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AFORISMA DEL GIORNO

29 luglio, 2012

Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd): grazie a loro raddoppiate le tasse a carico di tutti gli studenti universitari fuoricorso...

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Un genio del PDL e un genio del PD: come sempre la "casta" riesce a trovare un accordo bipartisan esclusivamente quando si tratta di "tassare" gli altri. E cosi mentre la politica continua a nutrire indisturbata e indisturbabile tutti i suoi privilegi, gli studenti che non riescono a laurearsi entro i tempi previsti pagheranno più tasse, le quali arriveranno fino a raddoppiare per gli studenti le cui famiglie dichiarano un reddito più alto. Lo prevede appunto un emendamento alla spending review dei relatori Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), approvata dalla commissione Bilancio del Senato.


L'emendamento stabilisce tre scaglioni, a seconda del reddito familiare. Una prima fascia di fuoricorso dovrà pagare fino al 25% in più, rispetto a quanto versato dagli studenti in corso, se il reddito Isee è inferiore a 90.000 euro. Il tetto sale al 50% per chi ha un Isee familiare tra 90.000 e 150.000 euro, mentre potrà arrivare fino al 100% in più per gli studenti con Isee familiare superiore a 150.000 euro.
Gli aumenti potranno essere decisi dagli Atenei, secondo criteri definiti dal ministero dell'Istruzione. E saranno adottati "sulla base dei principi di equità, progressività e redistribuzione e tenendo conto degli anni di ritardo rispetto alla durata normale dei corsi di studio, del reddito familiare, del numero degli studenti appartenenti al nucleo familiare iscritti all'università e della specifica condizione degli studenti lavoratori".

Queste somme andranno a pagare, “in misura non inferiore al 50 per cento”, le borse di studio, mentre per la parte restante saranno destinate ad altri interventi di sostegno al diritto allo studio. In particolare i relatori hanno individuato come beneficiari di queste risorse aggiuntive i servizi abitativi, servizi di ristorazione, servizi di orientamento e tutorato, attività a tempo parziale, trasporti, assistenza sanitaria, accesso alla cultura, servizi per la mobilità internazionale e materiale didattico.  Tutta roba che normalmente andrebbe garantita con i fondi già ampiamente pagati, e che gli studenti fuoricorso (ovviamente in quanto timbrati tutti a prescindere come "fancazzisti") non vedono e non vedranno neanche con il binocolo.

Tra i soldi destinati agli enti pubblici invece, le province tirano un gran sospiro di sollievo: dal fondo per i rimborsi fiscali alle imprese arriveranno 100 milioni per le province. Lo prevede un emendamento al decreto legge spending review, presentato dai relatori....... indovinate chi??? Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd), in commissione Bilancio al Senato.
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09 luglio, 2012

Finanziaria: per la Sanità quasi 8 miliardi di euro in meno, cancellati i tagli per Università ma cancellato con un "trucchetto" il limite del 20% di tassazione

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Con l'approvazione della Finanziaria di Luglio è stato confermato il "taglio" ulteriore di fondi al Sistema Sanitario Nazionale. Per la Sanità ci saranno in tre anni minori risorse «per un totale di 7,9 miliardi sommando gli effetti della spending review a quelli della manovra estiva 2011». Lo ha chiarito il ministro della Salute, Renato Balduzzi, specificando che «nel 2013 ci saranno 4,3 miliardi in meno, 2,7 in meno per il 2014 e 900 milioni quest'anno». Quelli della spending review non sono «tecnicamente dei tagli. Si tratta di un definanziamento con più componenti», ha aggiunto il ministro difendendo, nel corso di un seminario del Pd, i punti chiave della razionalizzazione della spesa pubblica. «Non sono tagli - dice Balduzzi- ma un tentativo di riqualificare la spesa in un momento di difficoltà». Per il ministro della Salute quello di migliorare il sistema sanitario è «una sfida alla nostra portata» e al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani ha detto: «Da martedì mattina sono a disposizione per modifiche e miglioramenti. Il ministero della Salute fa e vuole fare fino in fondo la sua parte». 

