tag:blogger.com,1999:blog-24911678762856355112024-03-12T23:03:47.898+01:00Sentieri della MedicinaMedicina, Università, Pazienti, Studenti, Sanità, Salute, Farmacologia, Patologia, Curiosità,Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.comBlogger1297125tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-2090528671273555532019-07-01T20:43:00.002+02:002019-07-01T20:43:53.074+02:00SSM 2019, domani il concorso per i medici aspiranti specialisti, ondata di polemiche social per mancati pagamenti e mancata trasparenza...
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Si svolgerà domani in tutta Italia il concorso per medici
per l'accesso alle Scuole di Specializzazione nelle aree cliniche, chirurgiche
e dei servizi. Un concorso estremamente impegnativo e che ha storicamente
creato molte polemiche sia sul numero di posti finanziati che sulle cronache del suo svolgimento. Dopo aver ripetutamente
rivoluzionato le modalità, talvolta anche con scelte improvvise e impopolari
(es. SSM 2017, abbandono delle domande “dirette” <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e passaggio alle domande concatenate su casi
clinici preimpostati, un passaggio repentino che favorì non poco gli iscritti a scuole private di preparazione che impostavano già da mesi le simulazioni proprio su casi clinici), quest’anno il Ministero e il Miur pare abbiano deciso di
confermare le precedenti modalità di svolgimento (240 domande su casi clinici in 210
minuti) e la distribuzione in una "graduatoria unica nazionale con scelte a scaglioni", proprio per non rivoluzionare
ulteriormente il panorama e smorzare così da subito le polemiche. Purtroppo, sebbene
quest'anno la data sia stata scelta in anticipo di quasi due settimane rispetto
allo scorso anno, il Miur e il Ministero sembrano aver commesso una serie di
errori nell’emanazione del bando, una “mancanza di trasparenza” che ha
innervosito non poco i medici partecipanti e le associazioni che li rappresentano.</div>
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Riassumendo brevemente i punti che hanno creato polemica sui
social, scopriamo che: <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div>
<br />
<div class="MsoListParagraph" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
1) Non si conosce il numero preciso di borse in
concorso. Sebbene dovrebbe essere confermato il tanto decantato aumento da 6000
a circa 8000, non si conosce il numero esatto di borse finanziate, nè quanti fondi siano stati recuperati dalle borse andate perdute per rinuncia nei precedenti concorsi. Idem per le borse
regionali, tanto che alcune regioni avrebbero espresso criticità sulla
possibilità di confermare lo stanziamento economico proprio a causa dei ritardi
burocratici in atto. Purtroppo non cambia nulla anche per i famigerati posti "riservati", spesso frutto di controversie e strani privilegi. Come da tradizione, non si conosce neppure il numero complessivo
di partecipanti. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
2) Non si conosce la composizione delle griglie dei posti
messi a disposizione per gli eventuali vincitori. A causa dei ritardi nel
completamento del processo di accreditamento (cioè sostanzialmente la verifica
del rispetto dei criteri di qualità che una determinata struttura ospedaliera
deve avere al fine di permettere l'ottenimento di una corretta formazione ai
propri medici specializzandi per quella specifica area), molti medici stanno
concorrendo pur non sapendo quanti posti per una determinata specializzazione
saranno disponibili nell'ospedale della propria città o addirittura se la
specifica materia verrà confermata o meno. Un esempio che facilita la
comprensione del problema: medici di una città X potrebbero concorrere per
vincere un posto da specializzando in Ginecologia e scoprire che nell'azienda
ospedaliera della propria città non è più disponibile alcun posto di
specializzazione in Ginecologia proprio a causa del mancato accreditamento (perché,
per esempio, non c'è un reparto o una sala parto adeguata agli standard
richiesti), forzando cosi una migrazione "all'ultimo minuto" (le scelte di sede sono fatte per scaglioni e in pochi giorni) presso altra sede o la scelta di altri
indirizzi. In tempi di social molto viene lasciato al fato: così in una pagina
Facebook di una associazione sono stati pubblicati una serie di immagini
relative a griglie di distribuzione di borse e che dovrebbero in teoria dare
qualche orientamento in più ai concorrenti, ma i dati di tali griglie sono
ovviamente non ufficiali: non si sa né come siano state ottenute, né quanto
queste siano lontane o vicine al vero.</div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
3) A causa di un cavillo del bando legato proprio alla mancata
pubblicazione dell’integrazione sulla distribuzione dei posti in palio, molti
medici domani concorreranno alla prova pur non avendo pagato la tassa di
iscrizione al concorso (100 euro), necessaria in teoria per creare fondi che
possano finanziare il concorso stesso. Questo significa che un medico X
potrebbe concorrere, scoprire il risultato alla fine della prova, e decidere se
ratificare o meno il pagamento sulla base del risultato conseguito. Un errore
enorme da parte del Ministero nonché un'evidente ingiustizia per tutti coloro
che hanno invece pagato regolarmente ed entro i termini dell’esecuzione del
concorso la dovuta tassa. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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</div>
<div class="MsoNormal">
4) Dopo le polemiche dello scorso anno non si sa nulla in
merito all’aver irrobustito o meno i controlli per impedire eventuali copie o
collaborazioni fra concorrenti, per esempio rendendo più distanziati i computer ed evidenti i divisori fra
computer, spesso del tutto assenti in molte sedi. </div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Probabilmente questi problemi verranno “sanati” già il
giorno dopo il concorso, resta tuttavia il rammarico per una serie di errori in
un ambito, quello dei medici in formazione, già di per sé ampiamente problematico.
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ nota a tutti la carenza di medici e
la necessità di colmare quel “imbuto formativo” che sta, da un lato,
strangolando la qualità del servizio sanitario pubblico in Italia, e dall’altro
lato, creando profitti alle scuole private di preparazione pre-concorsi. Un quadro di
carenza cronica che è, molto probabilmente, destinato a peggiorare nei prossimi
anni. </div>
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-11208020299361503242019-06-06T09:36:00.002+02:002019-06-06T09:36:30.468+02:00Che cos'è il Patisiran e come lo studio clinico APOLLO si inserisce nelle prospettive nel trattamento della amiloidosi hATTRLo scorso anno la Fda ha approvato il Patisiran, il primo farmaco specificamente autorizzato per il trattamento di una malattia rara e mortale chiamata amiloidosi ereditaria da transtiretina (hATTR). Sviluppato dalla biotech americana Alnylam, è stato messo in commercio con il marcio Onpattro.<br /><br />La decisione è stata anche una pietra miliare scientifica: segna la prima approvazione in assoluto per un farmaco che utilizza la RNA interference, un meccanismo di difesa presente in natura che le cellule possono utilizzare per mettere a tacere un gene prima che produca una proteina dannosa.<br /><br />«Questa approvazione fa parte di un'ondata più ampia di progressi che ci consentono di trattare la malattia affrontando effettivamente la causa alla radice, permettendoci di arrestare o invertire una condizione, piuttosto che essere in grado solo di rallentarne la progressione o di curare i suoi sintomi. In questo caso, gli effetti della malattia causano una degenerazione dei nervi, che può manifestarsi in dolore, debolezza e perdita di mobilità", ha detto il Commissario dell'Fda Scott Gottlieb "Nuove tecnologie come gli inibitori dell'RNA, che alterano i fattori genetici di una malattia, hanno il potenziale di trasformare la medicina, in modo da poter meglio affrontare e anche curare le malattie debilitanti. Ci impegniamo a far progredire i principi scientifici che consentono lo sviluppo e la revisione efficienti di trattamenti sicuri, efficaci e innovativi, in grado di cambiare la vita dei pazienti.»<br /><br />L'approvazione dell'Fda è specifica per il trattamento dei danni ai nervi periferici subiti dai pazienti con hATTR e rappresenta il culmine di quasi due decenni di lavoro scientifico iniziato quando gli scienziati Andrew Fire e Craig Mello scoprirono l'RNAi 20 anni fa. Nel 2006, hanno vinto un premio Nobel per la loro scoperta.