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AFORISMA DEL GIORNO

02 maggio, 2011

Briciole di Medicina (16° Puntata) - Aterosclerosi e colesterolo, poche semplici regole per un controllo ottimale...

Gli eventi iniziali nella formazione dell'aterosclerosi (aterogenesi) vanno identificati nel danno dell'endotelio e nell'accumulo e successiva aggregazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) nell'intima delle arterie, due eventi che si influenzano a vicenda. L'accumulo delle LDL è dovuto non solo all'aumento della permeabilità dell'endotelio funzionalmente o anatomicamente danneggiato, ma anche al loro legarsi ai costituenti della matrice extracellulare dell'intima; legame che aumenta il tempo di residenza in loco delle lipoproteine. I macrofagi  fagocitano le lipoproteine infiltrate ed ossidate nell'intima e si trasformano nelle cellule schiumose, che caratterizzano le strie lipidiche (fatty streaks). La secrezione di citochine e di fattori di crescita, principalmente di derivazione macrofagica, induce la migrazione delle cellule muscolari lisce dalla media nell'intima, dove proliferano, si differenziano nel fenotipo “sintetico” e sintetizzano matrice extracellulare, determinando la trasformazione delle fatty streak nelle lesioni avanzate. Alla crescita delle lesioni può contribuire l'adesione di piastrine all'intima denudata e il formarsi di trombi intramurali, conseguenti alla erosione/ulcerazione delle placche aterosclerotiche.

Il ruolo fondamentale nello sviluppo della reazione infiammatoria cronica dell'intima è svolto dalla ossidazione delle LDL, che restano intrappolate nella matrice extracellulare dello spazio subendoteliale. L'ossidazione delle LDL è dovuta ad enzimi e metaboliti ossidanti prodotti dalle cellule della parete arteriosa, soprattutto dai monociti-macrofagi reclutati nell'intima in conseguenza del danno endoteliale a varia eziologia. Inizialmente, si ha la perossidazione della componente lipidica delle LDL, che interferisce scarsamente sull'interazione delle LDL con il recettore ApoB-E (o LDL-R); tali MM-LDL (LDL minimamente ossidate) sono “cavalli di Troia” fisicamente simili alle LDL, ma con un carico di macromolecole bioattive, che viene introdotto nella cellula con la endocitosi delle MM-LDL.

Nelle fasi successive, si generano prodotti dei lipidi perossidati e prodotti aldeidici (malondialdeide, MDA; 4-idrossinonenale), che possono modificare covalentemente la componente proteica delle LDL; queste OX-LDL “sabotatori cellulari” non vengono più riconosciute da LDL-R, ma si legano agli "scavenger receptors" (SR: SR-A, CD36 e CD68). Poiché gli SR non sono soggetti a regolazione a feedback-negativo, le OX-LDL non solo introducono nelle cellule che le fagocitano macromolecole attive, ma in aggiunta causano l'accumulo intracellulare di esteri del colesterolo, responsabile della trasformazione in cellule schiumose o foam cells, caratteristiche del tessuto aterosclerotico.

L'interazione con i corrispondenti recettori LDL-R e SR (e la conseguente generazione di messaggeri intracellulari, in particolare i radicali liberi dell'ossigeno o ROS) e l'introduzione nella cellula di prodotti ossidati sono la base biochimica dell'azione patogena delle LDL. Le OX-LDL attivano nelle cellule (endotelio, macrofagi, cellule muscolari lisce), alcuni fattori di trascrizione (es. NF-κB), che inducono l'espressione di geni che codificano per molecole adesive, citochine e fattori di crescita e che danno l'avvio alla risposta infiammatoria.

Ad esempio, nell'endotelio, i geni per le molecole adesive ICAM-1, VCAM-1 e E selettina, per il fattore chemiotattico MCP-1 e per il Fattore Tessutale sono sotto il controllo del fattore di trascrizione redox-sensibile NF-κB. Kume N nel 1991 ha suggerito che le cellule endoteliali assorbono le OX-LDL attraverso una via recettoriale che non coinvolge gli scavenger receptors. Sawamura, T., N. Kume, e altri nel 1997 hanno identificato il primo recettore delle cellule endoteliali per le Ox-LDL, che è stato denominato LOX-1 (lectinlike Ox-LDL receptor-1).

Le manifestazioni cliniche dell'aterosclerosi compaiono in genere dopo i quaranta-cinquanta anni di età e sono dovute alla ischemia (riduzione del flusso ematico) nel letto vasale dipendente dall'arteria lesa. La riduzione del flusso dipende sia dal restringimento del lume arterioso in corrispondenza delle lesioni aterosclerotiche sia dalla presenza di meccanismi di compenso insufficienti. Il principale meccanismo di compenso è rappresentato dall'instaurarsi di circoli collaterali, che consentono al sangue di raggiungere i territori ipoirrorati attraverso i vasi adiacenti.

