Secondo la Corte d'appello del circuito federale statunitense i geni isolati meritano la protezione brevettuale. Il caso è quello che ha al centro i titoli richiesti da Myriad Genetics (e concessi dall'ufficio brevettuale statunitense, USPTO) sui geni BRCA1 e BRCA2, impiegati in attività medico-scientifiche di diagnosi e ricerca come precursori del cancro al seno e alle ovaie.
Contro la posizione dell'USPTO e dell'azienda biotech si è apertamente schierata Washington: per il Dipartimento di Giustizia (Department of Justice, DoJ) l'operazione di individuazione e isolamento dei geni rispetto al DNA non basterebbe a determinare una tale alterazione e manipolazione da giustificare la brevettabilità. Si tratterebbe, insomma, non di un'invenzione, ma di una scoperta di una struttura chimica normalmente prodotta dalla natura all'interno dei geni umani.
Quello dell'isolamento di componenti naturali altrimenti sconosciuti è una delle zone grigie della proprietà intellettuale: si giustifica la brevettabilità di strutture già esistenti in natura quando si rileva un determinante intervento umano prima impensato tipizzato e che può essere ripetuto. È tipica la possibilità di brevettare determinati tipi di cristalli o anche i micro-organismi.
Per quanto riguarda sequenze di DNA, si considerano brevettabili nel momento in cui l'inventore è riuscito a isolare e riprodurre la struttura e la funzione delle sequenze di acidi nucleici necessari allo sviluppo di nuovi processi o prodotti.
Tutto questo discorso, valido in generale, tuttavia si gioca sul confine tra scoperta di componenti naturali ed invenzione dei processi per trovarli: e su questo limite si è di volta in volta svolto il dibattito davanti ai diversi gradi di giudizio del caso con al centro i brevetti Myriad Genetics. Attraverso di esso, infatti, il Governo cerca di tracciare una linea meno permissiva rispetto ai materiali brevettabili e per questo il caso ha assunto una particolare importanza. Nel primo e nel secondo grado il tribunale ha bocciato la concessione dei titoli brevettuali, ma una decisione della corte di appello ha messo di nuovo tutto in discussione ridando ragione all'Ufficio brevetti e all'azienda biotech. Così il caso è approdato alla Corte Suprema che ha ridato ragione a Washington bocciando nuovamente i brevetti.
Il nuovo appello, tuttavia, torna a riconoscere la brevettabililtà dei singoli geni: l'operazione di separazione dal resto del DNA basta, secondo la sentenza, a giustificarne la protezione per quel principio di intervento umano valevole di protezione.
Autore: Claudio Tamburrino
FONTE: Punto Informatico
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