<br /><br />Dal 2002, Alnylam, la più grande azienda del settore RNAi, ha cercato di utilizzare il metodo per produrre farmaci innovativi. Altri tre farmaci di Alnylam che sfuttano la RNAi sono in fase avanzata di sviluppo, per l'emofilia, il colesterolo elevato e la porfiria epatica acuta (una malattia epatica rara).<br /><br />«Dopo 16 anni, una perseveranza instancabile e miliardi di dollari in investimenti, siamo finalmente riusciti a far progredire la terapia RNAi nel suo complesso, per ottenere una nuova classe di farmaci innovativi", ha dichiarato il CEO dell'azienda John Maraganore alla testata Xconomy. "Cosa conta di più? La differenza che ora possiamo fare nella vita dei pazienti con amiloidosi da hATTR.»<br /><br />Si stima che la hATTR colpisca 50mila persone in tutto il mondo. Le persone che hanno la malattia fanno una versione mutata della transtiretina (TTR), una proteina che si accumula in ciuffi piegati male, causando danni a una varietà di tessuti in tutto il corpo. Alcuni pazienti soffrono solo il danno nervoso, che inizia con intorpidimento delle dita dei piedi, poi, i piedi, e si muove verso l'alto. Altri soffrono di problemi cardiovascolari che possono determinare scompenso cardiaco e morte. La maggior parte dei pazienti ha entrambi i problemi. Gli unici trattamenti finora effettuati negli Stati Uniti sono i trapianti di fegato o diflunisal, un farmaco antinfiammatorio usato off-label per "stabilizzare" la proteina TTR e rallentare i danni nervosi progressivi. Ma i trapianti di fegato sono rischiosi, difficili da ottenere, e non sempre funzionano. E il diflunisal può causare problemi di stomaco o reni, quindi non è per tutti.<br /><br />Il paradigma terapeutico per l'hATTR è stato però modificato. Il farmaco di Alnylam è una piccola molecola di RNA, somministrata al fegato da una nanoparticella lipidica, che agisce interferendo con l'RNA che produce la forma anomala della transtiretina proteica (TTR) per bloccare la produzione della proteina.<br /><br />L'efficacia di Onpattro è stata dimostrata in uno studio clinico che ha coinvolto 225 pazienti, 148 dei quali sono stati assegnati randomizzati a ricevere un'infusione di Onpattro una volta ogni tre settimane per 18 mesi, e 77 dei quali sono stati assegnati a ricevere un'infusione di placebo alla stessa frequenza. I pazienti che hanno ricevuto Onpattro hanno avuto risultati migliori su misure di polineuropatia tra cui la forza muscolare, valutazioni su diverse sensazioni (dolore, temperatura, intorpidimento), riflessi e sintomi autonomici (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, digestione) rispetto a coloro che hanno ricevuto l'infusione di placebo. I pazienti sottoposti a trattamento con patisiran hanno ottenuto risultati migliori anche per quanto riguarda la valutazione della deambulazione, dello stato nutrizionale e della capacità di svolgere attività di vita quotidiana.<br />
<br />
<strong>Lo studio clinico APOLLO</strong><br />
<strong> </strong> <br />Nello studio clinico
APOLLO sono state valutate la sicurezza e l’efficacia di patisiran in
una popolazione arruolata a livello globale e di pazienti affetti da
amiloidosi hATTR. Lo studio ha dimostrato la superiorità di patisiran,
rispetto al placebo nel miglioramento dei parametri relativi a
polineuropatia, qualità della vita, attività quotidiane, deambulazione,
stato nutrizionale e sintomatologia autonomica in pazienti adulti con
amiloidosi hATTR. Per valutare funzionalità motoria, sensoriale e
nervosa, riflessi e pressione posturale è stata utilizzata la scala
modificata del Neuropathy Impairment Score (mNIS+7).<br /><br />• A 18
mesi, il trattamento con patisiran ha determinato una variazione media
di 6,0 punti (miglioramento) nel punteggio mNIS+7 ottenuto al basale,
rispetto a un aumento medio di 28,0 punti (peggioramento) segnalato per
il gruppo placebo. Con una differenza media complessiva di 34,0 punti
del braccio patisiran rispetto al placebo. <br />• Mentre quasi tutti i
pazienti trattati con patisiran hanno avuto un beneficio terapeutico
rispetto al placebo, il 56% dei pazienti trattati con patisiran ha
ottenuto un notevole miglioramento nei parametri di valutazione della
polineuropatia (punteggio mNIS+7 migliorato) rispetto al proprio livello
basale dopo 18 mesi di terapia, rispetto al 4% dei pazienti ai quali
era stato somministrato il placebo. <br />• A 18 mesi, il 51% dei
pazienti patisiran ha ottenuto un miglioramento nella qualità della vita
misurato in base al punteggio Norfolk QOL-DN, rispetto al 10% dei
pazienti placebo. <br />• Nel corso dei 18 mesi di terapia, i pazienti
trattati con patisiran, hanno ottenuto un notevole beneficio in tutti
gli altri endpoint di efficacia, tra cui attività quotidiane,
deambulazione, stato nutrizionale e sintomatologia autonomica.<br />•
Patisiran ha ottenuto dati favorevoli sugli endpoint esplorativi
relativi a struttura cardiaca e parametri funzionali nei pazienti con
interessamento cardiaco.<br />• L’incidenza e la gravità degli eventi
avversi sono stati simili nei pazienti trattati con patisiran e con
placebo. Gli eventi avversi più comuni segnalati nei pazienti trattati
con patisiran, con una frequenza almeno del 3% superiore a quella
registrata nei pazienti trattati con placebo, sono stati l’edema
periferico e le reazioni correlate all’infusione. <br />
<br />
FONTE: <a href="https://www.pharmastar.it/news/fda/amiloidosi-da-transtiretina-fda-approva-patisiran-primo-farmaco-diretto-contro-lrna-difettoso-27451" rel="nofollow" target="_blank">Pharmastar</a>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-62844233522893414572019-04-15T11:46:00.000+02:002019-04-15T11:46:33.190+02:00Allerta dellʼAifa su alcuni antibiotici chinolonici di uso comune: rischio reazioni avverse gravi e persistenti<br />Allerta dell'Agenzia Italiana del farmaco su alcuni antibiotici di uso comune per il rischio di gravi effetti collaterali "invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti". L'Agenzia ha diffuso una nota con indicazioni rivolte ai medici. Nel mirino i medicinali che contengono fluorochinoloni e chinoloni, che verranno ritirati dal commercio. Si raccomanda prudenza nelle prescrizioni anche per i pazienti anziani.<br /><br />Ai medici viene indicato di non prescrivere tali medicinali in casi quali il trattamento di infezioni non gravi o per infezioni non batteriche.<br /><br />Il medico deve inoltre informare il paziente di "interrompere il trattamento ai primi segni di reazione avversa grave quale tendinite e rottura del tendine, dolore muscolare, neuropatia" e di consultare il proprio medico per ulteriori consigli.<br /><br />L'Ema (Agenzia europea del farmaco), si legge ancora nell'allerta dell'Aifa, "ha riesaminato nei mesi scorsi gli antibiotici chinolonici e fluorochinolonici per uso sistemico ed inalatorio per valutare il rischio di reazioni avverse gravi e persistenti (che durano mesi o anni), invalidanti e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso.<br /><br />Le reazioni avverse gravi a carico del sistema muscoloscheletrico includono tendinite, rottura del tendine, mialgia, debolezza muscolare, artralgia, gonfiore articolare e disturbi della deambulazione. Gli effetti gravi a carico del sistema nervoso periferico e centrale includono neuropatia periferica, insonnia, depressione, affaticamento e disturbi della memoria, oltre che compromissione della vista, dell'udito, dell'olfatto e del gusto. Sono stati segnalati soltanto pochi casi di queste reazioni avverse invalidanti e potenzialmente permanenti, ma è verosimile una sotto-segnalazione.<br /><br />A causa della gravità di tali reazioni in soggetti fino ad allora sani, la decisione di prescrivere chinoloni e fluorochinoloni dev'essere presa dopo un'attenta valutazione dei benefici e dei rischi in ogni singolo caso".