Dal 21° congresso internazionale dei medici biologi tenutosi in questi giorni a Loano (in Liguria), il presidente dell’ordine nazionale Ernesto Landi ha dichiarato, in un documento ufficiale consegnato ai maggiori organi del governo italiano, come “gli ultimi atti legislativi del governo di fatto minacciano la libera espressione della ricerca scientifica, grande patrimonio del nostro paese. E a questa minaccia si affianca quella che attenta alle potenzialità tecnico-scientifiche dei biologi".
Come rappresentante degli oltre 45000 biologi italiani, il presidente ha espressa la sua apprensione per il futuro della professione biologica in Italia, dichiarando come l’Ordine debba “guidare la transizione aumentando più che mai, in un momento di crisi , la capacità professionale di incidere sul mercato del lavoro".
Oltre ai recenti avvenimenti e alla crisi economica che si sta riflettendo su ogni settore, nel congresso si è parlato anche di temi quali le moderne tecnologie molecolari e la sicurezza ambientale.
E sono proprio i dati relativi allo sbocco nel campo biologico dei neolaureati a destare preoccupazione, registrando segnali di chiara sofferenza.
Il 65% dei laureati di primo livello (cioè dopo 3 anni di studi) in discipline geobiologiche si iscrive alla laurea specialistica (altri 2 anni) perchè meno del 10% dei laureati triennali trova occupazione. È il dato più basso tra i laureati triennali di tutte le discipline in Italia.
Il dato sale all'83% se si considerano anche i laureati di primo livello che lavorano e contemporaneamente sono iscritti alla laurea specialistica, in linea con la media nazionale, con l'8,5% impiegati nel settore industriale e l'87,3% impiegati nei servizi (ma solo il 52% dei biologi a cinque anni dalla laurea ha un lavoro stabile). Il guadagno mensile netto ad un anno si aggira intorno ai 775 euro per i laureati triennali e 910 euro per la laurea specialistica rispetto ad esempio al gruppo medico (euro 1265) e ad ingegneria (1208 euro).
Altro dato preoccupante riguarda gli studi all'estero. Solo il 3,5% dei laureati del settore ha una esperienza di questo tipo, sebbene la ECBA, cioè la Associazione dei Biologi Europei, "guardano all'Ordine dei Biologi Italiani come ad un modello organizzativo da imitare e non certo come ad un anacronistico strumento risalente al medioevo". Per il futuro Landi assicura: "l'Ordine diventerà sempre più gestore e garante dell'eccellenza professionale e mai di automatismi corporativi per garantire spazi di attività."
AFORISMA DEL GIORNO
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