Sentieri della Medicina - LOGO

AFORISMA DEL GIORNO

09 luglio, 2008

Eluana, da giudici uno stop alle macchine. Vaticano: "Sentenza grave"

Eluana Englaro, la ragazza di Lecco in coma da sedici anni, adesso può morire. E suo padre, che da un decennio chiede che siano staccate le macchine che la tengono in vita, ha vinto una battaglia destinata a entrare nella storia della giurisprudenza italiana, un po' come il caso di Terry Schiavo negli Stati Uniti.

Per la Radio vaticana quella dei magistrati della Corte d'Appello civile di Milano è una "sentenza grave". "Nessun tribunale aveva mai accolto la richiesta", sottolinea l'emittente pontificia, che ricorda come già i bioetici della Cattolica abbiano denunciato che la decisione dei magistrati "disconosce il principio della non disponibilità della vita e il dovere di ogni società civile, di assistere i propri cittadini più deboli".

"Ora la libereremo", sono state invece le parole di Beppino Englaro, che ha sempre preferito parlare di "libertà" e non di "morte cerebrale" o "eutanasia". Oggi i giudici della Corte d'appello civile di Milano lo hanno autorizzato a interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzato che fa sopravvivere la figlia, che rimase vittima di un incidente stradale il 18 gennaio 1992.

Una decisione "inevitabile" per i giudici della prima sezione civile della Corte d'appello di Milano, vista "la straordinaria durata dello stato vegetativo permanente" di Eluana e "l'altrettanto straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita", come spiega il giudice Filippo Lamanna.

Il decreto con cui si autorizza la sospensione del trattamento segue le indicazioni stabilite dalla Cassazione lo scorso 16 ottobre. La Corte aveva disposto un nuovo processo per il caso di Eluana e stabilito la sospensione dell'alimentazione artificiale soltanto in presenza di due circostanze concorrenti: che fosse provata e accertata l'irreversibilità dello stato vegetativo permanente della ragazza e dimostrato il convincimento etico di Eluana, quando era "in piena coscienza". Insomma, la decisione era vincolata alla certezza che la giovane avrebbe scelto di morire e non di vivere artificialmente, privata delle capacità percettive e di qualsiasi contatto con il mondo esterno.

La Corte d'Appello, infatti, ha espressamente "escluso" che la richiesta del tutore, nonchè padre di Eluana, "sia stata espressione di un suo personale giudizio sulla qualità della vita" della figlia. Una conclusione a cui i giudici sono giunti anche grazie alla valutazione del curatore speciale della ragazza, l'avvocato Franca Alessio, nominata proprio per "controllare la mancanza di interessi egoistici del tutore in potenziale conflitto con quelli di Eluana".Una prova a cui si sono aggiunte le testimonianze di alcune amiche della ragazza.

Il provvedimento dei giudici di appello teoricamente può essere ancora soggetto a ricorso davanti alla Cassazione e la Procura Generale, come aveva fatto in passato, potrebbe impugnare la sentenza. Ma è comunque una vittoria per Beppino Englaro, che ha più volte parlato di accanimento terapeutico e dal 1999 ha ripetutamente chiesto la sospensione del trattamento, ricevendo solo risposte negative.

Adesso, però, i sanitari potranno staccare il sondino che tiene Eluana legata alla vita. Fonti giudiziarie rivelano infatti che il provvedimento dei giudici di Milano stabilisce l' interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale sia "immediatamente efficace". Spetterà alla sensibilità del padre di Eluana, e del curatore speciale, l'avvocato Franca Alessi, attendere il termine di legge di sessanta giorni, per l'eventuale impugnazione in Cassazione. E ora Beppino Englaro finalmente può dire: "Ha vinto lo stato di diritto".

Nell'ultima pagina del provvedimento col quale la Corte d'Appello di Milano autorizza la sospensione dell'alimentazione forzata a Eluana Englaro, i giudici scrivono anche una sorta di 'prontuario' al quale attenersi nel momento in cui si "staccherà la spina" che tiene in vita la giovane. Nel paragrafo intitolato "disposizioni accessorie cui attenersi in fase attuativa", i giudici scrivono: "(...) in accordo con il personale medico e paramedico che attualmente assiste o verrà chiamato ad assistere Eluana, occorrerà fare in modo che l'interruzione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale con sondino naso-gastrico, la sospensione dell'erogazione di presidi medici collaterali (antibiotici o antinfiammatori ecc.) o di altre procedure di assistenza strumentale avvengano in hospice o altro luogo di ricovero confacente. (...) Durante il periodo in cui la sua vita si prolungherà dopo la sospensione del trattamento e in modo da rendere sempre possibili le visite, la presenza e l'assistenza, almeno dei suoi più stretti familiari".

FONTE: Repubblica.it => http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia/eluana-eutanasia/eluana-eutanasia.html

Nessun commento:

Posta un commento

Sentitevi liberi di commentare l'articolo. Si richiede gentilmente il rispetto delle norme di netiquette esistenti su internet. I commenti sono moderati e verranno pubblicati dopo approvazione del blogger (limite di 24 ore). Il blogger si riserva il diritto di non pubblicare e/o cancellare i commenti che ritiene non adeguati alle regole di netiquette. Buona scrittura e grazie per il messaggio.

SENTIERI DELLA MEDICINA

In questo blog ci sono post e commenti

Commenti recenti

Post più popolari