Le persone anziane che dormono troppo hanno livelli più alti di colesterolo e quantità inferiori di colesterolo "buono" o Hdl, secondo una ricerca olandese. Sembra che in età non più giovane sia fondamentale dormire il numero giusto di ore: come già osservato da altri studi, le persone che riposano meno di sette ore a notte e quelle che ne dormono più di otto con più probabilità sviluppano malattie di cuore, anche se il motivo non è chiaro, scrivono la Dr.ssa Julia F. van den Berg dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam e i colleghi sulla rivista Psychosomatic Medicine. Il team olandese è partito dall'ipotesi che il colesterolo potesse essere un fattore implicato in questo fenomeno. La Dr.ssa van den Berg e i colleghi hanno perciò messo a confrono la durata del sonno e i livelli di colesterolo, nonchè la proporzione tra colesterolo totale e Hdl, in 768 uomini e donne dai 57 ai 97 anni. Nel complesso, ha scoperto il team, le persone che dormivano di più avevano i livelli di colesterolo più alti. È possibile, dicono i ricercatori olandesi, che le persone che passano più tempo a letto siano meno attive e di conseguenza abbiano il colesterolo più alto, ma il collegamento tra sonno frammentato, tipico di molti anziani, e colesterolo basso, come osservato in questo studio, è più difficile da spiegare.
Il sonno è definito come uno stato di riposo opposto alla veglia. In realtà questa definizione, come altre definizioni che si possono trovare su vari dizionari (periodica sospensione dello stato di coscienza durante il quale l'organismo recupera energia; stato di riposo fisico e psichico, caratterizzato dalla sospensione, completa o parziale, della coscienza e della volontà, dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e dall’interruzione parziale dei rapporti sensomotori del soggetto con l’ambiente, indispensabile per il ristoro dell’organismo) non è completamente vera. Come la veglia, infatti, il sonno è un processo fisiologico attivo che coinvolge l'interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale ed autonomo.
Infatti, benché il sonno sia rappresentato da un apparente stato di quiete, durante questo stato avvengono complessi cambiamenti a livello cerebrale che non possono essere spiegati solo come un semplice stato di riposo fisico e psichico. Ad esempio, ci sono alcune cellule cerebrali che in alcune fasi del sonno hanno una attività 5-10 volte maggiore rispetto alla veglia. Due caratteristiche fondamentali distinguono il sonno dallo stato di veglia: la prima è che il sonno erige una barriera percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, la seconda è che uno stimolo sensoriale (ad esempio un rumore forte) può superare questa barriera e svegliare chi dorme. Un adeguato sonno è biologicamente imperativo ed appare necessario per sostenere la vita.
Fonte: Agi.com
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