Uno studio francese conferma il legame tra i pesticidi e il morbo di Parkinson. La ricerca, pubblicata dagli Annals of Neurology, conferma quanto gia' evidenziato da studi precedenti: l'esposizione di chi alvora a stretto contatto con i pesticidi puo' essere uno dei fattori ambientali che scatena il Parkinson. L'equipe francese ha scoperto che, tra quasi 800 adulti, tra cui alcuni malati di Parkinson, quelli che lavoravano nel settore agricolo ed erano quindi esposti ai pesticidi correvano un rischio piu' alto di sviluppare la malattia, che cresceva con il periodo di esposizione, rafforzando la teoria del rapporto causa-effetto. "Il nostro studio ha dimostrato che il rischio saliva com l'aumentare del numero di ore o di anni di esposizione", ha dichiarato il dottore Alexis Elbaz della "Inserm" di Parigi. Secondo lo studio francese sarebbero particolarmente pericolosi gli insetticidi e, tra questi, quelli organoclorini, molto usati in passato e che permangono a lungo nell'ambiente. L'equipe di Elbaz ha tuttavia esaminato l'esposizione per motivi di lavoro (come accade agli agricoltori) e non e' in grado di dire se anche un'esposizione piu' bassa possa essere un fattore di rischio per sviluppare il Parkinson. Il Parkinson e' una malattia degenerativa del cervello in cui le cellule che producono dopamina gradualmente muoiono o smettono di funzionare. La dopamina aiuta a regolare il movimento, per questo man mano che la malattia progredisce i pazienti hanno sempre piu' difficolta' a muoversi e a parlare. La causa del Parkinson non e' nota, ma le ricerche puntano il dito contro una combinazione di fattori genetici e ambientali, tra cui alcuni agenti chimici o infezioni virali.
FONTE: Agi.it Salute
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