Intanto gli studenti universitari sono sul piede di guerra per lo "sfottò" del Ministero che ha smentito i tagli, parlando genericamente di "proteste da riflesso del cane di Pavlov" e di "riorganizzazioni e mancati finanziamenti". Il risultato di tale "contestazione" è data dalla marcia indietro del governo sui tagli, ma dal "trucchetto" applicato alla tassazione (verranno considerati solo gli studenti in corso) che cosi potrà sforare il 20% di limite. In cambio di tale ulteriore (e fortissimo) aumento, la promessa che il ricavo sarà usato per finanziare ulteriori borse di studio e posti di ricerca.

Effettivamente la Spending review "colpisce" anche scuole, università e ricerca, ma non com'era previsto nelle prime bozze del documento. L'azione "sotterranea" dei sindacati e di singoli gruppi ha addolcito l'amara pillola della revisione della spesa che mira a razionalizzare le risorse dello stato ed evitare il default. Alcune delle misure più dure sono state cancellate o modificate nelle ore successive alla conclusione del consiglio dei ministri di ieri mattina ed ora è possibile fare, con il decreto pubblicato in gazzetta, un primo resoconto di tutti i provvedimenti che riguardano scuola università e ricerca scientifica. Alla fine, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, Francesco Profumo, è riuscito a limitare i danni.

La novità più importante per alunni e famiglie riguarda la pagella e l'iscrizione all'anno scolastico 2013/2014. A decorrere dal prossimo anno scolastico "le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado per gli anni scolastici successivi avvengono esclusivamente in modalità on line" attraverso un apposito applicativo che il ministero metterà a disposizione delle scuole e delle famiglie. Sempre da settembre, "le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico". Addio per sempre, quindi, alla vecchia pagella cartacea. "La pagella elettronica - recita il decreto - ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale". I genitori che volessero comunque una copia cartacea del documento dovrà farne specifica richiesta alla scuola. Ma il processo di dematerializzazione lanciato dal governo riguarderà anche i docenti e gli alunni. "A decorrere dall'anno scolastico 2012/2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico". Per attuare questa mezza rivoluzione, le scuole dovranno organizzarsi "con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". Insomma, niente soldi in più per le scuole per la "rivoluzione on line" ma tutto il peso viene scaricato addosso a docenti e studenti.

Novità in vista anche per i docenti esubero, per quelli permanentemente inidonei per motivi di salute, per i cosiddetti insegnanti tecnico-pratici e per gli insegnanti italiani che insegnano all'estero. Per i docenti che a seguito della riforma Gelmini hanno perso la cattedra ( in esubero) si aprono le porte delle supplenze anche di qualche giorno. In questo modo il governo intende evitare che qualcuno dei 10 mila insegnanti in esubero possa rimanere "disoccupato" ma ugualmente pagato dallo stato. A settembre, i docenti senza cattedra verranno utilizzati, in ambito provinciale, sulle supplenze che sarebbero dovute andare ai precari. Coloro che sono in possesso del titolo di specializzazione su sostegno o che hanno iniziato il percorso di formazione potranno avere accesso anche alle supplenze di sostegno. I docenti che per motivi di salute non possono più insegnare saranno "declassati" d'ufficio ad Ata: amministrativi e tecnici di laboratorio. I docenti tecnico-pratici, la cui figura è stata abilita nel 1994, e coloro che sono transitati dagli enti locali allo stato con una qualifica diversa da quelle previste dall'ordinamento statale, "transita (anche questi ultimi d'ufficio) nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico, in base al titolo di studio posseduto". Inoltre, il contingente del personale docente comandato presso il ministero degli Affari esteri verrà ridotto da 100 a 70 unità e i 1.400 insegnanti italiani in forza nelle scuole italiane all'estero vengono più che dimezzati: passeranno a 624. Con queste tre manovre, la scuola italiana avrà più docenti, amministrativi, tecnici e bidelli e potrà evitare di pagare supplenti per la copertura dei corrispondenti posti. Ma non solo. I bilanci delle scuole verranno tenuti sottocchio attraverso una disposizione di cassa che costringerà le scuole a versare presso la Banca d'Italia i propri fondi e a non intrattenere più singoli rapporti con singole banche. E le supplenze brevi - da un giorno a qualche settimana, ma in casi eccezionali anche tutto l'anno - saranno soggette ad un monitoraggio per scovare le "istituzioni che sottoscrivono contratti in misura anormalmente alta in riferimento al numero di posti d'organico dell'istituzione scolastica". Infine, stretta anche sui compensi ai vicari dei dirigenti scolastici. Fino a quest'anno, i vicepresidi o i vicari delle scuole elementari e media, per assenze del dirigente scolastico superiori a 15 giorni, percepivano la cosiddetta retribuzione per "mansioni superiori". E siccome il preside va in ferie in estate per più di due settimane, il compenso scattava per tutti e 10 mila vicari in forza nelle scuole italiane. Ma l'anno prossimo cambia tutto. Al vicario non spetterà più questo compenso, potrà essere remunerato per le sue fatiche aggiuntive soltanto con i soldi del fondo d'istituto. E per le visite fiscali, il ministero ha stanziato 23 milioni di euro che ripartirà alle regioni che non dovranno più chiedere alle scuole il pagamento delle visite di controllo in caso di malattia.

