Utilizzare il sale iodato previene, nelle donne in gravidanza, i problemi funzionali della tiroide, spesso causa di danni neurologici al nascituro. È questo il risultato, pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia Reuters di New York, di una ricerca del gruppo di studio del prof. Francesco Vermiglio, straordinario di Endocrinologia dell’Università di Messina. Lo studio è stato anche edito dalla prestigiosa rivista americana The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism. Il lavoro, oggetto di un editoriale della dott. Elisabeth Pearce del Medical Center dell’Università di Boston sullo stesso numero della rivista, è stato condotto dalla dott. Mariacarla Moleti, assegnista di ricerca presso la Sezione di Endocrinologia del Dipartimento Clinico-Sperimentale di Medicina e Farmacologia, diretta dal prof. Francesco Trimarchi. La ricerca del gruppo messinese ha avuto come oggetto l’efficacia della iodoprofilassi, mediante
l’impiego sistematico del sale iodato, nel prevenire l’insufficienza funzionale tiroidea nelle gestanti. Le gravide oggetto dello studio provenivano da un’area lievemente iodocarente e presentavano, al momento del reclutamento, una normale funzione tiroidea. Sessantadue di loro utilizzavano regolarmente il sale iodato da almeno due anni prima della gravidanza, mentre le rimanenti 38 solo una volta che la gravidanza veniva accertata. I ricercatori messinesi hanno rilevato che il rischio di sviluppare una condizione di insufficienza funzionale della tiroide materna era di circa 6 volte superiore nelle gravide che cominciavano a consumare il sale iodato solo a gravidanza iniziata rispetto a quelle che lo consumavano regolarmente da almeno 24 mesi. L’interesse suscitato dal lavoro, deriva dal fatto che l’insufficienza tiroidea delle gestanti è stata fortemente associata, nell’area studiata, a danni neurologici irreversibili del feto che si esprimono, spesso tardivamente, sottoforma di disordini neurologici, intellettivi e comportamentali del bambino. Nell’editoriale pubblicato a commento del lavoro della dott. Moleti, la dott. Elizabeth Pearce dell’Università di Boston suggerisce che, a integrazione dei programmi di profilassi iodica, l’uso di preparati multivitaminici contenenti iodio andrebbe fortemente incoraggiato in tutte le donne di aree anche lievemente iodocarenti già gravide o in procinto di pianificare una gravidanza.
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