La ricerca italiana sull'epatite C ha ottenuto due importanti riconoscimenti internazionali con la pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica "Gastroenterology" degli studi indipendenti condotti presso l'Ospedale Cardarelli di Napoli (studio Ascione et al.) e presso l'Ospedale Maggiore, Università degli studi di Milano (Studio MIST). I risultati di entrambi gli studi dimostrano che l'attuale terapia di riferimento con "peginterferone alfa-2a", molecola in grado di bloccare lo sviluppo del virus dell'epatite C, associato a ribavirina è più efficace rispetto agli altri regimi di trattamento. I due studi hanno coinvolto in totale oltre 700 pazienti italiani e hanno valutato il livello di efficacia (percentuale di blocco dell'attività del virus C) del trattamento con peginterferone alfa-2a in combinazione con ribavirina, ripetto al trattamento con peginterferone alfa-2b e ribavirina. In particolare il primo studio, Ascione et al., ha coinvolto 320 pazienti con epatite C cronica, e ha evidenziato un tasso di regressione del virus HCV (Risposta Virologica Sostenuta - SVR) significativamente superiore nei pazienti trattati con peginterferone alfa-2a ripetto ai pazienti trattati con peginterferone alfa-2b, entrambi in associazione con ribavirina. Il secondo studio, MIST, ha coinvolto oltre 400 pazienti e ha valutato l'efficacia e la tollerabilità del trattamento con peginterferone alfa-2a in combinazione con ribavirina, rispetto al trattamento con peginterferone alfa-2b e ribavirina. Le rilevazioni effettuate sui due gruppi di pazienti randomizzati, trattati rispettivamente con peginterferone alfa-2a e peginterferone alfa-2b, hanno evidenziato che, sebbene i due regimi di trattamento abbiano mostrato profili simili di sicurezza e tollerabilità, il trattamento con peginterferone alfa-2a ha determinato una percentuale di eradicazione del virus (Risposta Virologica Sostenuta - SVR) significativamente superiore rispetto al trattamento con peginterferone alfa-2b (rispettivamente, 66% vs 54%; p = 0,02). Secondo i dati dell'Oms l'epatite C colpisce circa 180 milioni di persone nel mondo e si stima che siano circa 1 milione gli italiani che hanno contratto infezione cronica con il virus HCV. L'infezione si trasmette principalmente attraverso il sangue e i suoi derivati ed è la principale causa di cirrosi, insufficienza epatica e tumore del fegato. La diagnosi e il trattamento tempestivi sono fondamentali per contrastare queste conseguenze e ridurre i rischi per il paziente. Gli schemi terapeutici attuali con peginterferone e ribavirina stanno sensibilmente migliorando le possibilità di cura; gli studi sopracitati confermano che la combinazione di peginterferone alfa-2a e ribavirina consente di eradicare il virus in più del 50% dei pazienti trattati e di bloccare la progressione della malattia.
FONTE: Agi.it Salute
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