I ricercatori della University of Minnesota, autori di un articolo pubblicato sulla rivista "Nature Structural and Molecular Biology", hanno scoperto un ulteriore sistema che protegge le cellule dalla presenza di DNA esogeno o endogeno potenzialmente pericoloso per la propria sopravvivenza. "Il DNA danneggiato, oppure quello proveniente da un organismo esterno, è potenzialmente dannoso per le cellule" ha spiegato Ruben Harris del College of Biological Sciences, ricercatore a capo dello studio. "E' necessario quindi un meccanismo di sicurezza per impedire a questo DNA di fare danni".
I ricercatori hanno scoperto che un enzima del sistema immunitario, chiamato APOBEC3A, ha questo particolare compito: riconosce il DNA estraneo e trasforma le sue basi azotate. "Le citosine (una delle quattro basi azotate tipiche del DNA) vengono cambiate in uracili, delle basi atipiche" ha detto Harris. "Nel corso del tempo, nell'uracile si accumulano mutazioni tali da disattivare la capacità di quel frammento di DNA di codificare proteine. In seguito, altri enzimi raccolgono i frammenti di DNA contenenti uracile e li distruggono".
La capacità delle cellule umane di distruggere il DNA dannoso era nota da tempo, e che certe cellule sanno riconoscerlo meglio, ma mancava una spiegazione molecolare alla base di questo fenomeno. "Comprendendo come funziona questo meccanismo, possiamo aprire la strada a terapie genetiche" ha detto Harris. "Potremo sviluppare dei metodi per disabilitare alcune parti di DNA, disattivando i geni dannosi senza influenzare quelli benefici.
Fonte: Agi.it Salute
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