Circa il 15% delle coppie italiane, cioe' una su cinque, ha problemi di fertilita' riconducibili nel 40% dei casi a patologie maschili. Malattie che in gran parte possono essere prevenute con visite andrologiche nella prima infanzia o nell'adolescenza. Lo specialista di riferimento per il maschio e' l'andrologo, eppure quando una coppia ha problemi di infertilita' si rivolge in prima battuta al ginecologo. Lo ricorda la Commissione fertilita' e procreazione medicalmente assistita per i rapporti istituzionali della Sia (Societa' italiana di andrologia), riunitasi a Roma per delineare il suo programma di intervento e i punti centrali su cui concentrera' la sua attivita', in collaborazione con il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, l'Istituto superiore di sanita' e gli assessorati regionali alla Salute.
"La Legge 40, che avrebbe dovuto portare ordine nella situazione confusa della cura dell'infertilita' in Italia, su questo punto ha fatto chiarezza solo in parte -affermano gli esperti in una nota- Se attraverso le Linee guida ministeriali, infatti, si assegnano all'andrologo funzioni rilevanti, la stesura delle Linee guida regionali per la definizione dei requisiti minimi strutturali, organizzativi e professionali dei Centri specializzati non ha sempre previsto l'inserimento vincolante di questa figura professionale".
Da qui la necessita' di un riconoscimento nazionale del ruolo dell'andrologo nella diagnosi e nella terapia dell'infertilita' di coppia, scrive la Sia. "Nella pratica clinica, per motivi di ordine culturale, spesso la coppia infertile si rivolge prevalentemente all'ostetrico-ginecologo, figura competente a diagnosticare e trattare l'infertilita' femminile -osserva Giancarlo Morrone, coordinatore della Commissione e responsabile Unita' di andrologia e fisiopatologia della riproduzione dell'Azienda ospedaliera di Cosenza- In cio', tuttavia, si annida il rischio di una sottovalutazione delle problematiche maschili che invece, se correttamente diagnosticate e trattate, consentono spesso di risolvere il problema nel modo piu' naturale possibile".
Non sempre e' necessario ricorrere alle tecniche di procreazione assistita: piu' della meta' dei casi di infertilita', assicurano gli esperti Sia, puo' essere risolto con un approccio graduale, ricorrendo a terapie mediche o chirurgiche con una significativa riduzione del ricorso a trattamenti complessi e costosi. "L'entrata in vigore della legge 40 ha avuto un notevole impatto sull'attivita' della procreazione medicalmente assistita in Italia, soprattutto nei casi di infertilita' maschile grave -continua Morrone- Infatti, se da una parte la legge e' servita a regolamentare il settore, dall'altra i dati ufficiali Iss evidenziano nel 2005 una significativa diminuzione delle gravidanze rispetto al 2003, pari al 3,6%, nonostante siano almeno 60 mila le coppie italiane che si rivolgono ogni anno alle strutture sanitarie per diagnosi e cura dell'infertilita'".
"Stime recenti valutano che il 33% circa delle coppie italiane si trasferisce all'estero alla ricerca di una soluzione -spiega Rocco Rago, coordinatore della Commissione- La Commissione fertilita' si pone quale obiettivo principale quello di garantire a tutte le coppie l'equita' di accesso alle tecniche di procreazione assistita in tutta Italia, riducendo cosi' il turismo procreativo nazionale ed internazionale", sottolinea Rago.
Pur riconoscendo alle attuali Linee guida importanti innovazioni, la Commissione fertilita' e procreazione medicalmente assistita per i rapporti istituzionali della Sia lavorera' per "rafforzare la campagna di informazione sul ruolo centrale dell'andrologo nella diagnosi e terapia del maschio infertile; valorizzare il ruolo di questo specialista nei centri di Pma; uniformare la figura dell'andrologo nei differenti regolamenti regionali sulla base delle Linee guida nazionali. Ma anche ovviare al divieto di crioconservazione degli embrioni, migliorando le tecniche di crioconservazione e scongelamento degli ovociti; e, infine, garantire alle coppie equita' di accesso ai trattamenti in termini di competenze professionali e sicurezza, colmando il divario attualmente esistente tra le diverse regioni".
La Commissione fertilita' e procreazione medicalmente assistita e' costituita da Coordinatori: Giancarlo Morrone, responsabile Uos di andrologia e fisiopatologia della riproduzione Azienda ospedaliera di Cosenza; Rocco Rago, responsabile Uos di andrologia e fisiopatologia della riproduzione ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Membri: Giorgio Franco, associato del Dipartimento di urologia del Policlinico Umberto I di Roma; Ermanno Greco, direttore Centro di medicina e biologia della riproduzione presso l'European Hospital di Roma; Giulietta Micara, biologa del Policlinico Umberto I, Servizio di Pma, Roma; Chiara Simonelli, associato presso la Facolta' di psicologia 1 dell'Universita' La Sapienza di Roma; Maria Nicotra, Policlinico Umberto I Universita' di Roma La Sapienza, Servizio speciale Sterilita' coniugale.
FONTE: Aduc Salute => http://www.aduc.it/dyn/salute/noti.php?id=224991
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