceutiche d’Italia.

I dati sono stati presentati oggi, nel corso del roadshow di Farmindustria dal titolo “Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere”.

Innovazione e Produzione di valore è un percorso iniziato sei anni fa dalla Toscana, che ha toccato Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche, Toscana, Campania, Lombardia. A Catania, che rientra nella top 15 delle province farmaceutiche d’Italia, le aziende nel 2017 hanno fatto registrare quasi 270 milioni di export, una quota pari alla spesa farmaceutica pubblica dell’intera provincia.

“Occupazione qualificata, investimenti sul territorio e produzione made in Italy sono le caratteristiche dell’industria farmaceutica del Paese - dichiara Massimo Scaccabarozzi,Presidente di Farmindustria- Le imprese del farmaco generano un’occupazione stabile e qualificata anche per i giovani, in linea con il loro percorso di studi. E investono nel Paese 2,8 miliardi all’anno in Ricerca e Innovazione, grazie alla fiducia nei nostri ricercatori e nella rete di ricerca. Con risultati evidenti: l’Italia è leader continentale nelle terapie avanzate (3 su 6 autorizzate in Europa sono di origine italiana). E il Sud è parte integrante di una realtà che rappresenta al meglio l’italianità hi-tech nel mondo.”

FONTE: Quotidiano Sanità
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12 maggio, 2018

Psichiatria sempre più carente di specialisti nel settore: "servono maggiori investimenti"

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"Il personale per la cura delle malattie mentali è insufficiente. In alcune aree del Centro-Sud vi è una carenza pari al 50% o piu' e in 6 regioni si riscontra una carenza compresa fra il 25 e il 40%.  Necessitiamo, quindi, di maggiori investimenti su questo capitolo". Lo ha detto il presidente della Societa' Italiana di Psichiatria (Sip), Bernardo Carpiniello, in una conferenza stampa del 9 maggio alla Camera dei deputati, organizzata per i 40 anni dall'entrata in vigore della legge Basaglia, con la quale si chiusero i manicomi. Le carenze, ha precisato Carpiniello, riguardano tutti i livelli, con maggiore evidenza per le figure dei medici, psicologi, assistenti sociali e educatori/tecnici della riabilitazione. Carpiniello ha inoltre spiegato che, attualmente, è destinato all'area della salute mentale il 3,5% del budget complessivo della sanità. "Chiediamo di arrivare almeno al 5%", ha detto il numeno uno della Sip.

FONTE: AGI Salute
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11 maggio, 2018

Nuovi farmaci antivirali contro possibili attacchi terroristici: il caso "Tecovirimat"

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È a un passo dall’approvazione, da parte dell’ente americano che regola i farmaci (FDA), il primo trattamento contro il vaiolo. Sembra una stranezza l’arrivo sul mercato di un medicinale per trattare una malattia che diamo per scomparsa dalla faccia della Terra, ma i timori che il virus del vaiolo, conservato in alcuni campioni in laboratori ad alta sicurezza (e di cui conosciamo il genoma e potrebbe perciò essere facilmente replicato), possa essere usato come arma, hanno fatto ritenere una precauzione utile sviluppare e rendere disponibile un trattamento da utilizzare in caso di emergenza.

Il farmaco è una molecola antivirale, chiamata tecovirimat, che funziona rallentando la capacità del virus che causa il vaiolo di replicarsi e infettare l’organismo. È stato sviluppato dall’azienda farmaceutica SIGA Technologies e sperimentato su animali e sull’uomo: nei test su animali ha dimostrato di avere una buona efficacia nel ridurre la mortalità per la malattia, che nelle epoche in cui il virus circolava era di circa il 30 per cento.

Il vaiolo è una malattia infettiva provocata dal virus Variola: i sintomi di un’infezione non si manifestano immediatamente, ma un paio di settimane dopo il contagio, quando sale la febbre e compare la caratteristica eruzione cutanea con le pustole. È questa la fase in cui, in caso di diffusione del contagio, il farmaco andrebbe assunto.