Anche l'università entra nella Spending review e gli studenti sono sul piede di guerra. Al centro della contesa, quelle università che sforano il tetto massimo di tassazione universitaria a carico degli studenti. Come anticipato da Repubblica alcune settimane fa, le università che sfornano il 20 per cento previsto dalla legge - fra "contribuzione studentesca" e fondo di finanziamento ordinario - sono tantissime - il 59 per cento - e in alcuni casi, come è avvenuto a Pavia, il giudice ha condannato l'ateneo a restituire il maltolto agli studenti. Ma dal prossimo anno le cose cambieranno.

In futuro, il conteggio della "contribuzione studentesca" sarà effettuato prendendo in considerazione soltanto quello che verseranno gli studenti italiani e comunitari iscritti entro la durata normale dei diversi corsi di studio. Non verranno conteggiate le tasse versate i fuori corso, che oltre ad ammontare al 40 per cento del totale degli iscritti sono quelli che sborsano di più. Ma non solo. Il denominatore del rapporto tasse versate dagli studenti/Fondo di finanziamento ordinario cambierà con il più favorevole "trasferimento statale", che include altre somme. Per gli studenti si tratta di "una truffa". Perché limitando il conteggio delle tasse versate ai soli studenti in corso e dilatando il finanziamento complessivo sarà difficile che le università continuino a sforare il 20 per cento. E tutto "ritorna a posto".

Le università che dovessero comunque sforare saranno tenute a trasformare gli introiti "non dovuti" in borse di studio. Circostanza che viene definita dagli studenti come una "beffa". "Una sanzione - spiega Luca Spadon, portavoce nazionale Link - Coordinamento universitario - che sa di beffa e che risulta essere  un ulteriore assist ai rettori per continuare a far pagare agli studenti gli effetti dei tagli operati dalla legge Gelmini e mai ristorati da questo Governo". Ma almeno il paventato taglio di 200 milioni sul Fondo di finanziamento ordinario è sparito. Ma la nuova norma, secondo gli studenti, "apre ad una pericolosissima liberalizzazione delle tasse e dei contributi universitari, come già in passato richiesto e sostenuto dalla Crui e da alcuni partiti italiani".

Per l'Unione degli studenti, che hanno patrocinato decine di ricorsi al Tar per costringere gli atenei a restituire le tasse pagate in più, quello del governo Monti è un "omicidio premeditato dell'università pubblica". "Siamo il terzo paese per tasse universitarie in Europa - dichiara Michele Orezzi - e nonostante questo il Governo punta a cancellare il limite della tassazione e consentire aumenti sconsiderati dei contributi pagati dagli studenti. La verità è che se fino ad oggi gli studenti potevano fare ricorso per bloccare gli atenei con tassazioni eccessive, ora l'unico vincolo per le università fuori legge sarà quello di destinare dei fondi a qualche borsa di studio, neanche necessariamente per studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi".

