Si calcola che vi siano circa 700 mila portatori di Epatite B cronica in Italia, dove ogni giorno 57 persone muoiono per cirrosi o tumore del fegato. Ma solo venticinquemila persone, poco piu' del 3%, sono in terapia, sebbene molte di piu' potrebbero trarre beneficio da trattamenti efficaci per arrestare l'evoluzione della malattia. Sono i dati presentati a Copenhagen, dove e' in corso il 44° Congresso dell'Associazione europea per lo studio del fegato (European Association for the Study of the Liver - EASL), il piu' importante appuntamento continentale sulle malattie epatiche e che vede la partecipazione di circa 7.400 esperti.
Se non trattata l'epatite B cronica evolve in cirrosi nel 10-20% dei casi ed in quasi la meta' di questi si verifica il decesso per insufficienza epatica o epatocarcinoma. Tuttavia, oggi affrontare l'epatite B cronica e controllarla senza sviluppare resistenze al virus e' possibile. Il 99% dei pazienti in cura con entecavir, molecola di nuova generazione e antivirale orale per il trattamento di questa malattia, non ha infatti sviluppato resistenza nei confronti del farmaco nel corso di sei anni di terapia. Secondo uno studio presentato al congresso di Copenaghen, il tasso di probabilita' cumulativa di resistenza e' infatti attorno all'1% a sei anni, risultato mai raggiunto nella storia farmacologica di questa malattia cronica, nei pazienti che non hanno seguito in precedenza alcun trattamento con antivirali orali. I dati confermano l'alta barriera genetica di entecavir e il bassissimo rischio di sviluppare resistenza.
La molecola ha anche dimostrato, dopo sei anni di somministrazione, di essere in grado di ridurre i danni a carico del fegato nel 96% dei pazienti. "Questi nuovi dati - afferma il prof. Pietro Lampertico dell'Universita' degli Studi di Milano - confermano che un trattamento a lungo termine con un antiretrovirale potente e che non causa insorgenza di resistenze e' potenzialmente in grado di arrestare il danno epatico e puo' perfino migliorare la fibrosi epatica".
Nell'ambito di questo studio sono stati valutati i risultati istologici a lungo termine in 57 persone non trattate in precedenza con un antivirale orale provenienti da due studi di fase III. Nel 96% dei pazienti (55 su 57) sono stati evidenziati miglioramenti nell'istologia epatica. Inoltre, nell'88% dei pazienti (50 su 57) si e' manifestata la riduzione della fibrosi epatica. Nel mondo vi sono circa 350 milioni di portatori cronici del virus, che e' responsabile dell'80% dei casi di tumore al fegato e di piu' di un milione di morti ogni anno. In Europa le persone colpite sono piu' di 10 milioni.
FONTE: Agi.it Salute
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