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AFORISMA DEL GIORNO

29 agosto, 2012

Test di Ingresso: le strane domande da Gandhi ai Taoisti a Barbablu, quale utilità?

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(articolo scritto da un giornalista del Corriere) Non so di cosa è morto Gandhi e me ne vergogno. Di questi tempi per fare il dottore lo si dovrebbe sapere, e anche chi ha scritto «Barbablu»."" Così era il test d'ingresso per la scuola di medicina fino a qualche anno fa. E il prossimo (che si terrà nei primi giorni di settembre) come sarà? A giudicare dall'«esercitatore prove d'ammissione accesso programmato» (http://www.universitaly.it/simulatore/home.php) non è cambiato molto.

Partiamo dalle domande di logica. Eccone una: «L'ipotesi di Ronald E. Smith è che studenti molto ansiosi, se ridono durante gli esami, hanno prestazioni più brillanti. In quelli meno ansiosi non funziona». Ci sono quattro possibili risposte. Quella giusta sarebbe «formulare le domande in termini umoristici non dà vantaggio a studenti poco ansiosi». Ma che logica c'è in tutto questo? La risposta è nella domanda.

E che dire dei taoisti e del significato della pratica meditativa fondata sulla respirazione profonda? C'è un brano di Pasqualotto che parla di sapori dell'aria e che mescola specchi d'acqua tranquilli col vuoto della respirazione profonda che non è fine a se stesso ma in funzione di un riempimento qualitativamente migliore. La risposta giusta è: «affollarsi di una molteplicità di stimoli sensibili e cognitivi non è condizione ideale per apprezzarne le rispettive qualità».

Ecco, io preferirei che chi vuol fare il dottore mi dica se secondo lui c'è un problema etico nell'impiegare cellule staminali embrionali per la ricerca, anche quelle che se no si butterebbero via. E se un ammalato grave ha il diritto di decidere come morire e quando? E se non lui, chi altro? Se mai più della dinamica del vuoto taoista, avrei chiesto qualcosa sul rapporto tra il pensiero di Galileo e i dogmi della Chiesa. Il futuro medico dovrebbe sapere cos'è il New England Journal of Medicine e il Lancet . Deve essere colto il medico, siamo d'accordo, ma se anche non sa che «piove su le tamerici...», il celeberrimo passo di d'Annunzio, è un'anafora, pazienza. Meglio sapere chi è il nuovo direttore del New York Times .

Sulla chimica me la sarei cavata con le nozioni del liceo, anche se ad indicare quale elemento non è «di transizione» fra ferro, cromo, arsenico, zinco e rame non ci sarei arrivato. Che per misurare la densità del sangue si possa usare una miscela di xilene e bromobenzene può darsi, ma chiedere al candidato quale tecnica sceglierebbe per misurare una cosa che non si misura mai è ridicolo. Perché non chiedere invece quanti bambini muoiono di morbillo al mondo (milioni o migliaia) e dove? E da dove è venuto il virus dell'Aids?


Io al candidato chiederei candidamente se fuma e quelli che fumano li lascerei fuori. In questo test non c'è nulla che aiuti a capire se il futuro medico saprà parlare con gli ammalati. All'Università della Virginia chi dimostra garbo e sensibilità e buon senso viene ammesso. Se no è fuori. Quando questi ragazzi saranno laureati gli interventi chirurgici li faranno i robot e il 90 percento della medicina sarà information technology. Già oggi i miei colleghi più giovani hanno tutto nell'iPhone, su queste tecniche non c'è nulla. E non c'è nemmeno una domanda d'inglese che da anni ormai è la lingua della medicina.


Quest'esame assomiglia moltissimo a quello che doveva essere l'esame di maturità di sessanta anni fa (ma Dante era guelfo di parte bianca, ndr ). Forse lo studente dalla memoria corta, promosso un po' così dal maestro Giovanni Mosca nel suo libro «Ricordi di scuola», nella vita se la sarà cavata lo stesso. Mosca fu poi un grande giornalista del Corriere. Quanto a me non so se l'avrei passato l'esame di ammissione, forse no, di domande ne ho sbagliate almeno quindici. E avrei dovuto rinunciare a tutto quello che ho avuto dal mio meraviglioso lavoro. L'essere vicino a tanti ammalati e guarirne qualcuno. E poi la ricerca, lo scoprire cose nuove e imparare a scriverle e l'emozione del primo lavoro sul Lancet e la telefonata di Jerry Kassirer che mi chiede di prendere il posto di Attilio Maseri nel comitato editoriale del New England Journal of Medicine , mi sentivo così piccolo per quel compito lì. 


