L'incremento dell'utilizzo delle tecnologie ha portato a una progressiva dipendenza che non coinvolge più gli "addetti del settore" o i semplici ragazzi esperti o "nerd" ma si estende gradualmente a numerose fasce di popolazione, con particolare attenzione per le persone over30, forse le più esposte. Al Policlinico Gemelli di Roma è nato il primo centro di cura per la dipendenza da internet, causata magari da chat e social network come Facebook e Msn. Una dipendenza che nei casi patologici provoca un comportamento ossessivo verso il web.
Una recente ricerca americana avrebbe stimato in circa il 10% degli iscritti (oltre 60 milioni in tutto il mondo) la quantità di persone dipendenti dal sito Facebook e che ne farebbero un utilizzo "smodato" con situazioni tipiche, quali il consultare il sito in modo compulsivo e a passarvi molte ore online senza rendersi conto dello trascorrere del tempo. Secondo i dati di uno studio dell'università di Perugia su 10 persone 4 possono sviluppare abusi o dipendenza da internet, la maggior parte delle volte in modo inconsapevole.
Quanto creato al policlinico Gemelli è stato per lo più una "estensione": il luogo era infatti già frequentato da chi cercava la guarigione da patologie più gravi quali la dipendenza dal gioco d'azzardo, dall'alcol e dalle droghe. Ora l'ambulatorio, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 13,30, accoglierà anche i malati della rete.
"L'utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza - ha spiegato al sito Tgcom.it lo psichiatra Federico Tonioni, coordinatore dell'associazione "La Promessa" che collabora all'attività - Garantiremo ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l'astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet". "In teoria si potrebbe dire che questo tipo di patologie di dipendenza da internet si sta diffondendo a livello epidemico. Sono sempre più frequenti i casi di impiegati interdetti da internet perché connessi soprattutto ai social network, in particolare Facebook. Per questo basta riflettere sul fatto che che sei aziende su 10 in Italia hanno introdotto limitazioni alla rete internet aziendale".
Il protocollo di intervento della cura dell' "Internet Addiction" prevede tre "passi" principali: un colloquio iniziale, incontri successivi per individuare la psicopatologia sottostante, eventualmente contenuta con un'appropriata terapia farmacologia, e l'inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione.
Tonioni ha specificato che, oltre a quella dai social network (cyber-relational addiction), esistono anche altre forme di dipendenza su internet, per esempio dal sesso virtuale e la pornografia (cyber-sexual addiction), dal gioco d'azzardo, shopping e commercio online (net-compulsion), dal coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali o di ruolo (computer addiction) e infine dalla ricerca ossessiva di informazioni (information overload). Quest'ultima forma, sempre secondo una ricerca statistica, sarebbe anche la più "affascinante", cioè la ricerca di conoscenza e di informazioni su di un argomento specifico prima e su molti argomenti poi, qualcosa che porterebbe gradualmente a una inesorabile dipendenza da "ultima notizia".
FONTE: tgcom.it
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