Il vaiolo ha causato epidemie catastrofiche nel corso della storia dell’umanità. È incerto il momento in cui il virus ha fatto il salto da un serbatoio animale all’uomo: alcuni studiosi pensano che la peste antonina, che imperversò nell’impero romano tra il 150 e il 180 dopo Cristo, sia stata in realtà un’epidemia di vaiolo, mentre altri ipotizzano che la malattia si sia diffusa in tempi più recenti. Nel corso del Novecento, comunque, quando il vaiolo ancora imperversava, si stima che abbia fatto almeno 300 milioni di vittime a livello globale.

L’OMS ha iniziato negli anni Sessanta la campagna globale contro la malattia, con una strategia che univa vaccinazione e contenimento dei focolai epidemici. Nel 1979 il vaiolo è stato dichiarato eradicato: l’ultimo caso di malattia naturale era stato segnalato nel 1977 in Somalia. I Paesi che fino a quel momento avevano abbracciato la politica vaccinale hanno iniziato a sospendere le vaccinazioni: in Italia è stata sospesa nel 1981.

A tuttoggi, per quel che ne sappiamo, le uniche riserve conosciute del virus del vaiolo sono quelle conservate in due laboratori di riferimento dell’OMS: i CDC di Atlanta (Stati Uniti) e il Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia di Koltsovo (Siberia, Russia).

Molti paesi hanno ancora scorte di vaccino, ma l'opinione di alcuni esperti è che avere anche un trattamento disponibile in caso di emergenza (leggi "attacco bioterroristico") è una garanzia in più.

FONTE: Focus.it
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10 maggio, 2018

Medicina, ufficiale il varo del nuovo esame di Stato di abilitazione: da Luglio 2019 tirocinio intra laurea e cambia quota domande cliniche

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Il provvedimento che norma il nuovo esame di Stato abilitante alla professione del medico chirurgo è stato firmato ieri dalla ministra Fedeli. Il nuovo esame di stato abbrevierà di molti mesi l'attesa della Abilitazione post-laurea includendo il tirocinio trimestrale professionalizzante nel corso di laurea e consentendo la immediata successione fra laurea e i test di abilitazione. Il tirocino potrà essere effettuato a partire dal 5º anno (completati tutti gli esami del quarto anno previsti nell'ordinamento della sede).

10 MAG - Nuove regole per l’abilitazione alla professione medica. Si riducono i tempi per l’ammissione all’esame di Stato – e quindi complessivamente dell’iter formativo dei futuri medici – con il tirocinio professionalizzante effettuato durante il percorso di studi e non dopo la laurea. E cambia la tipologia dei quiz che saranno somministrati, con il passaggio dall’utilizzo delle domande presenti nell’attuale archivio ai quesiti tratti dall’esperienza del cosiddetto progress test, più efficaci per valutare le conoscenze delle candidate e dei candidati.

La Ministra Valeria Fedeli ha firmato il nuovo Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione della professione di medico-chirurgo, molto atteso sia dal mondo accademico, in particolare da parte delle studentesse e degli studenti delle facoltà di Medicina e Chirurgia, ma anche dalla Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici.

Il Regolamento, firmato dopo un iter che ha coinvolto CUN, CNSU, Ministero della Salute, CRUI e Conferenza dei Presidenti dei corsi di laurea in medicina, oltre che l'Ordine professionale, tiene conto delle osservazioni del Consiglio di Stato contenute nel parere emesso il 22 marzo 2018 e del riscontro fornito l’8 maggio 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi.

Novità principale, l’inserimento del tirocinio trimestrale obbligatorio all’interno dei sei anni del corso di studi in Medicina e Chirurgia. Fino ad ora il tirocinio trimestrale valido per l'idoneità all'esame di Stato poteva essere effettuato solo dopo aver conseguito la laurea. Tale tirocinio non potrà comunque essere espletato prima del quinto anno di corso e potrà essere effettuato solo in seguito al superamento di tutti gli esami fondamentali previsti nei primi quattro anni del corso di studi. Una scelta che nasce dalla volontà di uniformare il percorso italiano di formazione e abilitazione professionale dei medici a quello della maggior parte dei Paesi europei.

La prova d’esame consisterà in 200 quesiti a risposta multipla, ma con il nuovo Regolamento sono stati ridotti a 50 quelli relativi alla parte “pre-clinica” della formazione del medico e sono stati portati a 150 quelli riguardanti la formazione “clinica”, e quindi volti a valutare la capacità dei candidati nell’applicare le conoscenze biomediche, cliniche, deontologiche ed etiche alla pratica medica. La prova includerà anche una serie di domande riguardanti i problemi clinici afferenti alle aree della medicina e della chirurgia e relative specialità, della pediatria, dell’ostetricia e ginecologia, della diagnostica di laboratorio e strumentale e della sanità pubblica.