<br /><br />FONTE: <a href="https://www.tgcom24.mediaset.it/salute/allerta-dell-aifa-su-alcuni-antibiotici-rischio-reazioni-i-farmaci-saranno-ritirati-dal-commercio_3203034-201902a.shtml" rel="nofollow" target="_blank">TgCom.it</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-50621192862101341512019-02-22T09:53:00.002+01:002019-02-22T09:53:18.179+01:00Il governo prova a "curare" le liste d'attesa: stop alle visite private intramoenia se eccessive criiticità ma piovono critiche..."Se i tempi di attesa per un esame medico superano i tempi previsti per legge, sarai indirizzato presso una struttura privata convenzionata senza costi aggiuntivi". E' il ministro della Salute, Giulia Grillo a illustrare le novità del nuovo Piano per il governo delle liste d'attesa, approvato dalla Conferenza Stato Regioni, ma già bocciato dai medici. Il piano prevede anche lo stop alle visite private dei medici in ospedale se le liste d'attesa vanno oltre i limiti previsti.<br /><br />Come quello precedente, il nuovo Piano individua l'elenco di prestazioni ed esami diagnostici soggetti al monitoraggio e prevede il rispetto, da parte delle Regioni, dei tempi massimi di attesa per ciascuno. Ma riduce il limite massimo di attesa previsto per quelle a priorità programmata (non urgenti) da 180 giorni a 120 e, in virtù del principio di trasparenza, prevede l'accessibilità alle agende di prenotazione delle strutture. Il piano prevede anche la rimozione dei direttori generali delle aziende che non raggiungono gli obiettivi.<br /><br />Inoltre le informazioni sulle liste d'attesa dovranno essere presenti su siti web di regioni e strutture, in apposite sezioni "dedicate e facilmente accessibili". In caso di superamento dei tempi massimi previsti per la prestazione, si conferma la possibilità di ottenerla in regime di libera professione riservando al cittadino il solo pagamento del ticket. Per monitorare l'attuazione del PNGLA e segnalare eventuali criticità, verrà istituito un Osservatorio Nazionale di cui faranno parte esperti ma anche associazioni di cittadini.<br /><br />Infine gli impegni assunti dai Direttori Generali per superare le criticità legate ai lunghi tempi di attesa saranno "fattore prioritario nella loro valutazione" e il non raggiungimento degli obiettivi potrà provocarne la "decadenza automatica". "Abbiamo fatto un lavoro importantissimo e oggi, dopo dieci anni, il Paese ha un nuovo piano nazionale di gestione delle liste di attesa", ha commentato il ministro Grillo. "L'intesa è meritoria ma sono necessarie risorse certe e più personale. Siamo solo all'inizio", precisa il presidente della Conferenza Stato-Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.<br /><br />I medici parlano invece di "una fiera dell'ipocrisia", che non risolve il problema. Le critiche prendono di mira la possibilità, prevista nel nuovo Pngla, di un blocco delle prestazioni in intramoenia (espletate dal medico privatamente, nella propria struttura sanitaria) in caso di criticità. "Regioni e Governo - commenta Carlo Palermo, segretario del sindacato Anaao - si autoassolvono dalla responsabilità politica e gestionale" e indicano nei medici dipendenti "il capro espiatorio ideale, e nella loro attività libero professionale intramoenia la causa da rimuovere nel caso, non improbabile, che non si rispetti il piano delle illusioni che hanno stilato".<br /><br />FONTE: <a href="https://www.tgcom24.mediaset.it/salute/sanita-rivoluzione-liste-d-attesa-se-sono-troppo-lunghe-scatta-lo-stop-alle-visite-private-negli-ospedali_3193164-201902a.shtml" rel="nofollow" target="_blank">TgCom24</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-15086177775715330532019-02-06T13:59:00.001+01:002019-02-06T13:59:03.836+01:00Il ministro Grillo nomina il nuovo Consiglio Superiore di Sanità, due conferme e meno donne, aspre polemiche su alcune scelte...Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha firmato il decreto di nomina dei 30 membri non di diritto del Consiglio Superiore di Sanità (Css). La squadra, afferma Grillo, "è finalmente pronta e sono molto orgogliosa e felice di presentarla". Dopo l'insediamento, il Css deciderà il nuovo presidente.<br /><br />Il Consiglio superiore di sanità (Css), del quale oggi il ministro della Salute Giulia Grillo ha nominato i nuovi 30 membri non di diritto, è 'meno rosa': solo tre le scienziate donne presenti nell'organo consultivo, contro le 14 del precedente Css nominato dall'ex ministro Beatrice Lorenzin. Tra i 30 membri nominati, sono stati riconfermati i professori Bruno Dallapiccola e Giovanni Scambia, mentre escono dal Css il farmacologo Silvio Garattini, che sarà ancora "fortemente impegnato per questo ministero nel difficile tavolo della Governance Farmaceutica", rileva una nota del dicastero, e il professor Edoardo Boncinelli. Alcuni dei precedenti membri non di diritto, tra i quali il professor Alberto Mantovani, precisa il ministero, "avevano da tempo rassegnato le dimissioni a causa dei numerosi impegni internazionali".<br /><br />Sta sucitando polemiche la scelta di nominare Camillo Ricordi, che ha avuto un ruolo nella vicenda del metodo Stamina di Davide Vannoni, aprendo alla possibilità di una sua sperimentazione. Professore di chirurgia e medicina dei trapianti cellulari all'Università di Miami, nel 2013 Ricordi si pronunciò in favore del metodo - applicato nel 2011-12 agli Spedali Civili di Brescia - poi bocciato definitivamente dall'Istituto superiore di sanità. Ricordi affermò che si trattava di "una procedura sicura" e che i risultati e dati che aveva visto gli erano sembrati, secondo la sua stessa definizione, "promettenti". Sempre secondo Ricordi "indipendentemente dai risultati finali" sarebbe stati "criminale non valutare il metodo e non fare chiarezza". Ricordi incontrò il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, visionando il Protocollo completo del metodo a base di staminali mesenchimali. Ricordi mise anche a disposizione i laboratori del suo centro di Mimami a Vannoni, anche se tale possibilità poi tramontò.<br /><br />Questo l'elenco dei 30 nuovi membri non di diritto del Css:<br />
Sergio ABRIGNANI Ordinario di Patologia Generale-Università di Milano;<br />
Adriano AGUZZI Direttore dell'Istituto di Neuropatologia di Zurigo;<br />
Mario BARBAGALLO Ordinario di Geriatria-Università di Palermo;<br />
Mario Alberto BATTAGLIA Ordinario di Igiene e Salute Pubblica-Università di Siena;<br />
Luca BENCI Docente di diritto sanitario-Università di Firenze;<br />
Renato BERNARDINI Ordinario di Farmacologia-Università di Catania;<br />
Giuseppe CAMPANILE Ordinario di Scienze e Tecnologie Animali-Università "Federico II" Napoli;<br />
Claudio COBELLI Ordinario di Bioingegneria-Università di Padova;<br />
Giulio COSSU Ordinario di Medicina Rigenerativa-Università di Manchester;<br />
Giuseppe CURIGLIANO Prof. Ass. di Oncologia Medica-Università di Milano;<br />
Bruno DALLAPICCOLA Direttore Scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù;<br />
Domenico DE LEO Ordinario di Medicina Legale-Università di Verona;<br />
Paola DI GIULIO Prof. Ass. di Scienze Infermieristiche-Università di Torino;<br />
Marco FERRARI Ordinario di Malattie Odontostomatologiche-Università di Siena;<br />
Carlo FORESTA Ordinario di Endocrinologia-Università di Padova;<br />
Silvia GIORDANO Ordinario di Istologia-Università di Torino;<br />
Andrea GIUSTINA Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo-Università S. Raffaele di Milano;<br />
Andrea LAGHI Ordinario di Radiologia-Università Sapienza di Roma;<br />
Franco LOCATELLI Direttore Dipartimento di Onco-Ematologia Pediatrica dell'Ospedale Bambino Gesù;<br />
Francesco LONGO Associato Dipartimento Analisi Politiche e Management Pubblico-Univ. Bocconi;<br />
Vito MARTELLA Ordinario di Malattie Infettive degli animali domestici-Università di Bari;<br />
Maria G. MASUCCI Ordinario di Virologia presso il Karolinska Institute di Stoccolma- Membro Commissione Nobel;<br />
Marco MONTORSI Rettore dell'Università HUMANITAS;<br />
Paolo PEDERZOLI Ordinario di Chirurgia Generale - Università di Padova;<br />
Giuseppe REMUZZI Direttore dell'Irccs "Mario Negri"-Milano;<br />
Camillo RICORDI Prof. Di Chirurgia e Medicina dei Trapianti cellulari-Università di Miami (FLORIDA);<br />
Massimo RUGGE Ordinario di Anatomia Patologica ed Oncologia- Università di Padova;<br />
Giovanni SCAMBIA Direttore Scuola Spec. In Ginecologia e Ostetricia- Università S. Cuore Pol. Gemelli;<br />
Fabrizio STARACE Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche- AUSL di Modena;<br />
Paolo VINEI Ordinario di Epidemiologia presso l'Imperial College di Londra.<br />
<br />