 E all'università sarà possibile assumere ma con parsimonia. "Per il triennio 2012/2014 il sistema delle università statali, può procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato e di ricercatori a tempo determinato nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al venti per cento di quella relativa al corrispondente personale complessivamente cessato dal servizio nell'anno precedente". Una quota che sale al 50 per cento nel 2015 e al cento per cento nel 2016. Del previsto taglio del trasferimento alle università private non sembra esserci traccia nel decreto, mentre spuntano 90 milioni per il diritto allo studio universitario falcidiato dal governo Berlusconi negli anni precedenti.

A guardare il testo definitivo del decreto-legge sulla revisione della spesa pubblica c'è da tirare un respiro di sollievo. L'ipotesi di sopprimere una serie di istituti di ricerca è stata al momento scongiurata. L'unico istituto che verrà soppresso è l'Inran (l'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione). Le sue finzioni saranno assorbite dall'Cra: il Centro per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura. L'Inran fino ad oggi ha svolto "attività di ricerca, informazione e promozione nel campo degli alimenti e della nutrizione ai fini della tutela del consumatore e del miglioramento qualitativo delle produzioni agro-alimentari", si legge nel sito internet. Ma, se parecchi istituti di ricerca restano in piedi, arrivano tagli - relativi ai soli istituti dipendenti dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - per 19 milioni nel 2012 e 102 milioni per il biennio 2013/2014.

Sarà l'Istituto nazionale di Fisica nucleare (meno 9,1 milioni nel 2012 e 24,4 nel 2013 e nel 2014) il più penalizzato. Segue, nella classifica degli istituti di che contribuiranno di più al risanamento del bilancio dello stato, il Cnr che complessivamente 38 milioni di euro in tre anni. E i tagli ai budget colpiranno tanti istituti: l'Agenzia spaziale italiana, l'Istituto nazionale di astrofisica, l'Ingv - l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - quello di Oceanografia e geofisica sperimentale e e anche l'Invalsi: l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema d'istruzione. In tutto, il taglio sui bilanci dei centri di ricerca - anche quelli dipendenti da altri ministeri - ammonterà a 210 milioni. 

FONTE: Repubblica.it
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03 luglio, 2012

Manovra di Luglio 2012, forti tagli a Sanità e Università, più soldi alle scuole non statali

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Perdita di trentamila posti letto negli ospedali, 3 miliardi in meno al fondo sanitario nazionale, blocco totale di assunzioni statali a partire dal 2016, meno 200 milioni di euro dati alle università statali, ma aumentano di 200 milioni gli stanziamenti alle scuole private. Sono alcuni dei punti presentati nella conferenza stampa di oggi dai ministri del governo Monti in merito all'ennesima manovra economica del 2012. Un taglio di 4,8 miliardi di euro resosi necessario per contenere l'aumento del deficit che pone a rischio l'equilibrio di bilancio e impedire in tal modo l'aumento programmato dell'Iva al 23%. 


Esaminando i punti riguardanti il settore sanitario in modo più preciso:

- Circa 30mila posti letto in meno negli ospedali pubblici italiani, con un rapporto di 3,7 posti letto per mille abitanti contro gli attuali 4,2. Il testo prescrive che "le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottano, entro il 30 novembre 2012, provvedimenti di riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del servizio sanitario regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, adeguando coerentemente le dotazioni organiche dei presidi ospedalieri pubblici". In sostanza, i posti letto passeranno da 252mila a 222mila. Conseguentemente a tale riduzione, anche attraverso una verifica, sotto il profilo assistenziale e gestionale, della funzionalità dei piccoli ospedali pubblici "è promosso l'ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all'assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l'assistenza residenziale e domiciliare".

- Tre miliardi in meno al Fondo sanitario nazionale. Il fondo sanitario nazionale viene tagliato di tre miliardi in due anni: un miliardo per il 2012 e due per il 2013. "Le predette riduzioni - si legge nel testo - sono ripartite fra le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano secondo criteri e modalità proposti in sede di autocoordinamento dalle regioni e province autonome di Trento e di Bolzano medesime, da recepire" entro "il 30 settembre 2012, con riferimento all'anno 2012 ed entro il 30 novembre 2012 con riferimento agli anni 2013 e seguenti".

