Un gruppo di scienziati ha scoperto come evitare che i ricordi traumatici si riattivino negli esseri umani. Potrebbe essere la soluzione per chi soffre di stress post-traumatici, non riesce a superare memorie dolorose o soffre di fobie ricorrenti. Ma e' gia' polemica, perche' c'e' chi solleva dubbi etici sul farmaco che "minaccia l'identita' dell'essere umano".Non solo: medicalizzare la sofferenza potrebbe impedire di imparare dai propri errori. Un'equipe di scienziati olandesi sostiene di esser riuscita a cancellare i cattivi ricordi usando un farmaco beta-bloccante, comunemente usato per i pazienti che hanno problemi cardiaci.
Alcuni esperimenti sugli animali avevano gia' dimostrato che tali farmaci - che bloccano i recettori beta-adrenergici, una classe di recettori associati alla proteina G- possono interferire sul modo in cui il cervello rielabora la memoria di eventi dolorosi. Nel nuovo studio -apparso sull'edizione Internet della rivista 'Nature Neuroscience'- il professore Merel Kindt ha testato il farmaco su una sessantina tra uomini e donne, sofferenti di aracnofobia, la paura dei ragni.
Al gruppo sono state mostrate foto di ragni e contemporaneamente somministrate lievi scosse elettriche. Il giorno dopo i volontari sono stati divisi in due gruppi: ad uno e' stato dato il beta-bloccante, all'altro una pillola placebo; quindi ai due gruppi sono stati mostrate di nuovo le immagini dei ragni. I ricercatori registravano il livello di paura facendo risuonare lievi rumori e registrando in che modo i volontari battevano gli occhi. Ebbene, il gruppo a cui era stato il farmaco beta-bloccante sbatteva le ciglia in modo molto piu' lieve.
Il test e' stato ripetuto anche il giorno successivo, e quelli sottoposti al farmaco sono apparsi ancora meno spaventati. Il farmaco sembrerebbe dunque interferire sul modo in cui il cervello ri-crea un ricordo doloroso e in via teorica potrebbe aiutare i pazienti a superare fobie, ossessioni, disordini alimentari e addirittura blocchi sessuali. Immediate le critiche: "Rimuovere i cattivi ricordi non e' come togliere una verruca o un neo", ha detto Daniel Sokol, docente di Etica Medica alla St George's, University of London: "Cancellare il passato doloroso muta la nostra individualita' perche' l'essere umano e' legato ai propri ricordi".
Non solo: "Le vittime di violenza potrebbero voler cancellare il ricordo del doloroso evento, e in tal modo perdere la capacita' di riconoscere i responsabili", ha rincarato la dose John Harris, dell'University of Manchester. Con il rischio ulteriore, ventilato da Paul Farmer, responsabile di un'organizzazione, Mind, che si occupa di salute mentale, "di cancellare insieme ai cattivi ricordi, anche quelli piu' belli".
Postilla: sono tuttavia numerose le persone che ritengono che questi farmaci in realtà non vadano a "cancellare il ricordo" ma semplicemente agiscano su determinate aree del cervello come dei "sofisticati calmanti" permettendo reazioni neurovegetative attenuate in merito all'attivazione di specifici circuiti limbici (coinvolgenti aree del cervello che si attivano per segnalare la necessità di prepararsi ad un pericolo) e riducendo in tal modo l'effetto che la "ripresentazione" di un cattivo ricordo potrebbe dare sull'emotività del soggetto senza comportare tutti gli effetti collaterali caratteristici dei farmaci tranquillanti espressi a dose elevate. Il soggetto quindi ricorderebbe ugualmente, ma non si "emozionerebbe" più alla presentazione di tale ricordo, riuscendo quindi ad attenuarne gli effetti e il ricordo dello stesso.
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