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FONTE: <a href="http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2019/02/05/grillo-nomina-nuovo-consiglio-sanita-firmato-decreto_f65089ee-3900-4d49-b0bf-da9f97041a1f.html" rel="nofollow" target="_blank">Ansa.it</a><br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-73254227342487647672018-10-17T16:03:00.000+02:002018-10-17T16:03:48.509+02:00Medicina, dietrofront generale sul numero chiuso: nessuna cancellazione ma "in futuro allargamento sostenibile" ...Più posti a Medicina «già dal prossimo anno accademico» e nuove modalità di accesso, un nuovo test, diverso da quello attuale con le 60 domande in 100 minuti. E’ la promessa del ministro Marco Bussetti. Questo sì. Del resto al ministero ne stanno già parlando da qualche mese insieme ai rappresentanti delle università e la conferenza dei rettori ha deliberato per un aumento addirittura del 50 per cento dei posti nel giro di due anni, arrivando a quindicimila matricole. Di questo si è parlato lunedì sera nel consiglio dei ministri, almeno secondo la ricostruzione che Bussetti ha fornito ai suoi collaboratori ieri mattina: più posti per il corso di medicina e soprattutto più borse di studio per i corsi di specializzazione, vero stretto imbuto per i medici: già oggi un terzo dei laureati non trova posto per specializzarsi. Ma per avere più medici servono più fondi, perché «servono più corsi, più aule, più professori e più laboratori», come spiega il presidente dei rettori Gaetano Manfredi. Invece in consiglio dei ministri si è parlato piuttosto di tagli e limature che non di nuovi fondi.<br /><br />Dev’essere per questo che ieri mattina candidamente il ministro Bussetti e la sua collega Grillo rispondevano: «a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile». Persino il premier Conte avrebbe risposto così al telefono al capo dei rettori che cercava lumi si una scelta «irrealizzabile» oltre che inattesa. «La modalità di accesso alla facoltà di medicina è un tema di cui si discute da tempo e che è anche nel contratto di governo. - spiega Bussetti - Ma non prevediamo di calare nessuna scelta dall’alto, ne parleremo con le università che devono essere nostre alleate in questo percorso». Al Miur si parla di «un allargamento sostenibile» da concordare e Bussetti, via comunicato stampa ha ieri anche convocato una riunione con i rettori al più presto. Questo non ha cancellato del tutto i dubbi sul futuro del test: la ministra Grillo e lo stesso vicepremier Salvini nelle settimane scorse avevano ne proposto l’abolizione.<br /><br />Al ministro non piace neppure l’idea - caldeggiata qualche settimana fa dalla ministra Grillo - del sistema francese con lo sbarramento al secondo anno: non solo prevederebbe comunque di far entrare 60 mila ragazzi (sette volte quelli ammessi ora) al primo anno e poi si rischierebbe di far perdere a questi ragazzi un anno di studio facendo il test alla fine del primo anno. Bussetti preferirebbe cambiare il test: «Vogliamo ragionare su nuove modalità di ingresso», spiega. Non fa mistero, il ministro, che a lui non piace il test a crocette, così come non gli piacciono i test Invalsi. Ma è vero che è anche difficile chiedere a ragazzi impegnati con la Maturità di fare un percorso di selezione più lungo. Ma orientamento sì, questo si potrebbe fare: lo chiedono anche le Università di lavorare nell’ultimo anno di superiori per offrire ai ragazzi corsi di orientamento che probabilmente aiuterebbero anche a ridurre il numero dei candidati al test e limiterebbero anche il business dei corsi per prepararsi alla prova di ammissione. In più se l’orientamento farà diminuire drasticamente il numero dei candidati, che in questi ani sono sempre stati circa 60 mila, allora si potrà pensare di cambiare il sistema.<br /><br />Che cosa resterà di questo «incidente»? Certo è stata una gaffe che ha messo in allarme tutto università e studenti. Potrebbe però servire al governo nella trattativa con gli Atenei sul numero dei posti per il prossimo anno. Dodicimila? O forse di più a partire dal prossimo anno: «Ma andremo per gradi», promette Bussetti, che in queste ore è impegnato ad evitare che tagli e risparmi colpiscano il suo ministero.<br /><br />AUTRICE: Gianna Fregonara<br />FONTE: <a href="https://www.corriere.it/scuola/universita/18_ottobre_16/medicina-bussetti-piu-posti-dall-anno-prossimo-cambio-test-0b94b55e-d14a-11e8-81a5-27b20bf95b8c.shtml#" rel="nofollow" target="_blank">Corriere.it</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-82924010983888054182018-10-16T10:06:00.002+02:002018-10-16T10:06:42.225+02:00 Alea iacta est: il ministro Grillo abolisce il numero chiuso in MedicinaIl Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera, oltre al decreto fiscale, anche un decreto per la "deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili" che contiene alcune misure di interesse sanitario al quale si aggiungono altre norme per la salute inserite nel disegno di legge di bilancio 2019.<br /><br />Eccole nel dettaglio come descritte nel comunicato stampa diramato dal Governo:<br /><br />Decreto Semplificazione: Disposizioni urgenti per la deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili (decreto-legge)<br /><br />Di seguito le misure previste per la sanità:<br />- transazioni con le aziende farmaceutiche per il ripiano della spesa farmaceutica;<br />- commissariamento delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario (viene prevista l’incompatibilità della figura del commissario con qualsiasi altro incarico istituzionale presso la Regione);<br />- istituzione della Anagrafe nazionale vaccini, con l’obiettivo di monitorare i programmi vaccinali sul territorio;<br />- istituzione del fondo per la riduzione delle liste d’attesa.<br /><br />Di seguito le misure riguardanti le principali misure per la sanità e gli altri più significativi interventi previsti:<br /><br />Liste d’attesa sanitarie – Si interviene per ridurre drasticamente le liste d’attesa con lo stanziamento, tra l’altro, di un fondo da 50 milioni per le regioni per gli interventi di abbattimento delle liste d’attesa. Inoltre, con l’istituzione del Centro Unico di Prenotazione (CUP) digitale nazionale, si potrà monitorare quando effettivamente sono stati presi gli appuntamenti, in modo da evitare possibili episodi fraudolenti di indebito avanzamento nelle liste d’attesa.<br /><br />Fondi per la salute – Si stanziano 284 milioni per i rinnovi contrattuali di tutto il personale del Servizio sanitario nazionale e altri 505 milioni saranno attribuiti alle regioni per le spese farmaceutiche.<br /><br />Abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina – Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi.<br /><br />Gestioni commissariali della Sanità – Si reintroduce l’incompatibilità tra la carica di commissario alla Sanità e ogni incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento.<br /><br />Superamento della legge Fornero – Si abrogano i limiti di età per i pensionamenti previsti dalla legge Fornero, introducendo la “quota 100”: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati, favorendo così chi ha iniziato a lavorare in età molto giovane e al contempo agevolando il necessario ricambio generazionale nella Pubblica Amministrazione e nel privato. Per le donne si proroga “Opzione Donna”, che permette alle lavoratrici con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni, se autonome, e 35 anni di contributi, di andare in pensione.<br /><br />Reddito di cittadinanza – Si introdurrà una misura universalistica di sostegno al reddito, con la previsione che nessun cittadino abbia un reddito mensile inferiore ai 780 euro, che crescono in base al numero dei componenti della famiglia.<br /><br />Pensione di cittadinanza – Le pensioni minime saranno aumentate fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.<br /><br />Pensioni d’oro – Si interviene sulle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro mensili, in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati.<br /><br />Rilancio degli investimenti pubblici – Si stanziano 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Si crea inoltre una task force per valutare, monitorare e attivare rapidamente i progetti d’investimento.<br /><br />Task force per la qualità della spesa pubblica – Si crea una task force per la revisione di tutta la spesa pubblica. Il team analizzerà nel dettaglio ogni singola voce di spesa nel bilancio dello Stato per intervenire sugli sprechi ed efficientare la spesa, intervenendo, tra l’altro, su auto blu, voli di Stato e scorte.<br /><br />Taglio agli sprechi – Si recuperano fino a 2 miliardi di euro grazie alla riorganizzazione della spesa, prevedendo l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di acquistare beni e servizi tramite Consip.<br />
