Il 2017 sarà ricordato come una delle stagioni peggiori per la diffusione del virus influenzale, con un'incidenza fra le più elevate rispetto agli ultimi 15 anni. Tuttavia, questa non dovrebbe aumentare: gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sono sicuri sulle stime secondo le quali l'influenza sta raggiungendo il picco proprio in queste prime due settimane di inizio anno. Sempre l'ISS stima un numero di casi pari a poco meno di 4 milioni: un'influenza che segna il record di casi, come 0non si vedeva dalle stagioni 2004-05 e dal 2009-10, anno dell'influenza A. Precisamente, nell’ultima settimana si contano 832mila nuovi casi, che hanno portato il totale a 3 milioni e 883mila. Il livello di incidenza è pari a 13,73 casi per mille assistiti. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 30,8 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 15,9. L’incidenza nei giovani adulti è pari a 13,8 e negli anziani a 7,8 casi per mille assistiti. In tutte le Regioni italiane il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti tranne in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Provincia autonoma di Bolzano.
A favorire l'elevato numero di casi vi è stata la diffusione di una variante del ceppo B, il "Yamagata", variante non molto aggressiva e tuttavia "non coperta" dal vaccino trivalente (ma soltanto dal quadrivalente, solitamente utilizzato solo se richiesto specificatamente dal paziente o dal medico stesso). Tale variante ha contribuito a colpire soprattutto nell'età pediatrica e nel periodo festivo. Sarebbero quindi tre i fattori che hanno determinato quest'anno ad innalzare l'incidenza: 1) la vaccinazione anti-influenzale spesso non diffusa per quanto si dovrebbe 2) un ceppo meno atteso e che si diffonde maggiormente in età pediatrica cioè in individui immunologicamente "naive" 3) un vaccino paradossalmente "inefficace" poichè il trivalente è molto più utilizzato del quadrivalente.
L'influenza si presenta con i soliti sintomi: raffreddore, tosse e febbre molto alta che dura anche diversi giorni, malgrado l’uso di antipiretici. L’unico rimedio, visto che si tratta di una patologia virale, è quello di stare a letto, bere molto per prevenire la disidratazione, e seguire un’alimentazione leggera, ricorrendo agli antibiotici (ricordando che gli antibiotici sono poco utili nelle fasi iniziali di una malattia virale) solo sotto consiglio/prescrizione medica e soltanto per prevenire possibili complicanze (sovrainfezioni batteriche causanti bronchiti, otiti, ect).
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