Un gruppo di ricercatori dell'Università del Michigan ha individuato sette geni implicati in qualche misura nell'insorgenza della psoriasi. Lo studio, pubblicato sul giornale "Nature Genetics", ha passato al setaccio il patrimonio genetico di 1.409 soggetti affetti da psoriasi e di 1.436 individui sani con antenati europei. Lo scopo era scoprire variazioni rivelatrici nei geni-chiave. I ricercatori, guidati dal professor James Elder, della facoltà di Dermatologia dell'università, hanno poi esteso l'osservazione a 21 delle più interessanti sequenze del Dna di altri 5.048 psoriasici e delle sequenze di altri 5.041 soggetti sani. Le variazioni in almeno sette geni hanno indicato il rischio di una risposta immune incontrollata che scatena la psoriasi. Alcuni dei geni osservati sono gia' obiettivo di terapie efficaci contro la psoriasi; altri potrebbero esserlo in futuro.
La psoriasi è una delle più comuni forme di dermatite cronica nel mondo.
Viene riscontrata nel 1-2% della popolazione generale, nel 2% della popolazione della Gran Bretagna, nel 2,6% della popolazione USA e in percentuali minori nei paesi dell’Africa occidentale e del Giappone. È una malattia infiammatoria della pelle, non infettiva, solitamente di carattere cronico e recidivante (per questo un soggetto affetto da psoriasi non sarà mai completamente guarito, ma avrà momenti in cui gli effetti della malattia sono meno incisivi).
Può presentarsi a qualunque età, ma è più comune dai 10 ai 40 anni, e in particolare al momento della pubertà e della menopausa.
Le manifestazioni più comuni sono papule e placche eritematose ben delimitate ricoperte di scaglie argentee o opalescenti. Le lesioni sono di varie dimensioni e la severità può variare da pochi punti di desquamazione di tipo forforoso a dermatosi generali con artrite (artrite psoriasica), esfoliazioni ed eruzioni debilitanti. Nonostante il nome significhi "condizione pruriginosa" il prurito non è sempre presente; in alcuni casi i pazienti si grattano così tanto da portare a una superimposizione di lichen simplex cronico.
I siti più comuni per le lesioni sono lo scalpo (inclusa la zona retroauricolare), le zone di estensione di gomito e ginocchio e la zona lombo-sacrale, ma in alcune sue forme si trova nelle zone di flessione, sui genitali e sulla pianta dei piedi e il palmo delle mani. Le lesioni guariscono senza lasciare cicatrici e senza disturbare la crescita dei peli.
Il 30-50% dei soggetti presenta degenerazioni delle unghie, con ipercheratosi, ispessimento, detrito subunguale, onicolisi, distorsione. Nella fase eruttiva un trauma può causare la comparsa di lesioni lineari (fenomeno di Koebner).
AFORISMA DEL GIORNO
25 gennaio, 2009
1 commento:
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Ho letto l'articolo e mi è sorta una domanda: a allora? con questo studio cosa abbiamo risolto in concreto? e ancora, quando avremo una cura che non incida con effetti collaterali devastanti per altre parti del corpo?
RispondiEliminaScusate lo sfogo ma non ne posso più di vedere soffrire mio marito senza poterlo aiutare in modo reale.
Roberta