<br />
FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=66722" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a> <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-57420687685638809762018-10-01T17:30:00.000+02:002018-10-01T17:30:00.259+02:00Premio Nobel 2018 per la Medicina a James Allison e Tasuku Honjo, fra i padri della immunoterapia antitumorale<br />Il Premio Nobel per la Medicina 2018 è stato assegnato all'americano James P. Allison e al giapponese Tasuku Honjo. I due scienziati, attivi entrambi negli Stati Uniti, hanno effettuato ricerche sul freno naturale che riesce a bloccare l'avanzata dei tumori, sulle quali si basa l'immunoterapia. I due studiosi "hanno capito che si può stimolare il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali, un meccanismo di terapia assolutamente nuovo nella lotta ad un tipo di malattia che uccide ogni anno milioni di persone e che costituisce una delle più gravi minacce alla salute dell'umanità", si legge nelle motivazioni dell'Accademia. <br /><br />Le ricerche di James P. Allison e Tasuku Honjo sono state una pietra miliare nella lotta contro i tumori perché per la prima volta hanno portato alla luce i meccanismi con i quali le cellule del sistema immunitario attaccano quelle tumorali.<br /><br />Allison ha aperto la via a queste ricerche studiando le proteine che funzionano come un freno del sistema immunitario e intuendo le loro grandi potenzialità: manipolando il loro freno naturale sarebbe stato possibile aggredire i tumori con nuove armi.<br /><br />Honjo ha segnato un altro passo lungo questa nuova strada scoprendo una proteina delle cellule tumorali che funziona anche come un freno, ma con un meccanismo d'azione diverso rispetto a quelli noti fino a quel momento. Entrambe le scoperte si sono tradotte nel tempo in nuovi approcci per la terapia contro i tumori che si stanno dimostrando molto promettenti.<br /><br />«È importante che abbiano dato il premio e entrambi perché con la scoperta di questi circuiti negativi hanno aperto la strada all’identificazione di molecole cruciali per il progresso nelle terapie contro i tumori» spiega il professor Michele Maio, direttore del Centro di Immunoncologia dell’azienda ospedaliera universitaria Senese, uno dei maggiori esperti italiani in questo campo. «I due ricercatori hanno sostanzialmente intuito che esistono circuiti regolatori negativi da parte del sistema immunitario. Quando il sistema si attiva per eliminare per esempio virus o batteri, esprime proteine sulle membrane dei linfociti (Ctla-4) che si legano a un recettore che spegne l’attivazione dei linfociti T. Apparentemente non ha senso ma invece è importantissimo perché altrimenti avremmo linfociti continuamento attivati anche quando non c’è n’è più alcuna ragione. Si tratta di un meccanismo che ci evita un’infiammazione permanente. Da questa premessa Allison è partito per ipotizzare che bloccando l’interazione fra la proteina Ctla-4 e il suo recettore si sarebbe potuto de-attivare questo segnale di deattivazione del sistema immunitario. Lo ha fatto con un anticorpo monoclonale dimostrando che era effettivamente possibile mantenere un’attivazione del sistema immunitario per distruggere il tumore. Da qui si è arrivati ai primi farmaci usati a questo scopo nell’uomo nel 2011. Honjo, dal canto suo ha dimostrato la presenza di un’altra proteina, la Pd-1, e ha dimostrato che è in grado di mandare segnali negativi». In aggiunta il tumore può esprimere un recettore per la Pd-1 ,che consentono alle cellule del tumore stesso di eludere il riconoscimento da parte del sistema immunitario e quindi di continuare a riprodursi. L’immunoterapia contro i tumori agisce a questo livello, contrastando questi sistema chiave-serratura e impedendo così alle cellule tumorali di sfuggire alla cattura da parte di quelle del sistema immunitario.<br /><br />La battaglia contro il cancro del resto ha registrato cambiamenti radicali negli ultimi anni. Le armi che si stanno studiando, e che già si cominciano a usare, sono capaci di riconoscere le sue trasformazioni e i suoi «piani»e agire di conseguenza. I ricercatori battono molte strade. C’è chi prova a tagliargli i rifornimenti con gli inibitori dell’angiogenesi (che impediscono di fabbricare nuovi vasi per procurarsi nutrimento). C’è chi studia bersagli stabili nelle sue cellule per «sparargli» proiettili precisissimi e chi «punta» a suoi processi biochimici specifici per sabotarli (con anticorpi monoclonali e terapie target). C’è chi affina la precisione della radioterapia e l’efficacia della chirurgia o dei farmaci tradizionali. C ’è poi chi cerca di «riconvertire» le cellule deviate, e chi prova a togliere i freni (che in sé sono utili) al sistema immunitario , in modo da scatenarlo senza remore contro il tumore, cercando al contempo di evitare che faccia danni al resto dell’organismo. Gli ultimi due, in estrema sintesi, sono i compiti che si danno gli studiosi che si occupano di immunoterapia dei tumori. Nel 2013 l’immunoterapia si era guadagnata il primo posto della top ten delle più importanti svolte scientifiche dell’anno. Nella classifica stilata ogni anno dall’Associazione Americana per il Progresso della Scienza e gli editori della prestigiosa rivista Science, l’immunoterapia era in cima alla lista delle scoperte fondamentali in virtù dei notevoli successi raggiunti in alcune sperimentazioni e nonostante mancassero ancora risultati definitivi e a lungo termine sulla sua efficacia curativa.<br />
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FONTE: <a href="http://www.tgcom24.mediaset.it/?refresh_ce" rel="nofollow" target="_blank">Tgcom.it</a> e <a href="https://www.corriere.it/salute/18_ottobre_01/nobel-la-medicina-james-hallison-tasuku-honjo-cb9a547e-c55d-11e8-994e-6382a2ca0409.shtml" rel="nofollow" target="_blank">Corriere.it</a> <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-35541354998306211922018-09-24T12:00:00.001+02:002018-09-24T12:00:25.731+02:00Il ministro Grillo insiste: "Togliere il numero chiuso per iscriversi a Medicina col modello alla francese", ma il problema è il post laurea...Puntuale come l’autunno si ripresenta la polemica contro il numero chiuso a Medicina. Dopo che il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti era riuscito a scavallare il test 2018 (ai primi di settembre) senza eccessivi problemi o scontri, prima il suo segretario Matteo Salvini e ora la sua collega Giulia Grillo hanno cominciato a picconare i test di accesso all’Università. Singolare che ci si occupi solo di Medicina e non anche delle altre facoltà, veterinaria e architettura, perché se la questione è il principio, il numero chiuso non funziona da nessuna parte. Comunque il ministro della Salute nel weekend ha annunciato che vorrebbe introdurre in Italia un sistema «ispirato a quello francese dove non c’è il numero chiuso all’inizio, con libero accesso al primo anno, e poi una selezione molto serrata per verificare chi è in grado di andare avanti». Anche lei ammette «che ci sono pro e contro ma è meglio del sistema attuale».<br /><br />Alle proposte di Salvini e Grillo, Bussetti non replica. La sua idea sui test di ingresso appare meno «rivoluzionaria»: «Dobbiamo aumentare sicuramente gli accessi e soprattutto aumentare le borse nelle scuole di specializzazione», ha dichiarato il mese scorso, mettendo nel mirino l’annoso problema della seconda parte della carriera universitaria dei medici: quasi la metà dei laureati resta senza specializzazione perché i posti banditi annualmente sono troppo pochi. Ma poi lo stesso Bussetti ha aggiunto in un’altra occasione, che del numero chiuso se ne occuperà presto, come ripete per tutti i dossier: «Quest’anno abbiamo aumentato il numero di posti disponibili e nelle prossime settimane affronteremo il tema del cosiddetto “numero chiuso”. È una questione delicata. Dobbiamo studiare soluzioni che garantiscano da una parte il diritto allo studio ai giovani, dall’altra una risposta concreta al mondo del lavoro. Soprattutto in quei settori in cui ci sono dei vuoti da colmare». Del resto i rettori sono stati chiari, per voce del loro presidente - appena riconfermato - Gaetano Manfredi: «Si possono aumentare i posti disponibili anche del 50 per cento, arrivando a 15 mila accessi», ma togliere il numero chiuso non si può visto che ogni anno sono quasi settantamila gli studenti che tentano la prova e il numero degli aspiranti medici non scende: se questo esercito di studenti arrivasse di colpo a Medicina, non potrebbe trovare aule, laboratori e professori, mettendo a repentaglio anche la qualità dei corsi. A meno di un forte aumento dei fondi per gli Atenei.<br /><br />L’argomento dell’abolizione del numero chiuso piace alle organizzazioni degli studenti, Udu e Link, che rilanciano tutti gli anni la proposta di cancellare il test. Sul sito Change.org c’è anche una petizione al ministro Bussetti che però langue sotto le 1.200 firme. Quanto al modello francese, che finora è stata l’unica proposta concreta alternativa a quello italiano, è fortemente criticato in patria, dove invece studiano il «nostro» numero chiuso. Il problema principale è che chi non passa il vaglio alla fine del primo anno, non solo ritenta la sorte l’anno successivo, finendo in caso di bocciatura per perdere due/tre anni di studi. Inoltre non tutti coloro che non passano il test al secondo anno poi continuano con studi simili a medicina e devono ricominciare da capo con un altro corso. Ma tant’è, più del modello per ora va monitorato se vincerà la linea attendista di Bussetti o quella interventista della maggioranza.<br />
