Accesso a Medicina sempre più difficile. A settembre, superare il test per intraprendere la carriera di medico sarà più ostico degli anni passati. Il numero di coloro che entro il 18 luglio scorso ha fatto domanda è cresciuto notevolmente rispetto a 12 mesi fa mentre i posti messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono rimasti praticamente invariati. Così, per gli oltre 84mila aspiranti che il 9 settembre si presenteranno puntuali negli atenei italiani per confrontarsi col quizzone di 60 domande, la strada si fa in salita. E a complicare le cose, rendendole più incerte ancora, sarà il bonus-maturità, voluto dall’ex ministro Francesco Profumo, che la neoministra Maria Chiara Carrozza non se l’è sentita di congelare.
La valanga di polemiche seguite alla prima versione del meccanismo dei “percentili” che regola il premio ha infatti prodotto soltanto una rivisitazione del sistema di attribuzione del bonus che lascia invariate le disparità tra concorrenti. L’anno scorso, secondo i dati comunicati ufficialmente da viale Trastevere, gli studenti delle superiori che fecero domanda per sostenere il test di ammissione a Medicina furono 68.426, quest’anno 84.165: il 23 per cento in più. Evidentemente, ai giovani italiani quella del medico deve apparire una carriera che può garantire un futuro lavorativo. I posti messi in palio dal ministero sono 10.748 per Medicina e chirurgia, praticamente lo stesso numero del 2012, e 984 per Odontoiatria. Con test di ammissione unico per tutte e due le facoltà.
Per comprendere che quest’anno l’accesso sarà più difficile basta fare una semplice divisione tra aspiranti e i posti. Nel 2012, per la sola facoltà di Medicina era disponibile un posto ogni 6 candidati e qualcosa: 6,37 per l’esattezza. Quest’anno, ci sarà un posto ogni 8 candidati circa: uno ogni 7,83, per la precisione. L’unica consolazione per le migliaia di concorrenti che si stanno preparando – da soli o seguendo costosissimi corsi – è che per la prima volta la graduatoria sarà nazionale e non sarà possibile subire la beffa che centinaia di studenti hanno dovuto sopportare in passato. Quando, con un dato punteggio, si veniva esclusi nell’ateneo in cui si era presentato domanda ma si sarebbe riusciti ad entrare in altri atenei del Belpaese.
Con la graduatoria nazionale, tutto questo, non sarà più possibile. Resta il fatto che questo stesso meccanismo penalizzerà i figli dei meno abbienti: uno studente di Catania senza gradi disponibilità economiche potrebbe trovare piuttosto sconveniente, o addirittura impossibile, studiare a Torino, Milano o Udine ed essere costretto a rinunciare al sogno del camice bianco. Inoltre, quest’anno, il bonus-maturità – variabile da uno a 10 punti, per color che si sono diplomati con almeno 80 centesimi – renderà il test di ammissione una specie di lotteria, perché due ragazzi col medesimo punteggio al diploma e lo stesso nel test di ammissione, che nella graduatoria del test occuperebbero due posti vicinissimi, nella classifica generale – data dal punteggio del test più quello relativo al bonus – potrebbero occupare due posizioni distanti anche qualche migliaio di posti.
Infatti, il bonus-maturità verrà attribuito in base alla distribuzione dei voti conseguiti da tutti i candidati della medesima commissione – che è composta da due quinte classi – e sarà più alto, a parità di punteggio, nelle commissioni dove i voti sono stati bassi e minore in una commissione, anche dello stesso istituto, dove sono fioccati i voti alti. E a nulla, a questo punto, servirà il corso di formazione – pagato dai genitori da 400 a 4mila euro – che tantissimi studenti delle scuole superiori hanno seguito durante i mesi invernali, prima degli esami di maturità, e continuano a seguire in questi giorni per allenarsi a risolvere le domande del test.
AUTORE: Salvo Intravaia
FONTE: Repubblica.it
AFORISMA DEL GIORNO
28 luglio, 2013
1 commento:
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se penso all'ansia (e non solo) provata quando dovevo entrare io a medicina, non invidio certo i ragazzi di oggi. spero solo che chi verrà preso studierà e si impegnerà a diventare un medico con la M maiuscola, per vocazione e per passione, con umiltà, pazienza (anche se troppo spesso te la fanno perdere) e attenzione alle persone.
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