Entro il 2014 verranno sottratti 8,3 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale. Per recuperare quei fondi e per limitare gli sprechi è stata disegnata una nuova strategia del ministro della Salute RenatoBalduzzi. Primo passo: l’aggiornamento dei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Quel lungo elenco di seimila voci in cui è scritto quali sono gli interventi, le visite, i ricoveri, le terapie e le analisi passati dal servizio sanitario. Si è cominciato lavorando sui livelli di assistenza, non modificati dal 2001, prevedendo una stretta in grado di ridurre soprattutto gli esami inutili.
La stretta sarà, in primo luogo, sulle indagini molto costose. Da qui, la scelta di dare una limata alle prescrizioni. Potranno sottoporsi a questi esami, dunque, solo coloro che rientreranno in una casistica che gli esperti stanno finendo di stilare. Un esempio: niente più Tac o risonanza magnetica solo per un dolore al ginocchio. In particolare a chi, per età, ha fisiologici problemi alle articolazioni. L’intervento al tunnel carpale (mano-polso) non dovrà per nessun motivo prevedere ricovero. Stesso discorso per un’operazione agli occhi come la cataratta. Alla Asl, un ricovero non appropriato, potrebbe non essere rimborsato dalla Regione.
Proprio le Regioni dovranno organizzare dei servizi in grado di verificare se la prescrizione di un esame che il medico ha fatto ad un paziente è congrua o no. Una superlente di ingrandimento controllerà almeno il 5% delle ricette. Verranno messe a confronto la patologia, la sua gravità, l’età del malato, il suo stato di cronicità e la richiesta di indagini. Per favorire i controlli il medico sarà obbligato a scrivere il sospetto diagnostico sulla ricetta. Nei casi in cui questa specifica non fosse segnata la richiesta verrà considerata nulla.
Tra i nuovi livelli di assistenza entra il parto indolore. Al momento è garantito in un numero di ospedali che non supera il 40%. Si parla di epidurale, di anestesia dal bacino in giù in grado di non far soffrire la donna, di farla comunque essere vigile e di non compromettere le condizioni psicofisiche del bambino. Una scelta che dovrebbe riuscire ad arginare l’abuso di parti cesarei: il 38% delle nascite contro il 20-25% degli altri paesi europei. Abuso di interventi con il bisturi che si traduce in un’ampia forbice tra Nord e Sud. In Campania i cesarei sfiorano il 65% mentre nel Friuli la percentuale è sotto il 25%.
Oltre a 110 malattie rare entrano nei Lea anche cinque patologie croniche molto diffuse e fino ad oggi non riconosciute: le broncopneumopatie croniche ostruttive, le ostemieliti, le patologie renali croniche, il rene policistico autosomico dominante e la sarcoidosi. Sarà il servizio sanitario nazionale a curare anche le ludopatie (compulsione a giocare d’azzardo) e le patologie derivati da uso di Talidomide. Un farmaco utilizzato alla fine degli anni Cinquanta riconosciuto come causa di gravi malformazioni nei neonati.
FONTE: Il Messaggero
AFORISMA DEL GIORNO
02 gennaio, 2013
1 commento:
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