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FONTE: <a href="https://www.corriere.it/scuola/universita/18_settembre_24/giulia-grillo-contro-bussetti-tolgo-numero-chiuso-medicina-ab1af2d0-bfc7-11e8-87f0-6ab07052ec48.shtml" rel="nofollow" target="_blank">Corriere.it</a> <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-83390368315410963332018-07-12T12:00:00.000+02:002018-07-12T12:00:15.180+02:00Specializzazione: uno studio dell'associazione ALS-F2A calcola ben 510 borse di studio "sprecate" per rinuncia (e i fondi per finanziarle non sono più reimpiegati)Secondo lo studio dell’Associazione Liberi Specializzandi - fattore 2a, nel prossimo concorso di specializzazione una buona parte dei medici che hanno vinto una borsa di studio lo scorso anno ritenterà il concorso per una nuova specialità (la propria prima scelta) e chi riuscirà, chi si iscriverà alla nuova specializzazione abbandonerà la prima, di fatto sprecando una borsa. Con questo meccanismo si verifica una "fuga" di 350 borse del concorso di specializzazione del 2016. Le altre 160 sono state sprecate per l'asincronia dei due concorsi tra Scuole di specialità e corsi per la Medicina generale.<br />
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Tra il 2016 e il 2017 sono state perse, per rinuncia, 510 borse di specializzazioni. Nel prossimo concorso di specializzazione una buona parte dei medici che hanno vinto una borsa di studio lo scorso anno ritenterà il concorso per una nuova specialità (la propria prima scelta) e chi riuscirà, chi si iscriverà alla nuova specializzazione abbandonerà la prima, di fatto sprecando una borsa.<br /><br />Con questo meccanismo, incrociando i dati delle graduatorie si sottolinea una "fuga" di 350 borse del concorso di specializzazione del 2016. Le altre 160 invece sono state sprecate semplicemente per l'asincronia dei due concorsi tra Scuole di specialità e corsi per la Medicina generale.<br /><br />Il dato è illustrato in uno studio realizzato dai giovani medici di una nuova associazione, l’”Associazione Liberi Specializzandi - fattore 2a”, che conta al momento più di 1200 iscritti e ha come obiettivo dichiarato quello di sensibilizzare gli organi competenti a monitorare queste “emorragie” di borse per poterle recuperare.<br /><br />Secondo lo studio, il saldo totale fra i medici che si abilitano ogni anno dal 2013 e il numero di borse erogate (SSM, le specializzazioni mediche classiche + MMG, i corsi in medicina generale) dal 2013 registra un saldo negativo di 930 unità, per una media di 233 all’anno. Significa, spiegano gli autori, che dal 2013 ogni anno vengono erogate 233 borse in meno del fabbisogno di medici abilitati, che quindi ritentano il concorso gli anni successivi aumentando progressivamente il numero di candidati e di esclusi alla formazione. Un numero che, commenta lo studio, non rende chiarezza dell’aumento progressivo di medici candidati ai concorsi SSM che crescono di 756 unità all’anno.<br /><br />Se in media, ogni anno, i candidati alle specializzazioni in medicina crescono di 756 unità a fronte delle sole 233 borse non erogate dal MIUR e dalle Regioni, chi sono quei 520 medici che – ogni anno – si accumulano ai concorsi? Secondo l’associazione lo spreco di risorse pubbliche che annualmente vede “bruciare” più di 500 posti circa tra SSM e MMG si può quantificare specializzazione per specializzazione e sede per sede. Lo studio ricorda che questi 500 posti sono “soldi” messi a bilancio dallo Stato e che vengono in una qualche misura non recuperati e rimessi a bando, andando quindi a definanziare la formazione di 500 futuri specialistici all’anno.<br /><br />I meccanismi per cui si “sprecano” queste 500 borse di studio finora individuati sono stati principalmente due. Il primo è banale, sottolinea l’associazione: un medico che ha partecipato e vinto una borsa di studio al concorso SSM o MMG nell’anno 2016, entrando magari in una sua seconda o terza scelta, ritenta e vince il concorso l’anno successivo e “spreca” una borsa di studio, bruciando un anno di finanziamento (25.000 euro circa), ma soprattutto non essendoci un meccanismo di recupero “brucia” un futuro specialista in quella branca. Il secondo meccanismo è più sottile. Nel concorso appena passato (SSM ed MMG 2017), le due graduatorie si sono accavallate per un periodo in quanto i due concorsi sono stati molto ravvicinati. I concorrenti SSM 2017, appena sbloccato il proprio scaglione di 1000 posti, avevano 26h circa per poter decidere quale specializzazione e in quale sede andarsi a formare. Molti, soprattutto negli ultimi scaglioni, si sono dovuti accontentare dei posti liberi rimasti e nella paura di non poter avere un posto libero hanno scelto una specializzazione parallelamente aspettando lo scorrimento della graduatoria MMG (che si era accavallata). Nel momento in cui la Regione dove aveva fatto il concorso MMG andava a chiamare il concorrente per assegnare la borsa di studio MMG è capitato che molti accettassero quest’ultima di fatto “sprecando” una borsa SSM senza aver messo mai piede neanche un giorno in reparto. Questo meccanismo è stato possibile in quanto come già detto le due graduatorie si sono accavallate ma anche perché la borsa SSM, da regolamento MIUR non veniva rimessa subito a disposizione.<br /><br />Lo studio ha poi analizzato la graduatoria degli ammessi e iscritti al concorso SSM 2016 con la graduatoria unica SSM 2017 e gli iscritti al primo anno di corso in medicina generale del triennio 2017/2020. Dei 6738 iscritti alle specializzazioni 2016, hanno ritentato il concorso verso una nuova specializzazione medica (SSM 17), 822 pari al 12.2% del totale. Di questi, 321 hanno ottenuto una borsa SSM 2017, di fatto sprecando 321 borse 2016, pari a quasi il 5% delle borse totali. Un’altra “fuga” dalle specializzazioni 2016 (SSM16) è avvenuta verso la medicina generale 2017 (MMG 17), ovvero gli iscritti alle scuole di specializzazione 2016 hanno ritentato il concorso MMG 2017. In questo caso hanno ritentato il concorso verso la medicina generale in 290 e si sono iscritti in 30, pari allo 0.45% del totale borse SSM 2016. Nelle tabelle che seguono si evidenzia l’elenco delle fughe da SSM 2016 a SSM 17 e MMG 17.<br /><br />Per le specializzazioni che verranno - i nuovi concorsi SSM 2018 ed MMG 2018 - quello che succederà sarà una ingente perdita di borse SSM 2017 per i due meccanismi fin qui descritti, ovvero:<br /><br />1) alcuni specializzandi che hanno partecipato e vinto una borsa SSM 2017, magari non soddisfatti della scelta o dell’offerta formativa della scuola di specializzazione, ritenteranno il concorso di specializzazione 2018 e se accetteranno una nuova borsa si instaurerà il “meccanismo fuga” per passaggio da SSM 17 a SSM 2018;<br /><br />2) altri che faranno sia il concorso SSM18 che MMG18, sceglieranno prima una specializzazione medica e poi, se vincitori, saranno chiamati a scegliere dalle regioni se accettare o meno una borsa MMG 2018.<br /><br />Si instaurerà così il meccanismo “borse perse” per passaggio nello stesso anno, a distanza di pochi mesi, da una specializzazione a una medicina generale.