Prevista una fase transitoria: laureate e laureati magistrali in medicina avranno ancora due anni di tempo, dall’entrata in vigore del Regolamento, per effettuare comunque il tirocinio dopo il conseguimento della laurea.

La prima sessione dell’esame di Stato di abilitazione professionale con le nuove modalità previste dal Regolamento si svolgerà a luglio 2019.

La Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia dell’Università Italiane, componente del Tavolo tecnico, da più di 10 anni stava lavorando, attraverso il modello del Progress Test, sulla verifica dell'apprendimento e sulla preparazione degli studenti alle modifiche dei quiz abilitanti. Tali esperienze sono state recepite nella norma, così come la proposta di portare il tirocinio professionalizzante all’interno del percorso di studio dei 6 anni di laurea.

La neo-Presidente della Conferenza dei Presidenti, Stefania Basili, dichiara che “l’approvazione di questo Decreto dimostra come la Conferenza sia sempre pronta a gestire, promuovere e recepire ogni innovazione favorevole agli studenti e sarà immediatamente disponibilead adeguare i corsi alla nuova situazione".

Andrea Lenzi, Presidente dell’Associazione che coordina la Conferenza, sottolinea “questo Decreto vede nel testo, per la prima volta, riconosciuta dal legislatore la Conferenza dei Presidenti come soggetto istituzionale che collabora attivamente alla messa a punto dei test di verifica della qualità della preparazione del futuro Medico italiano. Per gli studenti in Medicina e Chirurgia, dopo ogni sessione di laurea (tre volte l'anno) ci saranno immediatamente sessioni d'esame di Stato organizzate dagli Atenei stessi, pur con un controllo nazionale. Questo consentirà una verifica di qualità omogenea, ma senza spreco di risorse e chiuderà definitivamente "l'area di parcheggio" che era rappresentata dal tempo perso dai giovani laureati fra la laurea, il tirocinio post-laurea e la sessione di esame di stato successiva".

Ribadisce infine Lenzi: "Erano quasi 10 anni che rincorrevo questo risultato. Questo Decreto realizza il sogno nostro e dei nostri ragazzi che dopo sei anni di formazione non aspettano altro che di iniziare quanto prima la straordinaria avventura della professione medica."

FONTE: Quotidiano Sanità
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Concorso Specializzazione 2018, pubblicati i dati dell'accordo annuale Stato-Regioni sul fabbisogno di medici specialisti per il triennio 2017-2020

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Sono 8.569 per il 2017-2018, 8523 per il 2018-2019 e 8.604 per il 2019-2020 i posti disponibili tra quelli messi a bando dal Governo e quelli delle Regioni per la formazione dei medici specialisti.

L’Accordo, all’ordine del giorno della Stato-Regioni di oggi, 10 maggio, prevede nelle tabelle allegate il numero di posti per ogni specialità e per ogni Regione nei tre periodi considerati.

In generale il fabbisogno è suddiviso in tre aree: chirurgia, dei servizi e medicina.

In ognuno dei tre bienni il numero maggiore di posti disponibili è per l’area funzionale di medicina (rispettivamente 3.954 nel 2017-2018; 3.934 nel 2018-2019 e 3.963 nel 2019-2020), mentre il minore è per l’area funzionale di chirurgia (nei tre bienni 1.968; 1.962; 1.987).

Complessivamente però il maggior fabbisogno previsto è, nell’area dei servizi, Anestesia e rianimazione, terapia intensiva e del dolore, sempre sopra gli 855 posti, seguita per il primo e terzo biennio sempre nell’area dei servizi dalla Radiodiagnostica, ma con circa la metà dei posti e nel secondo biennio, sempre con circa metà dei posti, nell’area della chirurgia da Chirurgia generale.

Il fabbisogno minore invece è nell’are di medicina per la Medicina termale (3 posti per ognuno dei tre bienni) e per la Statistica sanitaria e Biometria ancora nell’are dei servizi con 8-9 posti per ognuno dei bienni considerati.



FONTE: Quotidiano Sanità
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