Tumori al seno in aumento, soprattutto nelle donne giovani: è sempre più necessario effettuare screening accurati per la diagnosi precoce. Secondo uno studio il numero di nuove neoplasie cresce soprattutto tra le donne fra i 25-44 anni (+28,6% negli ultimi 6 anni contro un 13,8% di crescita del totale di questo tipo di tumori). E tale aspetto è stato sottolineato proprio in occasione della presentazione della Tomosintesi, una mammografia tridimensionale ad alta definizione che permetterà di diagnosticare con maggior precisione l'eventuale presenza di tumori al seno. Se fino a questo momento per eseguire questo specifico esame era necessario recarsi presso le strutture sanitarie di Torino o di Genova, le uniche due città sul territorio italiano a possedere tal macchinario, ora sarà possibile farlo anche nella clinica Paideia di Roma dove, proprio in questi giorni, è stata sperimentata la nuova apparecchiatura.
La responsabile del centro diagnostico, Barbara Pesce, ha dichiarato che: “la Tomosintesi è strumento che permette di studiare la mammella a strati dove appunto la mammella viene scomposta in tante immagini che poi, sovrapposte, ricostruiscono la figura della mammella nella sua completezza – e aggiunge – tutto ciò si traduce in un grande vantaggio nel caso di seni difficili da leggere, come ad esempio quelli densi, che possono così essere studiati più in dettaglio svelando lesioni che altrimenti sarebbero mascherate con le tecniche tradizionali”. A giustificare l'esiguo numero di ospedali dotati di tale tecnologia sarebbe l'elevato costo di quest'ultima, circa 750 mila euro, ma la spesa è compensata dai risultati ottenuti dalle prime analisi, che hanno diagnosticato a diverse donne la presenza di masse tumorali nascoste che non erano emerse dalle classiche mammografie bidimensionali.
“Stiamo avviando uno studio per capire quali siano i soggetti più indicati per questa analisi – precisa la dottoressa Pesce – per ora i criteri che seguiamo sono di eseguire l'esame su mammelle dense, oppure operate, quindi più difficili da studiare con le tecniche tradizionali. Inoltre andrebbe usata su pazienti che hanno familiarità con i tumori alla mammella e tra i 40 e i 60 anni”. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che negli ultimi 6 anni è aumentato del 13,8% il numero di neoplasie, soprattutto nelle donne tra i 25 e i 40 anni. “È assurdo – commenta la direttrice della clinica Paideia – che in alcuni stati come gli USA si parli di posticipare gli screening. L'incidenza sta aumentando, soprattutto nelle donne giovani, e la mortalità cala proprio perché con una diagnosi precoce è possibile prendere i tumori in tempo”.
Fonte: ansa.it e primapress.it
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