Negli Stati Uniti pensano che bisognerebbe poterci parlare a chi vuol entrare a medicina, anche solo per qualche minuto. «Ma sono troppi, come fare in pratica?». Come fanno in Francia. Il primo anno entrano tutti, se ne perdessimo anche solo uno di quelli giusti perché non sapeva il sinonimo di impudente, saremmo colpevoli. Al secondo ci vanno solo quelli che hanno fatto bene il primo, a loro però ci si deve parlare davvero.

Fare il dottore è un po' come fare il cuoco o guidare l'aereo, bisogna essere portati: chi è troppo introverso o troppo scontroso o troppo facile a seccarsi è bene che non ci provi nemmeno. E anche chi non è disponibile a studiare tutta la vita. Insomma, certi non vanno bene anche se sanno l'origine della tragedia greca. 


AUTORE: Giuseppe Remuzzi
FONTE: Corriere.it
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Corte Strasburgo boccia legge 40, il governo pensa al ricorso

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Il governo italiano è orientato a presentare ricorso contro la sentenza della Corte di Strasburgo sulla Legge 40 sulla procreazione assistita, per promuovere un chiarimento giurisprudenziale. Lo ha detto oggi il ministro per la Salute Renato Balduzzi, parlando con i giornalisti a Lucca a margine di un convegno sul gioco d'azzardo. Ieri la Corte europea dei diritti dell'uomo ha bocciato la parte della legge 40 del 2004 che vieta alle coppie che vogliono procedere alla fecondazione artificiale di fare effettuare esami preventivi sugli ovuli da impiantare per prevenire eventuali patologie del feto.
La corte ha sottolineato l'incoerenza della legge italiana che, mentre vieta l'analisi preimpianto, dà la possibilità di interrompere la gravidanza in caso emergano patologie del feto. Precisamente, la bocciatura scaturisce da un ricorso compiuto da una coppia italiana che desiderava compiere una diagnosi preimpianto per valutare l'eventuale presenza di fibrosi cistica (alterazione di un gene sul cromosoma 7) nell'embrione che da lì sarebbe stato impiantato. Una richiesta razionalmente valida, al fine di evitare la nascita di una vita in cui si presenti la certezza di sviluppo di tale gravissima patologia e dunque un accorciamento delle prospettive di vita stessa, ma che si scontra con una legge pesantemente condizionata dalle barriere etiche poste dalla politica democristiana italiana.

La reazione del Governo è cauta. Il ministro infatti prende tempo, spiegando come "Tra ieri e stamani sono riuscito a dare una lettura un po' frettolosa alla sentenza e ci stanno lavorando anche i miei uffici". Il ministro ha poi sottolineato il ruolo mancante in tal senso della legislazione europea: "Credo che sia forse opportuna una richiesta di un punto giurisdizionale fermo per quanto riguarda la Corte europea dei diritti dell'uomo e che dunque un ricorso da parte del nostro Paese valga proprio a consolidare un punto di riferimento". Secondo il ministro "ci sono dei profili di carattere processuale che andrebbero attentamente monitorati perché è chiaro che si riferiscono non solo al caso di specie, ma a tutti i casi possibili. Siccome stanno aumentando le ipotesi di confronto tra ordinamenti, quello italiano e quello del Consiglio d'Europa, credo che anche sotto questo profilo un nostro ricorso potrebbe servire a un chiarimento giurisprudenziale". Per questo motivo, ha concluso il ministro, dopo "un approfondimento, mi sembra che ci siano gli elementi per promuovere un ulteriore chiarimento".


Su Twitter il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, dice di considerare ''positivo l'orientamento del ministro Balduzzi a fare ricorso per la legge 40". Di diverso avviso il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario. "Non serve un chiarimento con Strasburgo - sottolinea - serve una nuova legge sulla fecondazione assistita". "Ci auguravamo - aggiunge - che il governo non facesse ricorso contro la Corte Ue, ma a quanto pare dalle dichiarazioni del ministro Balduzzi così non sarà. Me ne rammarico perché è palese che la legge 40 è incostituzionale, viola i diritti delle persone ed è di impossibile applicazione giuridica''.