- Scure sulle farmacie. "A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto - si legge - l'ulteriore sconto dovuto dalle farmacie convenzionate (...) è rideterminato al valore del 3,65 per cento. Limitatamente al periodo decorrente dalla data di entrata in vigore del presente decreto fino al 31 dicembre 2012, l'importo che le aziende farmaceutiche devono corrispondere alle Regioni (...) è rideterminato al valore del  6,5 per cento. Per l'anno 2012 l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale (...) è rideterminato nella misura del 13,1 per cento". Mentre dal 2013 questo stesso tetto è ulteriormente abbassato all'11,5% "al netto degli importi corrisposti dal cittadino per l'acquisto di farmaci ad un prezzo diverso dal  prezzo massimo di rimborso stabilito dall'AIFA".

- A decorrere dall'anno 2013, "gli eventuali importi derivanti dalla procedura di ripiano sono assegnati alle regioni, per il 25%, in proporzione allo sforamento del tetto registrato nelle singole regioni e, per il residuo 75%, in  base alla quota di accesso delle singole regioni al riparto della quota indistinta delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale".

- Infine, "a decorrere dall'anno 2013 il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera di cui all'articolo 5, comma 5, del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, è rideterminato nella misura del 3,2 per cento e si applicano le disposizioni dei commi da 5 a 10".

- Fondi Università -200 milioni. Dal 2013 il fondo per il finanziamento ordinario delle università sarà ridotto di 200 milioni. In particolare, si legge nel documento, al fine di "ottimizzare l'allocazione delle risorse" e "migliorare la qualità" delle attività formative dei dirigenti e dei funzionari pubblici garantendone l'eccellenza e l'interdisciplinarietà" sono individuate "idonee forme di coordinamento tra le scuole pubbliche di formazione, gli istituti di formazione e le altre strutture competenti ed è riformato il sistema di reclutamento e formazione dei dirigenti e dei funzionari pubblici anche mediante adeguati meccanismi di collegamento tra la formazione propedeutica all'ammissione ai concorsi e quella permanente". Un bel giro di parole per dire che vi sarà l'ennesimo aumento di tasse universitarie.

- Fondi alle scuole non statali. Per le scuole non statali arrivano ulteriori fondi per 200 milioni.

- Dimezzato fondo vittime uranio impoverito. Dimezzato il fondo per le vittime dell'uranio impoverito. "La dotazione del fondo (...) destinata alle provvidenze alle vittime dell'uranio impoverito - si legge nel testo - è ridotta dell'importo di 10 milioni di euro per l'anno 2012". In origine il fondo era superiore ai 21 milioni di euro, di cui 9 già erogati, su oltre 600 domande di risarcimento da parte dei familiari di militari e civili impegnati nelle missioni italiane ammalati o morti per gli effetti letali dell'uranio impoverito.

- "Strade sicure", 72,8 mln nel 2013. Per l'operazione "strade sicure" il dl sulla spending review regala 72,8 milioni nel 2013.

- Autotrasporto: 200 mln nel 2013. Per il settore dell'autotrasporto, la bozza del dl sulla spending review elargisce altri 200 milioni per il 2013.



Fra gli altri punti economici in programma: ferie coatte per i dipendenti statali con impossibilità di attuare una riconversione in premio in denaro per i non usufruenti; reimposizione del limite a 7 euro per i buoni pasto; blocco degli stipendi ai livelli del 2011 fino al 2014 (n.b. una scala mobile al contrario); 



FONTE: parte delle informazioni tratte da Repubblica.it
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01 luglio, 2012

Spesa Sanità fuori controllo, ancora tagli: via libera a vendita pubblica di farmaci sperimentali e di prodotti a dosi personalizzate

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Taglio della spesa farmaceutica; drastica riduzione delle spese per le prestazioni in convenzione con le strutture private e sui contratti in essere di appalto e fornitura beni e servizi al sistema sanitario nazionale; scioglimento di alcuni enti giudicati inutili. Il menù di tagli alla spesa sanitaria è pronto da una settimana. Era già contenuto nella bozza di decreto legge esaminato in preconsiglio dei ministri e poi spacchettato. Un menù sul quale si continua a lavorare in vista del consiglio dei ministri che la prossima settimana dovrebbe approvare le misure di revisione della spesa pubblica, dove la sanità avrà un peso rilevante.

