Un estratto in "polvere" di cellule che tuttavia possono rivivere, permettendo la conservazione delle specie animali più preziose. E’ quanto si sta appurando il gruppo coordinato dall'italiano Pasqualino Loi, il "padre" del primo animale selvatico clonato (il muflone denominato "Ombretta") e supportata dall’Istituto Zootecnico di Cagliari e di Teramo. La ricerca consiste nella possibilità di riottenere delle cellule adulte di pecora partendo dal loro patrimonio genetico, cioè dal Dna, conservato in estratti cellulari congelati. Questo permetterebbe di creare delle cellule dal patrimonio genetico "eterno", da cui un giorno avere la possibilità di ottenere "embrioni" da fecondare. La tecnica faciliterebbe la realizzazione di biobanche per tutelare le specie in pericolo sostituendo la tecnica di conservazione in azoto liquido, un procedimento dai costi notevoli. È entusiasta Carlo Alberto Redi, direttore scientifico della Fondazione Irccs policlinico San Matteo di Pavia, commentando lo studio firmato anche da ricercatori italiani. "Una scoperta fantastica e un grande successo: erano anni che si era alla ricerca di valide alternative alla metodica della crio conservazione delle cellule e ora ne possediamo una semplice, poco costosa e dalle future enormi applicazioni. In passato avevamo effettuato alcuni studi del genere” - racconta l'esperto all'agenzia Adnkronos Salute – "ma finora solo su spermatozoi, che per la loro struttura genetica compatta sono notoriamente più facili da lavorare. Ora però essere riusciti a ridurre in forma liofilizzata questo tipo di cellule è davvero un grande avanzamento scientifico, soprattutto ai fini della clonazione. Si sente parlare ogni giorno di scoperte che appaiono importanti, ma posso dire che questa lo è veramente. E si tratta di un metodo che potrà essere utilissimo in moltissimi altri campi, come quello dell'archeologia: basti pensare a materiale museale come i resti dei mammuth, che in tal modo si potrebbero conservare e studiare con comodità”. «La liofilizzazione è una nuova tecnica di conservazione delle cellule animali molto interessante», conferma Cesare Galli, il “padre” del toro “Galileo”, della cavalla “Prometea” e di tanti altri animali “clonati”», nonchè direttore del Laboratorio di tecnologie della riproduzione (Ltr) di Cremona. Uno studio “interessante anche se per il momento non sono ancora nati dei piccoli in questo modo. La tecnica facilita la realizzazione di biobanche per tutelare le specie in pericolo. Al momento, infatti, le cellule si conservano in azoto liquido, un procedimento dai costi notevoli”. Insomma, la clonazione attraverso cellule liofilizzate potrebbe rappresentare la salvezza per alcune specie animali. I ricercatori internazionali sono infatti riusciti a ridurre cellule somatiche di pecora in forma liofilizzata, a conservarle a temperatura ambiente per lungo tempo e a farle poi rivivere, utilizzandole per formare degli embrioni. «Poter disidratare queste cellule permette di conservarle più facilmente e poi riutilizzarle, anche in Paesi come l'Africa e il Sud-est asiatico, dove lo stoccaggio in altro modo sarebbe complesso”. Si tratta di un passo avanti anche se ancora occorre dimostrate che in questo modo “si può effettivamente arrivare alla nascita di un animale vivo”, conclude Galli, che meno di sei mesi fa ha festeggiato la nascita del piccolo Pegaso, il figlio di Prometea.
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