E anche il Vaticano fa sentire la sua voce rimproverando le ingerenze altrui alla legislazione italiana: «Bisogna ripensarci un attimo a livello nazionale: sia a livello di tecnici che di esperti, sia nel merito che nel metodo perchè non si è passati attraverso la magistratura italiana». Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, all'indomani del pronunciamento della Corte di Strasburgo sulla legge 40» Bisogna ripensarci - ha aggiunto il porporato - c'è stato un superamento, un surclassamento della magistratura italiana, è singolare».
 



FONTE: Reuters
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26 agosto, 2012

La rivoluzione del SSN in 25 punti: dalla riforma dell'attività dei medici di famiglia alla tassa sulle bibite zuccherate...

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Stop al medico di famiglia unico e poco reperibile, si a nuovi "centri di controllo" con diversi medici di famiglia "associati" che potranno eseguire diagnostica sia di controllo che di urgenza nonchè talune visite specialistiche. Inoltre, ulteriore riforma della operatività "intramoenia"; conferma dell'obbligo di prescrizione del principio attivo invece del farmaco commerciale; maggiore digitalizzazione con l'obbligo da parte dei medici di riportare in un database unico nazionale le attività svolte a livello ambulatoriale; si alla nuova tassa sui cibi "spazzatura", sul modello angloamericano, con un probabile aumento del prezzo delle bibite zuccherate per reimpiegare i ricavi nel finanziamento della riforma. Sono solo alcune delle proposte del provvedimento di 25 articoli il quale verrà ratificato molto probabilmente il 31 agosto nel prossimo Consiglio dei Ministri. Tale atto sarà anche parte integrante della "spending review", visto che dovrà garantire ben 6 miliardi di risparmi riducendo ulteriormente i 130 miliardi di euro attuali di spesa pubblica.
 

Rappresentanti del governo già smentiscono a priori le prime inevitabili critiche: non ci saranno altri tagli, ma servirà proseguire sulla strada dell'efficienza ''spendendo meno e meglio''. Per questo il ministero è già al lavoro con l'Agenas per mettere a punto criteri che guardino anche alla qualità per fissare i prezzi di riferimento per gli acquisti, in particolare dei dispositivi medici.

E per completare il restyling del Sistema sanitario nazionale, ma anche ''correggere, consolidare, o definire meglio'' il quadro normativo delineato fino ad oggi, la prossima settimana arrivera' sul tavolo del Consiglio dei ministri quello che e' stato ribattezzato decretone, che il ministro chiama ''il decreto sanita' e sviluppo''. Un provvedimento omnibus che contiene ''misure importanti che si inseriscono nel progetto complessivo di sviluppo'' e che consentiranno una ''ulteriore razionalizzazione dell'attivita' sanitaria'', con ''norme per l'organizzazione'' del Ssn, che comprenderanno anche ''un nuovo rapporto tra sanita' e politica'', con regole più stringenti per le nomine dei dirigenti che, sembra, d'ora in poi dovranno avere curriculum a prova di bomba.

Ma anche sanità elettronica (sulla scia anche dell'Agenda digitale promossa dal ministro Passera) e misure come il portale della sanita', sul modello inglese, che ''arrivera' entro l'inizio del 2013'', e ''norme sugli stili di vita e i fattori di rischio'', tra cui l'ipotesi di una tassa sulle bibite che, ''oltre a sensibilizzare sulla corretta alimentazione'', dara' risorse utili ''per le finalita' primarie per la sanita''' come potrebbe essere il piano per la non autosufficienza, entrato nel programma di azioni del governo da qui alla fine della legislatura. 


La riforma dei ticket, invece, ancora ''non e' in agenda'' anche se ''gli approfondimenti sono in corso'' e perlomeno l'apertura del dibattito ha portato ''tutti a dire che il problema esiste. Intanto si procedera' con l'implementazione degli strumenti tecnico-informatici'', ad esempio la tessera sanitaria con il chip, mentre la discussione ''sulle modalita' della riforma'' che potrebbe andare verso un nuovo sistema a franchigia e' ancora aperta.