<br /><br />L’emorragia di 500 borse l’anno ha ripercussioni a più livelli:<br /><br />1) sociale: per mancanza di specialisti formati nei prossimi anni a ridosso del ricambio generazionale;<br /><br />2) imbuto formativo: aggravarsi dell’imbuto formativo per un giovane medico e aumento progressivo dei concorrenti;<br /><br />3) università: riduzione di specializzandi impiegati nel Ssn e riduzione delle entrate universitarie per le tasse;<br /><br />4) ministero: spreco e sperpero di risorse.<br /><br />“Nei prossimi mesi con i nuovi concorsi 2018 – conclude lo studio - la nostra associazione monitorerà i contratti del 2017 che verranno persi per passaggio degli specializzandi da una specializzazione presa nel 2017 a una del 2018. Al termine delle graduatorie del concorso MMG 2018, individuati gli iscritti ai corsi di formazione, sarà possibile quantificare anche le borse perse del 2017 per passaggio da una specializzazione 2017 al corso MMG 2018, e le borse perse 2018 per iscrizione, lo stesso anno, ad una specialità medica e conseguentemente a un corso regionale in medicina generale”. Secondo l’associazione poi la nuova “laurea abilitante” creerà ulteriori disagi vedendo diminuire gli abilitati ogni anno per una nuova tipologia, più selettiva, del test di abilitazione. “Questo inasprimento ingiustificato – conclude l’associazione – creerà un ulteriore collo di bottiglia o imbuto formativo a monte che ridurrà ulteriormente il contingente di specializzandi in un momento storico, a ridosso del ricambio generazionale, dove quello di cui più il nostro Ssn ha bisogno è di medici formati e specializzati pronti a subentrare e garantire la continuità di cure e di eccellenza negli ospedali già pesantemente sotto organico in molte realtà”.<br />
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Nota a margine: i fondi derivanti dalle borse "perdute" non vengono più reimpiegati per l'anno successivo, essendo stati bloccati dal Ministero ad autotutela verso i numerosi ricorsi di coloro che hanno partecipato e vinto al concorso pur non essendo abilitati (entrando quindi in graduatoria ma non ottenendo il posto). Un altro "errore di procedura" che corrode ulteriormente i pochi fondi erogati per il sistema di formazione medica post laurea. <br />
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<br />FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=63357" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a><br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-66268152887613956572018-07-11T18:00:00.000+02:002018-07-11T18:00:09.325+02:00Anaao Assomed lancia l'allarme: troppi medici in fuga per mancata formazione post laurea e troppi tagli a carico del settore pubblicoListe d’attesa? Ospedali sotto organico? A meno di non cambiare modello sanitario, il peggio potrebbe non essere ancora arrivato. Nel 2028, secondo una stima del sindacato dei medici dirigenti Anaao, per effetto dei pensionamenti il Servizio sanitario nazionale perderà oltre 47mila specialisti. In corsia i camici bianchi saranno sempre più una rarità non solo per le uscite, ma anche perché – a causa del numero contingentato di posti nei percorsi di formazione post laurea – gli ingressi non sono sufficienti a pareggiare i conti. Gli stranieri? Gli stipendi italiani non sono competitivi con quelli degli altri Paesi europei. «Dal 2009 al 2016 abbiamo perso 9mila medici dipendenti, cioè ospedali e territorio (la maggioranza sono ospedalieri) – dice Carlo Palermo, vice segretario nazionale vicario Anaao Assomed – e a partire da quest’anno si marcerà al ritmo di 5.600 pensionamenti l’anno. Così che in un decennio andranno via 55.500 medici, 47.300 specialisti ospedalieri, più 8.200 universitari e specialisti ambulatoriali». A parlare sono le date di nascita e la curva pensionistica, con l’esodo dei figli del baby-boom. La maggior parte dei medici attivi attualmente è nata tra il 1952 e il 1962. La Riforma Fornero ne ha ritardato il pensionamento, ma adesso i nati dal 1952-53 hanno acquisito i criteri previdenziali dal 2017. E via via andranno in pensione anche gli altri.<br /><br />«Ogni anno – precisa Palermo - circa 7mila medici sono pensionabili: facendo un semplice calcolo, nel 2022 matureranno il diritto a uscire 30mila medici». Ma potrebbero essere di più se davvero il governo metterà mano alla Legge Fornero e allenterà i criteri, introducendo per esempio quota 100. «Il che sarebbe un bene, perché fare le guardie a 65 anni non va bene - dice Palermo - ma si aggraverà la carenza di personale». Il calcolo rischia di essere sottostimato anche per altri motivi. Il primo fra questi è il modello (tutto italiano, senza eguali nel resto d’Europa) della formazione specialistica. «Da noi è appannaggio delle università, che però non offrono posti sufficienti», spiega Palermo. «Attualmente i laureati in medicina e chirurgia sono 9mila all’anno a cui si aggiungerà la quota di studenti che hanno fatto ricorso perché esclusi dalle selezioni (circa 15mila in totale da oggi al 2027). Da oggi al 2027 avremo oltre 95mila laureati: l’offerta formativa è di 6.200 contratti di specializzazione post laurea e 1.000 borse per diventare medici di base. Totale: 7.200 all’anno, 72mila in dieci anni. Circa 30mila medici non avranno uno sbocco formativo post laurea».<br /><br />Andranno all’estero e l’Italia farà un autogol perché un laureato in medicina costa all’università italiana circa 150mila euro. Il risultato – oltre allo spreco di risorse – è la carenza di specialisti: già oggi mancano pediatri, anestesisti, cardiologi, chirurghi generali. «Alcuni medici lasciano il pubblico per andare nel privato a causa del disagio lavorativo – analizza il sindacato – perché con i tagli sono aumentati i turni di guardia, la reperibilità. Tutto il settore delle urgenze è in grandissima difficoltà, oltre ai reparti. Soprattutto nelle zone periferiche». Secondo Anaao il 10 per cento delle uscite in Veneto, Piemonte e Lombardia non è legato alla pensione. I tagli, ecco. Ci sono veramente? «È scritto nella Legge che un tempo si chiamava Finanziaria», dice Francesco Longo, dell’Osservatorio sul Sistema Sanitario Nazionale del Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (Cergas) dell’Università Bocconi. «L’Italia nel 2020 dovrà spendere l’1,4 per cento in meno per il personale della sanità rispetto al 2004 e questo mentre gli altri Stati invece la aumentano per andare incontro alle esigenze della popolazione».Già adesso, per dirla con i numeri, lo Stato italiano spende 1.800 euro ad abitante per l’assistenza sanitaria, mentre tedeschi e francesi hanno a disposizione 2.600 euro. «Abbiamo un Servizio sanitario sobrio, per non dire povero - commenta Longo - che spende più o meno ogni anno la stessa cifra, mentre nel resto del mondo occidentale aumenta perché aumentano i bisogni della popolazione».<br /><br />Dobbiamo rassegnarci a un inesorabile peggioramento della sanità pubblica? «Se non cambieremo il modello sì - dice Longo – ma possiamo invece riorganizzare il Ssn per renderlo più adatto alle esigenze di cura e alla scarsità di risorse, allocandole in modo diverso. Oggi gli specialisti passano la metà del tempo a fare burocrazia. Il modello possibile ed efficace oggi è fatto con meno medici specialisti, che però fanno solo i medici, e più personale para-sanitario (che costa meno) come tecnici di laboratorio, infermieri e fisioterapisti. Serve un nuovo governo di allocazione del personale, che del resto è anche più adatto all’epidemiologia attuale e futura, sempre più fatta da malattie croniche».Anche in Italia un cambiamento in questo senso è già stato adottato da alcuni ospedali organizzati non più in reparti ma per intensità di cura, dove il controllo dei pazienti in corsia, salvo emergenze, è affidato agli infermieri. E per sopperire alla mancanza di specialisti la soluzione esiste: «Basta fare come nel resto d’Europa – dicono sia Palermo sia Longo - cioè formare gli specialisti all’interno del Servizio sanitario individuando strutture che possano essere teaching hospital».