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AFORISMA DEL GIORNO

Chiedetelo a qualunque medico e saprà indicarvi l’istante esatto in cui è diventato medico. Generalmente non è il giorno della laurea in medicina. E qualunque esso sia, nessuno lo dimentica. Quel momento non si può dimenticare. Scatta l’interruttore, improvvisamente non stai più giocando a metterti il camice: il camice bianco ti appartiene. Ciò che potresti non notare è che essere un dottore ti cambia. (frase tratta dal telefilm Grey's Anatomy)

18 aprile, 2009

Approfonditi i meccanismi del fenomeno del "jet lag"

I ricercatori della New University of Washington (Usa) hanno scoperto che l'alterazione che si verifica nel fenomeno del “Jet Lag” coinvolge due gruppi distinti ma collegati di neuroni, collocati in una struttura chiamata nucleo suprachiasmatico, sotto l'ipotalamo. Normalmente i due gruppi sono sincronizzati, ma le alterazioni provocate dal fatto di volare attraverso vari fusi orari o dai cambi di turno sul lavoro possono mandare in tilt questi ritmi. Risultato? Il sonno profondo, che è più legato ai cicli luce-buio, in genere si adatta in un paio di giorni, ma il sonno Rem (quello dei sogni) può risultare alterato per una settimana e oltre. La ricerca, condotta dal team Horacio de la Iglecia sui ratti e pubblicata su “Current Biology”, spiega che per colpa del fuso orario la fase Rem inizia troppo presto, andando a scontrarsi con quella del sonno profondo.

"Abbiamo scoperto che, dopo aver esposto i ratti a un cambiamento del ritmo luce-buio che simula quello di un viaggio Parigi-New York, la fase Rem ha richiesto da 6 a 8 giorni per sincronizzarsi con il sonno profondo, quello che si sperimenta nella prima fase della notte", sottolinea de la Iglecia.

Non solo, le due fasi del sonno vanno in tilt immediatamente dopo la simulazione del jet lag. "Questo - ipotizza il ricercatore - potrebbe spiegare anche perché la sindrome è associata anche a più basse performance nell'apprendimento. Riteniamo che l'alterazione della normale sequenza di sonno circadiana sia, infatti, molto dannosa per l'apprendimento".

"Uno dei problemi è che ti ritrovi a fare delle cose in momenti in cui il tuo corpo non è pronto a farle. Un gruppo di neuroni dice al corpo di seguire l'ora di Parigi, l'altro che è l'ora di New York. Sei desincronizzato internamente", conclude il ricercatore, il cui lavoro è stata finanziato dai National Institutes of Health (Nih) americani. Lo scienziato punta ora a studi per verificare l'efficacia dei trattamenti disponibili, indagando sulle reazioni dei due centri neuronali, per 'raffinare' queste terapia e renderle ancora più utili a viaggiatori e turnisti affaticati dal jet lag.

FONTE: Adnkronos.it

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