Il ministro Balduzzi ha annunciato anche che all'interno del Cantiere Italia sarà aperto anche il Cantiere sanità, facendo ripartire gli investimenti per l'edilizia ospedaliera e la messa in sicurezza degli edifici sanitari. Il ministro chiarisce anche che non ci sara' un secondo capitolo liberalizzazioni in sanità. 


FONTE: Ansa.it
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Una ricerca greca conferma: le sigarette elettroniche meno lesive per il cuore

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La sigaretta elettronica non fa danni al cuore. E anche se è troppo presto per definirla una rivoluzione nella lotta al tabagismo, può aiutare i fumatori ad abbandonare un'abitudine che in questo secolo causerà 1 miliardo di morti nel pianeta. Questo, in sintesi, il responso dei cardiologi europei sul surrogato della «bionda» disponibile da qualche anno anche in Italia. Al Congresso dell'European Society of Cardiology (Esc) che si è aperto sabato 25 agosto a Monaco di Baviera, è stato presentato uno studio su questo prodotto.

La ricerca è stata illustrata da Konstantinos Farsalinos dell'Onassis Cardiac Surgery Center in Grecia. Gli autori hanno misurato la funzione del muscolo cardiaco in 20 fumatori volontari sani 25- 45enni prima e dopo aver fumato una sigaretta vera, e in 22 volontari della stessa età prima e dopo aver aspirato per 7 minuti una sigaretta elettronica. È emerso che mentre il primo gruppo mostrava un significativo aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sia massima che minima, la sigaretta elettronica produceva solo un incremento lieve della pressione diastolica (la minima). Anche all'esame ecocardiografico, mentre chi fumava «bionde» vere presentava significative alterazioni dei parametri che indicano la funzionalità cardiaca, i tabagisti che si erano convertiti alla sigaretta elettronica non mostravano alcuna conseguenza nonostante la piccola dose di nicotina (11 milligrammi/millilitro) contenuta nel liquido del prodotto per ridurre il disagio dell'astinenza. Nel liquido, aggiungono inoltre gli studiosi greci, un laboratorio tossicologico indipendente non ha trovato nè nitrosamine nè idrocarburi aromatici policlinici, principali veleni contenuti nelle sigarette. «Servono altri studi prima di dire che si tratta di un prodotto rivoluzionario», commenta Farsalinos. «Tuttavia, in base ai dati ad oggi disponibili, la sigaretta elettronica si può considerare un'alternativa al tabacco molto meno pericolosa e potenzialmente utile alla salute». Un passo avanti per smettere di fumare. «Attenzione - avvertono i cardiologi - la sigaretta elettronica è un buon metodo per smettere di fumare, ma meglio utilizzare aromi senza nicotina perché non esistono ancora studi approfonditi».  


FONTE: Ansa
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20 agosto, 2012

Brevettare un gene del DNA? Secondo stravaganti giudici statunitensi si, si può...

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Secondo la Corte d'appello del circuito federale statunitense i geni isolati meritano la protezione brevettuale. Il caso è quello che ha al centro i titoli richiesti da Myriad Genetics (e concessi dall'ufficio brevettuale statunitense, USPTO) sui geni BRCA1 e BRCA2, impiegati in attività medico-scientifiche di diagnosi e ricerca come precursori del cancro al seno e alle ovaie.

Contro la posizione dell'USPTO e dell'azienda biotech si è apertamente schierata Washington: per il Dipartimento di Giustizia (Department of Justice, DoJ) l'operazione di individuazione e isolamento dei geni rispetto al DNA non basterebbe a determinare una tale alterazione e manipolazione da giustificare la brevettabilità. Si tratterebbe, insomma, non di un'invenzione, ma di una scoperta di una struttura chimica normalmente prodotta dalla natura all'interno dei geni umani.

Quello dell'isolamento di componenti naturali altrimenti sconosciuti è una delle zone grigie della proprietà intellettuale: si giustifica la brevettabilità di strutture già esistenti in natura quando si rileva un determinante intervento umano prima impensato tipizzato e che può essere ripetuto. È tipica la possibilità di brevettare determinati tipi di cristalli o anche i micro-organismi.
Per quanto riguarda sequenze di DNA, si considerano brevettabili nel momento in cui l'inventore è riuscito a isolare e riprodurre la struttura e la funzione delle sequenze di acidi nucleici necessari allo sviluppo di nuovi processi o prodotti.

