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Ho detto al mio dottore che mi sono rotto la gamba in due posti. E lui mi ha risposto: La smetta di andare in quei posti! (Henny Youngman)

11 gennaio, 2009

HIV e Apobec3: a buon punto il progetto di farmaci che consentono di produrre anticorpi contro il virus

In un articolo pubblicato sull'ultimo numero di "Science" i ricercatori del “Gladstone Institute of Virology and Immunology” (GIVI) e del “National Institutes of Allergy and Infectious Diseases” (NIAID) pubblicano l'identificazione di un gene capace di influenzare la produzione di anticorpi capaci di neutralizzare l'HIV.
È del 1978 la scoperta nel topo del gene Rfv3 che influenza la produzione di anticorpi contro un retrovirus, ma solo nel 1999 è stato possibile localizzare il gene sul cromosoma 15, in una ridotta sezione comprendente altri 60 geni.
Ora il gruppo di biologi diretti da Warner C. Greene ha dimostrato l'esistenza del legame fra Apobec3 e la produzione di anticorpi neutralizzanti.
Tale scoperta risulta applicabile sul retrovirus dell'HIV in quanto esso utilizza uno dei geni studiati, Vif, per disattivare in modo mirato le proteine Apobec3 umane, impedendo così la produzione di anticorpi neutralizzanti.
Greene commenta "Siamo sul punto di risolvere un mistero trentennale della biologia dei retrovirus e sulla strada di una scoperta che può avere un impatto sullo sviluppo futuro di vaccini contro l'Hiv"
Grazie a questo studio sarà quindi possibile progettare farmaci e vaccini che interferendo con Vif consentano la produzione naturale di anticorpi contro il virus.
È possibile inoltre spiegare così il fenomeno di resistenza di alcune persone nei confronti dell'infezione da Hiv nonostante frequenti esposizioni al virus. Questi soggetti producono un particolare tipo di anticorpi che riconoscono il virus e gli studi sulla mappatura genetica sulla resistenza di questi individui hanno portato a identificare una regione cromosomica in cui sono contenuti proprio i geni Apobec3.

Il gene Apobec3 è un membro della famiglia genica delle citidine deaminasi. E’ uno dei sette geni correlati o pseudogeni trovati in un cluster attraverso le ricerche compiute con la duplicazione e l’amplificazione delle sequenze geniche del cromosoma 22. Membri di questa sequenza codificano proteine che sono strutturalmente e funzionalmente correlate all’ RNA-editing mirando soprattutto a modifiche su citosina e uracile. E’ probabile che queste proteine abbiano un ruolo importante nella mitosi e nel controllo del ciclo cellulare.

Fonte: Molecularlab.it

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