E' stata registrata in Norvegia una mutazione del virus h1n1 della nuova influenza in tre casi distinti. Lo ha annunciato oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Il virus era stato isolato da due casi di decessi avvenuti in Norvegia e da un paziente con la malattia allo stato avanzato. Gli scienziati hanno analizzato 70 pazienti in condizioni cliniche senza però riscontrare il cambiamento e questo proverebbe la lenta espansione nel Paese.
L'Oms ha fatto notare che mutazioni dello stesso tipo erano già state riscontrate in Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e Usa all'inizio di aprile ma non c'era stata alcuna evidenza di ulteriori contagi o casi di morte. L'analisi fa parte del sistema di sorveglianza sul virus pandemico attivato in Norvegia che, con 23 casi di morti per influenza, è tra gli stati meno colpiti d'Europa. Secondo il documento dell'Istituto il cambiamento del virus non appare influire sull'efficacia del vaccino o del trattamento antivirale.
L'Oms ha infatti precisato che la mutazione resta sensibile agli antivirali, Oseltamivir-Tamiflu e Zanamivir e che gli "studi mostrano come i vaccini pandemici attualmente disponibili conferiscano protezione". Secondo Gianni Rezza, epidemiologo dell'Istituto superiore di Sanità: "La mutazione lascia inalterata l'efficacia di antivirali e vaccino. Inoltre il fatto che tali mutazioni sporadiche si riscontrino da un certo periodo indica che il virus mutato non ha una grande capacità diffusiva ed è meno contagioso". Non è della stessa opinione il professor Fabrizio Pregliasco, virologo all'università di Milano, che ha detto: "La mutazione del virus dell'influenza A può invece incidere sul vaccino, riducendo la percentuale di protezione".
Le autorità sanitarie statunitensi hanno comunicato in serata che quattro persone nello stato del North Carolina sono risultate positive a un tipo di virus della nuova influenza resistente in effetti al farmaco Tamiflu. I quattro casi sono stati registrati presso il centro medico della Duke University, a Durham, nelle ultime sei settimane.
Certo è che questo tipo di mutazione "adattiva" si esprime inizialmente in un numero limitato di casi ma con il trascorrere del tempo la sua capacità di diffusione può aumentare in maniera progressiva. Per i virologi questo processo è il più auspicabile perché permette di programmare contromisure efficaci. Già ieri, ribadendo l'importanza della vaccinazione, il vice ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, aveva detto che il pericolo maggiore e da tenere sotto controllo fosse proprio la possibile mutazione del virus.
"La notizia appena rilasciata dall'Oms potrebbe avere rilevanza clinica. E' necessario che il nostro governo chieda immediatamente dettagli clinici sui pazienti per sapere se erano stati vaccinati oppure no. Sono anche necessarie maggiori informazioni sul tipo di mutazione (shift o drift virale) e l'eventuale resistenza ai farmaci in modo da potere organizzare, se necessario, una strategia sanitaria adeguata". Così il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha commentato l'annuncio dell'Oms.
Per Umberto Tirelli, dell'Istituto nazionale Tumori di Aviano (Pordenone). "C'è il tempo necessario per vaccinare tutta la popolazione, cioè anche l'altra meta non a rischio. L'allargamento della vaccinazione è consigliabile a maggior ragione se il virus è mutato poco. Mi risulta inoltre che molte dosi di vaccino - ha concluso - non sono state utilizzate".
FONTE: Repubblica.it
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