Tutto questo discorso, valido in generale, tuttavia si gioca sul confine tra scoperta di componenti naturali ed invenzione dei processi per trovarli: e su questo limite si è di volta in volta svolto il dibattito davanti ai diversi gradi di giudizio del caso con al centro i brevetti Myriad Genetics. Attraverso di esso, infatti, il Governo cerca di tracciare una linea meno permissiva rispetto ai materiali brevettabili e per questo il caso ha assunto una particolare importanza. Nel primo e nel secondo grado il tribunale ha bocciato la concessione dei titoli brevettuali, ma una decisione della corte di appello ha messo di nuovo tutto in discussione ridando ragione all'Ufficio brevetti e all'azienda biotech. Così il caso è approdato alla Corte Suprema che ha ridato ragione a Washington bocciando nuovamente i brevetti.

Il nuovo appello, tuttavia, torna a riconoscere la brevettabililtà dei singoli geni: l'operazione di separazione dal resto del DNA basta, secondo la sentenza, a giustificarne la protezione per quel principio di intervento umano valevole di protezione.


Autore: Claudio Tamburrino
FONTE: Punto Informatico
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16 agosto, 2012

In vigore la norma che indica il principio attivo del farmaco al posto del nome commerciale: risparmio o confusione?

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Novità in farmacia e negli studi medici. Entra in vigore da oggi la norma sulla nuova ricetta del Servizio sanitario nazionale con l'indicazione del principio attivo al posto del nome commerciale del farmaco, al fine di promuovere maggiormente l'utilizzo di farmaci equivalenti rispetto ai più conosciuti farmaci di "elite". Sulla ricetta rossa deve ora comparire il nome della sostanza, contenuta nel farmaco, che possiede proprietà terapeutiche. Questo è già sufficiente perché la ricetta sia valida e possa essere presentata dall'assistito in farmacia per acquistare il prodotto dal prezzo più basso contenente quel principio attivo.

Il medico può aggiungere sulla ricetta, oltre al principio attivo, anche il nome commerciale di un farmaco, specificando che esso è «non sostituibile», ma in tal caso deve giustificare la non sostituibilità con una sintetica motivazione scritta. In questo caso il farmacista dovrà consegnare il prodotto indicato dal medico nella ricetta. Il Ministero della Salute sottolinea che queste disposizioni «non riguardano le terapie croniche già in corso» per evitare possibili, seppur rari, inconvenienti nel passaggio da un medicinale all'altro, sia pure di uguale composizione. Resta ferma la possibilità per il paziente, già prevista dal decreto "Cresci Italia" di chiedere al farmacista un medicinale, sia equivalente che di marca, con lo stesso principio attivo ma con un costo più alto, pagando a proprie spese la differenza di prezzo rispetto al farmaco meno costoso.

La nuova modalità di prescrizione dei farmaci «potrebbe determinare un aumento della conflittualità medico-paziente nei presidi di guardia medica e guardia turistica» secondo Silvestro Scotti, vice segretario nazionale Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale), che parla di «mancanza di adeguate informazioni ai cittadini» e critica la scelta di promulgare le nuove disposizioni a Ferragosto. Secondo Scotti, «l'assenza di informazione agli utenti mette questi nella condizione di non dotarsi delle opportune documentazioni da produrre al medico che li vede occasionalmente e che quindi non ha strumenti di valutazione, se non la dichiarazione verbale del cittadino, per collegare le proprie decisioni a un primo episodio di patologia cronica o a un nuovo episodio di patologia non cronica».

Fonte: Ansa.it
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09 agosto, 2012

Test di ingresso, scatta la corsa per prepararsi ai test

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Altro che vacanze. Per migliaia di neodiplomati o neo mini-laureati sono iniziati i conti alla rovescia (e i conti in tasca) per i test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso. Che sono sempre di più: su 4.690 corsi di laurea esistenti, sono 1.590, cioè il 33,9%, con costi per la preparazione che vanno da poche centinaia di euro a qualche migliaio.

