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AFORISMA DEL GIORNO

01 marzo, 2010

Aspirina e udito: uno studio conferma rischio ototossicità causata dall'assunzione cronica di fans


Uno studio dell'università di Harvard, pubblicato dall'American Journal of Medicine, sancisce come l'uso regolare di alcuni farmaci comuni come l'aspirina e gli antinfiammatori non steroidei è legato fortemente alla perdita parziale di udito negli uomini sotto i 60 anni. I ricercatori hanno utilizzato i dati di una ricerca che ha seguito più di 26 mila uomini americani ogni 2 anni per 18 anni, a cui veniva somministrato un questionario contenente fra le altre domande sull'udito e sull'uso di farmaci, in particolare analgesici. L'analisi statistica ha trovato che l'uso di aspirina sotto i 60 anni aumenta del 33 per cento il rischio di danni all'udito, mentre nessuna associazione è stata trovata per i più anziani. Per quanto riguarda i Fans, l'aumento di probabilità trovato è stato del 61 per cento sotto i 50, del 32 per cento negli under 60 e del 16 per cento negli altri, mentre per l'acetaminofene gli utilizzatori regolari avevano il 99 per cento di probabilità in più di perdita di udito sotto i 50, il 38 per cento in più tra i 50 e i 59 e il 16 per cento sopra questa età. Secondo gli esperti, le proprietà ototossiche di aspirina e acetaminofene erano già note, ma è la prima volta che si quantifica così precisamente il rischio di perdita di udito. L'acido acetilsalicilico o ASA (IUPAC: acido 2-(acetilossi)benzoico), meglio conosciuto con l'italianizzazione in "aspirina" del suo primo nome commerciale tedesco di larga diffusione, è un farmaco antiinfiammatorio non-steroideo (FANS) della famiglia dei salicilati. Il composto trova impiego solo, od associato ad altri principi e a moderatori degli effetti collaterali come analgesico per dolori lievi, come antipiretico (per ridurre la febbre) e come antiinfiammatorio. Ha, inoltre, un effetto antiaggregante e fluidificante sul sangue, per questo il suo uso a piccole dosi aiuta a prevenire a lungo termine gli attacchi cardiaci. Il nome "Aspirin" è stato inizialmente un marchio commerciale coniato dalla Bayer, ma in diverse lingue si è volgarizzato diventando il termine generico per indicare l'acido acetilsalicilico, indipendentemente dalla perdita legale della capacità distintiva necessaria alla sua validità come marchio di commercio. In Italia il marchio è legalmente in vigore, ed acido acetilsalicilico e acetilsalicilati, puri o in combinazione con eccipienti, sinergici e/o moderatori degli effetti collaterali si trovano sotto diversi nomi commerciali come analgesici antipiretici ed antiaggreganti (secondo il prontuario farmaceutico nazionale, con i nomi di ascriptin, cardioaspirina, aspegic, aspidol, flectadol, e diversi altri tra i parafarmaci non censiti dal prontuario). In passato questi farmaci hanno trovato largo impiego nel combattere i sintomi dell'influenza; oggi si tende a ricorrere ad altri FANS, quali il paracetamolo, che in alcuni casi hanno effetti epato-tossici più pronunciati. Gli effetti collaterali più indesiderati - specialmente ad alti dosaggi per assunzione a stomaco vuoto - riguardano il tratto gastro-intestinale, dove si possono avere ulcere ed emorragie. Il meccanismo di azione coinvolge la riduzione della sintesi di sostanze che proteggono la mucosa gastrica. Per ridurre questi effetti spesso vengono aggiunti composti di natura basica, od ad effetto tampone, nonché associati farmaci ad effetto gastro protettivo o/e inibitori della pompa idrogenionica cellulare, o simili inibitori della secrezione cloridrica. Un altro effetto collaterale sgradito, dovuto proprio alle proprietà anticoagulanti, è l'aumento della perdita di sangue nelle donne durante le mestruazioni e il rischio di emorragia critica perioperatoria.

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