Le manifestazioni croniche sono conseguenti ad un restringimento stabile dell'arteria colpita, che rende il flusso ematico fisso, cioè incapace di aumentare quando le condizioni funzionali lo richiedono, come ad esempio durante gli sforzi fisici. Di conseguenza la sintomatologia, in particolare il dolore, tende ad essere assente a riposo e a presentarsi in occasione di esercizio fisico più o meno intenso, a seconda della gravità dell'ostruzione arteriosa e dell'efficienza dei circoli collaterali. Tipiche sindromi croniche sono: angina pectoris stabile, angina abdominis, claudicatio intermittens, nella quale il dolore insorge durante la deambulazione e scompare tipicamente dopo pochi minuti di riposo.

Obiettivi

Il colesterolo LDL deve essere considerato l’obiettivo primario della terapia e l’obiettivo terapeutico da raggiungere è rappresentato da valori inferiori a 100 mg/dl. (Livello della prova I, Forza della raccomandazione A) Nei diabetici con malattia cardiovascolare e fattori multipli di rischio cardiovascolare non correggibili, valori di colesterolo LDL inferiori a 70 mg/dl possono rappresentare un obiettivo terapeutico opzionale. (Livello della prova II, Forza della raccomandazione B) Ulteriore obiettivi della terapia sono il raggiungimento di valori di trigliceridi inferiori a 150 mg/dl e di colesterolo HDL inferiori a 40 mg/dl nell’uomo e inferiori a 50 mg/dl nella donna. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)

Il colesterolo non HDL può essere utilizzato come obiettivo secondario (30 mg in più rispetto ai valori di colesterolo LDL) in particolare nei diabetici con trigliceridemia superiore a 200 mg/dl. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)

Anche i valori di apoB (inferiori a 90 mg/dl o 80 mg/dl nei pazienti a rischio molto elevato) possono essere utilizzati come obiettivo secondario in particolare nei pazienti con trigliceridemia superiore a 200 mg/dl tenendo, però, presente che ci sono dei costi aggiuntivi e che le metodiche di dosaggio non sono ancora uniformemente standardizzate. (Livello della prova III, Forza della raccomandazione C). Il riso rosso fermentato è un validissimo aiuto, è un integratore, non un farmaco e vi riporto lo studio di: Francini-Pesenti Francesco, Brocadello Filippo. Unità Operativa di Nutrizione Clinica; Azienda Ospedaliera di Padova, che testimonia la sua validità, superiore alle statine farmacologiche. Il riso rosso fermentato è usato da secoli nella cucina tradizionale cinese per condimento dei cibi. La fermentazione del riso ad opera di un fungo, il Monascu purpureus, porta alla sintesi di pigmenti e di alcune statine (monacoline), la più rappresentata delle quali è la monacolina K o lovastatina.

I valori di colesterolo prescritti per i soggetti diabetici dall' ADA (the American Diabetes Association) sono:








si sta diffondendo però tra i medici la convinzione di ridurre i valori di controllo dell'LDL, almeno per i pazienti ad alto rischio di infarto, così Drs. Jan Breslow and Andy Plump, e molti altri medici, Dr. Nancy Bohannon and other diaTribe advisory board members including Dr. Satish Garg of the Barbara Davis Center for Childhood Diabetes in Denver e la US National Institutes of Health Adult Treatment Panel suggeriscono un valore di LDL inferiore a 70 mg/dL per le persone diabetiche.








come aumentare HDL

-non fumare
-perdere peso
-migliorare il controllo glicemico
-1 ora di attività fisica al giorno, almeno.
- alcol con moderazione, 1 o 2 bicchieri al giorno
-consumare alimenti ricchi in omega3 ( olio di pesce, noci, semi di lino)

come ridurre LDL

- impiego di statine (dietro ricetta medica)
- evitare cibi ricchi in grassi monoinsaturi ( pancetta, salsicce, cocco, tuorlo d'uovo, latte intero)
- evitare i grassi transgenici (e idrogenati) come margarina, ramen precotto ( per chi ama il giappone), cibi fritti, alcuni dolci.
- consumare alimenti ricchi di fibre solubili, legumi, frutta, cereali integrali, farina d'avena.

FONTI: www.wikipedia.it e www.farmaciamalcontenta.it e www.diatribe.us e www.diabetando.net

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