Ormai un terzo dei corsi (sia per laurea triennale che magistrale) è a numero chiuso o programmato, e quindi richiede, per l'iscrizione, il superamento di una prova. Oltre ai 708 corsi di laurea in Medicina, Veterinaria e Architettura, per i quali ogni anno il ministero dell'Istruzione decide il numero di posti disponibili, ci sono infatti gli 882 scelti liberamente dai singoli atenei che sono costretti a limitare il numero di accessi per offrire una didattica dignitosa: il 18,8% del totale, un trend che si conferma in crescita rispetto al 17,7% dell'anno scorso. Basti pensare che ci sono atenei, come quelli di Catania e Palermo, dove tutti i corsi sono ormai ad accesso limitato. E allora scatta la corsa al quiz.

L'anno scorso per un totale di 9.690 posti disponibili a Medicina e chirurgia, si sono presentati in 84.422, una media di 8,7 candidati a posto, con i picchi di Siena (13,5), Sassari (12,4), Salerno (10,9). Quest'anno ci sono poco più di diecimila posti a disposizione, e gli atenei sono già pronti alla ressa, anche se la possibilità di ambire a più università nell'ambito della Regione, come stabilito dal ministro all'Istruzione Francesco Profumo, dà qualche chance in più. Stessa storia per Veterinaria, dove a fronte di 958 posti a disposizione (quest'anno ce ne sono anche meno, 918) si sono presentati nel 2011 ai test 7.305 aspiranti, 7,6 per ogni disponibilità. Non fa eccezione Architettura, oltre 23 mila candidati per 8.760 posti (quest'anno sono 8.720).

Ed è facile immaginare che saranno più che ambiti anche gli oltre 149 mila posti sparsi negli atenei per i corsi più disparati, da Scienze della comunicazione a Ingegneria, fiore all'occhiello del Politecnico di Milano, dove l'anno scorso c'erano 7.792 aspiranti ingegneri a fronte di 5.469 disponibilità, +9% rispetto all'anno precedente: «Noi crediamo tantissimo ai test di ammissione - spiega il rettore Giovanni Azzone -. Ma diamo la possibilità ai ragazzi di farli già dal terzo e quarto anno di liceo. Possono tentarlo anche più volte: il nostro obiettivo è motivarli, e infatti i test anticipati costano 30 euro invece dei 50 di settembre, e per la preparazione mettiamo a disposizione un volume scaricabile online».

I costi, altro capitolo spinoso: perché partecipare alla sfida a suon di crocette non è gratuito. A Padova il test costa 27 euro, a Roma Tre 25, a Catania 40, ma in moltissime facoltà, dalla Sapienza di Roma alla Statale di Milano, si aggira sui 50 euro, e ci sono anche atenei più cari, come Bologna (60 euro), Napoli (70 euro), Pavia (dai 75 ai 100 euro) fino ai 110 euro della Luiss di Roma. Considerando che ciascuno studente tenta di solito più prove, la cifra lievita. E poi c'è tutto il business della preparazione ai quiz: i manuali possono costare fino a 115 euro, ma i corsi più raffinati vanno dai 400 euro (per una full immersion di pochi giorni a fine agosto) agli oltre 4.000 euro, per corsi più lunghi che durano qualche mese oppure prevedono soggiorni vacanza abbinati a sessioni di studio.

È uno dei motivi per cui l'Unione degli universitari attacca a testa bassa i test: «Lo sbarramento con i test di ingresso universitari sta sempre più diventando un vero e proprio ostacolo sociale per l'accesso alla massima istruzione - dice il presidente Michele Orezzi - e invece di abbattere le barriere costruiamo ostacoli sempre più alti». Una posizione non condivisa da Luigi Frati, rettore della Sapienza di Roma: «Se siamo in Europa, dobbiamo rimanerci: se ci sono le quote latte, ci sono anche le quote medici, dobbiamo essere pragmatici». Come ci si allena al meglio, allora, senza spendere cifre strabilianti? «Con la clessidra da un minuto, che aiuta a calcolare i tempi, oppure con il Sudoku, che sviluppa la logica», suggerisce Pierluigi Celli, direttore generale della Luiss. «Perché sa qual è il vero problema? Che noi italiani siamo troppo emotivi».

Autrice: Valentina Santarpia
Fonte: Corriere.it
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