Già negli anni Sessanta, i creatori della serie tv Star Trek avevano ipotizzato l'utilizzo di siringhe senza ago. Nel 2012 il sogno potrebbe diventare realtà: i ricercatori del MIT hanno infatti messo a punto una tecnologia che eliminerà l'ago ipodermico. Si tratta di un dispositivo che utilizza la meccanica dell'alta pressione per introdurre i farmaci nel corpo umano.
Negli ultimi decenni, i laboratori scientifici hanno sempre cercato nuove soluzioni alternative alla siringa con ago tradizionale, basti pensare ai cerotti alla nicotina. Ma questi ritrovati rilasciano solo quelle molecole adatte al trasferimento attraverso l'epidermide, rendendo così limitata la disponibilità dei farmaci da poter introdurre a causa della diversa densità molecolare di ognuno.
Una notizia davvero positiva per tutti coloro che soffrono di belenofobia (ossia la paura degli aghi). "Abbiamo approntato questa soluzione proprio per venire incontro ai pazienti con questa paura - spiega la ricercatrice Catherine Hogan - specialmente quelli che sono costretti a praticarsi le iniezioni da soli, per i quali la belenofobia costituisce un enorme ostacolo all'efficacia di questi rimedi".
Per la verità, non si tratta di una tecnologia completamente nuova: il principio su cui essa si basa è quello tradizionale dello stantuffo che spinge il farmaco liquido come nelle siringhe normali. La particolarità sta nel fatto che il liquido viene letteralmente "sparato" nel corpo a una velocità pari a quella del suono (circa 340 metri al secondo).
Il team di sviluppo del MIT, guidato da Ian Hunter e George N. Hatsopoulos - docenti di Ingegneria Meccanica - ha realizzato allo scopo un piccolo ma potente magnete circondato da una bobina in rame, che avvolge completamente un pistone collegato all'interno della fiala dove si introduce il farmaco. Quando viene attivato il meccanismo, il campo generato dal magnete spinge il pistone in avanti, iniettando il farmaco attraverso l'ugello della fiala che è ampio quanto il pungiglione di una zanzara.
Il meccanismo può rilasciare il farmaco a diversi gradi di velocità e intensità - dipende dal tipo e dalla quantità di farmaco che si deve iniettare - e la sensazione che proveranno i pazienti, assicurano gli scienziati del MIT, "sarà né più né meno quella di una puntura di zanzara. Anzi, il più delle volte non se ne accorgeranno neanche".
Fra i vantaggi di questa tecnologia, secondo il professor Hunter, ci sarebbe quello di ridurre il rischio di pungersi accidentalmente. Incidente assai frequente nelle strutture sanitarie: l'ultima stima dei Centers for Disease Control and Prevention parla di oltre 380mila casi di punture accidentali all'anno.
Autore: Cristiano Vaccarella
Fonte: Punto Informatico
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