I tecnici del ministero della Sanità quantificano infatti in circa un miliardo di euro i risparmi che si potrebbero ottenere per la parte restante del 2012 e attorno a 1,6 miliardi l'anno quelli dal 2013 in poi. Ma negli ultimi giorni alla Sanità è stato chiesto di aumentare il conto dal 2013 in poi di almeno altri 2-300 milioni, per avvicinarsi ai 2 miliardi l'anno. Sommati ai tagli già previsti dal decreto Salva Italia di dicembre si arriverebbe a 8 miliardi di euro di minore spesa nel triennio. Tutto questo ha scatenato le proteste delle Regioni, dei sindacati, delle associazioni di categoria dei farmacisti, che minacciano la serrata, e delle aziende fornitrici.

Reazioni inevitabili che non impediranno però al governo di affondare il bisturi, è il caso di dire, perché come risulta da tutte le analisi sulla spending review , fatte sia dal ministro incaricato della materia, Piero Giarda, sia dal superconsulente Enrico Bondi, la spesa sanitaria è quella più fuori controllo: dal 1990 al 2009 è passata dal 32,3% al 37% della «spesa pubblica per consumi collettivi» (in pratica i servizi pubblici) con un aumento di 4,7 punti. Nessun'altra voce è salita tanto.

Nella prossima riunione tra Monti e i ministri interessati alla spending review, che dovrebbe tenersi domani pomeriggio, la Sanità ripresenterà le sue principali proposte: la revisione dei tetti alla spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, che dovrebbe garantire risparmi per 350 milioni quest'anno e circa 400-450 milioni dal prossimo; la riduzione (del 2% secondo quanto messo a punto dal ministero guidato da Renato Balduzzi) delle spese per le prestazioni ambulatoriali e ospedaliere in convenzione con le strutture private; il taglio (del 3,7% nella bozza Balduzzi) sui contratti in essere di appalto servizi e di fornitura di beni e servizi al sistema sanitario nazionale. Ovviamente, spiegano fonti di governo, queste misure si dovranno inserire in un quadro complessivo e coerente di revisione della spesa pubblica che, in particolare per quanto riguarda le uscite per l'acquisto di beni e servizi, avviene sotto la regia del supercommissario Bondi. Qualche misura potrebbe quindi subire aggiustamenti. Ma al ministero della Sanità assicurano che le loro proposte sono state messe a punto in linea con gli obiettivi dichiarati dal governo.

Del resto nella stessa relazione Giarda sulla spending review si afferma che «la dinamica della domanda - più persone anziane e meno giovani - non è sufficiente a spiegare» l'esplosione della spesa sanitaria. La colpa, invece, è dei «governi regionali (per i quali la spesa sanitaria assorbe circa il 70% della spesa complessiva)» ai quali «fanno eco gli interessi delle ditte fornitrici di farmaci e di attrezzature sanitarie». Lo stesso Giarda concludeva che su 295 miliardi di spesa pubblica «aggredibile», cioè sulla quale ci sono margini di riduzione «nel medio periodo», più di un terzo, cioè 97,6 miliardi fa capo alla Sanità, di cui 69 miliardi solo alla voce acquisti di beni e servizi.

Tra le misure, già contenute nel decreto esaminato in preconsiglio, e che il ministero della Sanità potrebbe riproporre per il decretone della prossima settimana, c'è anche la possibilità di ricorrere, in sostituzione del farmaco autorizzato per una determinata patologia, a medicinali non ancora autorizzati ma in commercio in altri Paesi, o in fase di sperimentazione, o con una indicazione diversa, ma comunque inseriti in un apposito elenco dalla Commissione unica del farmaco. Inoltre, le farmacie ospedaliere dovrebbero avere la possibilità di preparare dosi farmacologiche personalizzate per i pazienti, così da evitare sprechi. È previsto anche un inasprimento delle sanzioni per chi vende sigarette ai minori (multe fino a mille euro, 2mila per i recidivi) e sospensione della licenza. Potrebbero infine essere soppressi tre enti: Fondazione istituto mediterraneo di ematologia, Alleanza ospedali nel mondo, Consorzio anagrafi animali.


AUTORE: Enrico Marro
FONTE: Corriere.it
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SENTIERI DELLA MEDICINA

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