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AFORISMA DEL GIORNO

12 marzo, 2011

L'apocalisse del Giappone, terremoto maremoto e radioattività. E l'Italia?

La devastante forza dello Tsunami che ha colpito ieri la zona
qualche ora dopo il terremoto. Fonte: NHK tv
In questi giorni stiamo seguendo tutti le notizie che da ieri giungono dal Giappone in merito all'apocalisse che ha colpito il paese. Un terremoto di 8.9 verificatosi poco a largo rispetto al versante orientale e che ha provocato una distruzione aggravata dalla devastante furia del Tsunami. Come se non fossero bastati terremoto prima e maremoto poi, ecco scatenarsi l'allarme "radioattività". Il grave incidente al reattore nucleare di Fukushima ha provocato il lancio di un allarme dalle autorità, con un'evacuazione immediata per tutti gli abitanti fino a 20 km di distanza rispetto al reattore, situato a circa 250 km dalla capitale Tokio. Il numero di contaminati dovrebbe essere estremamente basso, ma allarma la dichiarazione per cui tutti coloro che si sono ritrovati a distanza di qualche chilometro dal nocciolo avrebbero "assorbito una quantità di radiazioni pari alla quantità limite assorbita annualmente". Valore limite che, a dire il vero, risulta essere molto molto basso. Buone notizie invece provengono per quanto riguarda un'ulteriore pericolo che può verificarsi in questi casi a distanza di qualche settimana dalla tragedia: la buona disponibilità di acqua potabile (trasportata e distribuita manualmente visto che la rete idrica è saltata), di cibo (tradizionale come l'Onigiri, cioè le famose polpette di riso e alga tanto care agli autori dei manga giapponesi) e farmaci, nonchè il tempestivo intervento della popolazione civile, dovrebbe scongiurare il rischio di epidemie. Particolarmente colpita la prefettura di Sendai e di Rikuzentakata, le morti si sono verificate soprattutto a causa del maremoto che ha creato onde alte fino a 10 metri. Si azzardano già le prime cifre in merito ai possibili decessi: le autorità parlano di una possibile stima finale di circa quindicimila persone.

Come mezzo di prevenzione per scongiurare i pericoli di un tumore alla tiroide (patologia che per esempio negli anni seguenti al 1986 ha colpito gravemente le popolazioni delle cittadine ucraine che si trovavano a breve distanza da Chernobyl) le autorità giapponesi stanno procedendo alla distribuzione di iodio a dosi moderate. Lo iodio, atomo fondamentale per la genesi degli ormoni T3 e T4 cioè triiodotironina e tetraiodotironina o tiroxina, può essere utilizzato per proteggere dal tumore alla tiroide in caso di esposizione alla radiottività in un incidente nucleare. Ovviamente è opportuno specificare che si tratta di un mezzo preventivo usato in questo particolare caso di emergenza e che può esso stesso arrecare dei danni all'organismo, soprattutto se lo iodio viene fornito in eccesso rispetto al fabbisogno della ghiandola. Attualmente le agenzie parlano di tre persone probabilmente esposte alle radiazioni della centrale, nonchè di una decina di operai della struttura feriti nell'esplosione verificatasi stamane e che ha distrutto la gabbia esterna di contenimento di uno dei reattori, provocando una leggera perdita di Cesio radioattivo.

L'apocalisse che ha colpito il Giappone dovrebbe far riflettere anche in Italia, dove da molti anni si sostiene un fermo ritorno al nucleare. Sebbene in Italia non si siano mai registrati terremoti di energia e violenza paragonabile a quanto accaduto nel giappone (il terremoto accaduto in questo caso aveva un'energia distruttiva ventimila volte superiore all'energia sprigionata dal terremoto dell'Aquila di due anni fa), è da considerare fermamente che una eventuale collocazione di una centrale in una zona ad elevato rischio sismico, come per esempio vaste regioni della sicilia o del centro italia, potrebbe potenzialmente portare ad un disastro senza precedenti, visto che nel nostro paese non abbiamo quell'organizzazione strutturale antisismica e anticalamità che è riscontrabile in Giappone. Bassi i pericoli teorici invece per quanto riguarda il rischio contaminazione per i vapori già fuoriusciti, e soprattutto nel caso in cui la situazione dei reattori nucleari giapponesi dovesse ulteriormente precipitare: secondo recenti calcoli la nube sarebbe trasportata dai venti verso il Pacifico, soffermandosi alle porte delle coste occidentali degli Stati Uniti, per cui non potrebbe in alcun modo verificarsi un'esposizione diretta, ma è ovvio che si tratterebbe comunque di un disastro ambientale di preoccupante gravità, visto anche che molti dei prodotti ittici consumati a basso costo provengono dai mari del Pacifico.

Buone notizie invece provengono per quanto riguarda un'ulteriore pericolo che può verificarsi in questi casi a distanza di qualche settimana dalla tragedia: la buona disponibilità di acqua potabile, cibo e farmaci, nonchè il tempestivo intervento della popolazione civile, dovrebbe scongiurare il rischio di epidemie. Non scongiurato il rischio di possibili ulteriori tsunami dovuti alle scosse di assestamento che si stanno verificando copiosamente negli ultimi due giorni.

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