La stem cell factory Stefano Verri dell'ospedale San Gerardo di Monza ha intenzione di sviluppare un laboratorio hi-tech dove verranno prodotte cellule ingegnerizzate con lo scopo di agire da farmaci per malattie oncologiche del midollo osseo e del sangue. Lo scopo ultimo è giungere ad una ampia produzione che consenta la vendita di queste cellule-farmaco anche ad altri centri italiani, privi degli strumenti necessari per provvedere da sè, a "costi abbordabili".L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha concesso l'autorizzazione per la produzione di farmaci sperimentali sotto forma di prodotti di terapia cellulare, quindi il laboratorio può produrre cellule staminali da inserire in protocolli per la ricerca sperimentale contro diverse patologie.
Il direttore del Programma trapianto di cellule staminali ematopoietiche (Cse), Cornelio Uderzo, ipotizza che le prime pubblicazioni arriveranno entro un anno, grazie ai numerosi casi trattati.In attesa che l'officina del San Gerardo possa presentarsi in qualità di produttore di terapie cellulari su ordinazione nel presente dell'ospedale c'è un programma trapianto che ha permesso alla rete composta dai due centri attivi nella clinica pediatrica e in quella di ematologia per adulti, al centro Aferesi e ai centri di ricerca Matilde Tettamanti e Stefano Verri, di ottenere l'accreditamento europeo Jacie (Joint accreditation committee-ISCT and EBMT), un certificato di qualità che certifica gli standard di eccellenza e colloca l'ospedale fra i primi in Europa sul fronte dei trapianti.
Quella del San Gerardo e' infatti fra le prime tre certificazioni ottenute in Italia su 50 centri che ne hanno fatto richiesta e fra le prime dieci in Europa per complessità di Programma trapianto. Attivi da circa vent'anni, i centri trapianti dell'ospedale lombardo, hanno eseguito oltre 1.100 trapianti, sia da donatori sia autologhi. Uderzo spiega "Per i pazienti trapiantati la percentuale di quelli guariti è nel complesso pari al 50-60%". Ora il laboratorio Verri e il centro di ricerca Tettamanti stanno concentrando i loro sforzi su quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali. Ad esempio quel 25% dei 400 bambini che ogni anno in Italia vengono colpiti da una leucemia acuta. A Monza le cellule ingegnerizate vengono utilizzate per contrastare le ricadute patologiche dopo i trapianti, per combattere il fenomeno di rigetto e come terapia contro virus farmacoresistenti, come il citomegalovirus o l'adenovirus.
FONTE: Molecularlab.it
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