Nel giorno dell’ottantesimo anniversario della nascita della penicillina ad opera di Fleming una equipe di ricercatori olandesi ha annunciato di essere riuscita a decodificare il gene da cui è codificata una molecola appartenente alla classe delle “penicilline” e a manipolarlo per ottenere forme di molecole che possono rendere i batteri meno refrattari. Le penicilline sono antibiotici beta-lattamici isolati da prodotti del metabolismo di alcune specie di Penicillium, in particolare Penicillium notatum e Penicillium chrysogenum. Questa scoperta potrebbe permettere la sintesi di nuovi tipi di antibiotici più resistenti e garantenti un minore rischio di complicazioni o interazioni chimiche con altri farmaci. Afferma il prof. Hugh Pennington, esperto di batteriologia all'Università di Aberdeen. "Tramite frammenti di DNA corrispondenti al gene sarà possibile migliorare le tecniche di sintesi in vitro e, manipolando la catena nucleica, avremo modo di creare molecole che risultino maggiormente efficaci"
Le penicilline sono attive contro la maggior parte dei batteri gram positivi come gli stafilococchi e gli streptococchi, contro gli spirilli (Treponema pallidum), contro gonococchi e meningococchi. Nonostante le penicilline siano antibiotici battericidi, a causa dell'intenso uso che se ne è fatto ed alla produzione di particolari enzimi (penicillinasi o β-lattamasi ) da parte dei germi, spesso si incorre in fenomeni di resistenza batterica. La scoperta dell'azione antibatterica di alcune muffe è da attribuire a Vincenzo Tiberio che descrisse il fenomeno alla fine del XIX secolo, anche se poi le ricerche che portarono all'impiego della penicillina presero il via dalla riscoperta compiuta da Alexander Fleming che a Londra, nel 1928, osservò che in una piastra di coltura contaminata da una muffa, la crescita batterica era inibita; così nacque la penicillina G capostipite di tutta la famiglia, usata ora solo come profarmaco per sintetizzare le nuove penicilline. La penicillina G era attiva solo su Gram positivi e per effettuare iniezioni endovenose doveva essere salificata (penicillina G sodica o potassica) ma ciò la rendeva estremamente caustica e dolorosa. È solo dal 1940 comunque, che la penicillina viene utilizzata contro infezioni batteriche. Nel 1943 l'industria americana, spinta dalle necessità belliche, ne iniziò la produzione a livello industriale, rivoluzionando il mondo della medicina e creando una nuova era per la moderna farmacoterapia.
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