<br /><br />FONTE: <a href="https://www.corriere.it/buone-notizie/18_luglio_11/emorragia-medici-un-paese-laureati-fuga-e278cb08-84e4-11e8-8ac0-fa79af7dc138.shtml" rel="nofollow" target="_blank">Corriere.it</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-66317085691161237132018-07-06T18:44:00.000+02:002018-07-06T18:44:08.344+02:00AIFA ritira alcuni lotti di farmaci a base di Valsartan (farmaco anti ipertensivo) per rischio contaminazioneL’Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto il ritiro immediato di diversi lotti di farmaci a base del principio attivo valsartan. Un difetto di qualità alla base della decisione. Un’impurità, classificata come «potenzialmente cancerogena», presente nel principio attivo valsartan, usato per trattare l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca, ha fatto infatti scattare un imponente provvedimento precauzionale di ritiro, disposto non solo dall’Agenzia italiana del farmaco e dalle altre agenzie europee, ma anche da tutte le farmacie e da tutta la catena della distribuzione. Il ritiro, è bene sottolineare, riguarda solo alcuni lotti: se i cittadini hanno in casa medicinali a base di valtarsan che non fanno parte di questi lotti ritirati, possono continuare ad usarli senza correre alcun rischio.<br /><br />Si tratta di 748 lotti di farmaci prodotti da 15 diverse aziende farmaceutiche contenenti il principio attivo valsartan. Sono state riscontrate alcune impurità durante la produzione nello stabilimento della Zhejiang Huahai Pharmaceuticals, nel sito di Chuannan in Cina. Attualmente risulta che l’impurezza sia presente solo nei prodotti del sito citato. Il principio attivo cinese è stato poi utilizzato da diverse aziende farmaceutiche, quelle per le quali è scattato il provvedimento di sospensione. Si tratta di medicinali - in commercio con diversi nomi, posologia e numero di compresse per scatola: Valpression e Combisartan (Menarini), Valsodiur (Ibn Savio), Validroc e Pressloval (So.Se. Pharm), Valbacomp (Crinos), Valsartan Doc e Cantensio (Doc Generici), Valsartan Almus (Almus), Valsartan (Zentiva), Valsartan e Hct (Eurogenerici), Valsartan e Idroclortiazide (Pensa Pharma, Ranbaxy Italia, Teva, Doc Generici e Sandoz), Film (Sandoz), Valsartan Hctz (Tecnigen). I farmaci sono utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e dell’insufficienza cardiaca e nei pazienti che hanno subito un infarto.<br /><br />La sostanza sotto accusa è la N-nitrosodimetilamina (NDMA), classificata come «probabilmente cancerogena» per l’uomo. Sarebbe presente nei lotti di materia prima utilizzati per produrre i medicinali contenenti valtarsan oggetto del ritiro. Valsartan è un antagonista del recettore dell’angiotensina II ed è usato come detto per trattare l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca. L’Aifa ha diffuso la lista dei prodotti ritirati sul proprio sito, e come sempre in questi casi rivolge una serie di consigli ai cittadini. I pazienti che sono in cura con farmaci a base di valsartan devono verificare se il medicinale che assumono sia presente nella lista dei medicinali coinvolti dal ritiro a scopo precauzionale. La preoccupazione è quella di evitare che i malati che ne hanno bisogno interrompano una cura delicata.<br /><br />I farmaci in elenco non devono essere assunti, anche se già acquistati. «Se il farmaco che assumi non è tra quelli indicati nell’elenco - presente sul sito - puoi continuare regolarmente il trattamento. Se sei in trattamento con uno dei prodotti sopra elencati, consulta il medico il prima possibile per passare ad altri farmaci». «Non dovresti interrompere il trattamento senza aver parlato con il tuo medico - prosegue l’Aifa -, con il quale potrai concordare un trattamento alternativo (con altro medicinale a base di valsartan non interessato dal ritiro o con altro medicinale appropriato)». «Se stai prendendo parte a una sperimentazione clinica con valsartan e hai dei dubbi, rivolgiti al clinico responsabile dello studio», conclude l’agenzia.<br />
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L'elenco dei lotti e del nome dei farmaci ritirati è consultabile <a href="http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Valsartan_elenco_lotti_05072018.pdf" rel="nofollow" target="_blank">QUI</a>.<br />
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FONTE: <a href="https://www.corriere.it/" rel="nofollow" target="_blank">Corriere.it</a> <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-35052404072316306562018-06-04T10:00:00.000+02:002018-06-04T10:00:05.787+02:00Relacorilant (Cort125134), una nuova arma per combattere l'eccesso di cortisoloUn nuovo farmaco si sta affacciando nella terapia della sindrome di Cushing, una patologia caratterizzata da una serie di segni e sintomi, spesso gravi, legati ad un'iperproduzione di cortisolo. La sindrome di Cushing può essere causata da un eccesso di alcuni farmaci, come il cortisolo o il prednisone, oppure da una eccessiva produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali, talvolta in seguito ad una neoplasia. I casi conseguenti ad un adenoma pituitario ACTH-secernente sono noti come malattia di Cushing, che rappresenta la seconda causa più comune. Il quadro sintomatologico include una svariata serie di sintomi, fra cui astenia e facile affaticabilità per aumento del catabolismo proteico, osseo e cutaneo; odolori ossei ed articolari; osteoporosi; rapido aumento di peso con obesità centripeta, particolarmente a livello di tronco e faccia ("faccia a luna piena" e "gibbo di bufalo"); perdita della libido, impotenza, frigidità; ipertensione; amenorrea, dismenorrea ed irsutismo nella donna; iperglicemia, diabete mellito tipo II e intolleranza al glucosio; problemi psicologici (depressione, psicosi, nervosismo ed irritabilità); problemi cutanei con aree di atrofia e strie rosso-violacee tipiche sui fianchi sull'addome (dette striae rubrae) e sugli arti inferiori (teleangectasie), seborrea; allungamento del tempo di cicatrizzazione e tendenza alle infezioni; ipotrofia degli arti inferiori.<br />
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Il Relacorilant è una molecola cardine di una terapia sperimentale sviluppata da Corcept Therapeutics e che può gestire efficacemente gli effetti dell'eccesso di cortisolo in pazienti con sindrome di Cushing, secondo i dati provvisori di uno studio di fase 2 in corso. In particolare, il trattamento ha migliorato significativamente la tolleranza allo zucchero e i livelli di osteocalcina, un biomarcatore di crescita osseo comunemente soppresso dall'eccesso di cortisolo.<br />
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Relacorilant, noto anche come CORT125134, è stato progettato per prevenire gli effetti dell'eccesso di cortisolo bloccando uno dei suoi recettori, il recettore dei glucocorticoidi.<br />
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In uno studio di Fase 1 con volontari sani, dosi multiple di relacorilante hanno avuto un effetto simile a quello di Korlym (mifepristone) - un medicinale approvato per i pazienti di Cushing - senza i suoi noti effetti collaterali.<br />
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Oltre ai primi dati sull'efficacia, lo studio ha mostrato che il trattamento era generalmente sicuro e ben tollerato dai pazienti, con eventi avversi di gravità lieve.<br />
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In particolare, negli studi clinici che utilizzano CORT125134 come monoterapia non sono state identificate reazioni avverse attese gravi fintanto che le dosi siano mantenute inferiori a 500 mg. Fra gli eventi avversi lievi abbiamo soprattutto dolori muscolari e una piastrinopenia che si è subito risolta al momento della sospensione del farmaco. Risultati dalla coorte trattata alla dose ripetuta più alta di 500 mg di Relacorilant ha indicato che questa dose ha superato la dose massima tollerata, con comparsa di sintomi muscoloscheletrici e connettivi, disturbi tissutali e otite media. La valutazione di genotossicità in vitro e in vivo ha rivelato che Relacorilant è privo di mutazioni potenziale. È in corso uno studio di carcinogenesi di 2 anni. <br />
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Questi risultati hanno supportato il lancio dello studio di Fase 2 in pazienti con sindrome di Cushing. Nel trial, circa 30 pazienti ricevono dosi crescenti di relacorilant per un totale di 12 settimane.<br />
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I pazienti erano divisi in due gruppi. Il primo gruppo, che comprende 17 pazienti, riceve la dose più bassa - 100 mg / die di relacorilant per quattro settimane, seguita da 150 mg / die per quattro settimane e poi da 200 mg / die per le ultime quattro settimane. Il secondo gruppo, chiamato coorte ad alto dosaggio, viene trattato con un regime simile ma con una dose iniziale di 250 mg / die e una dose finale di 350 mg / die.<br />
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I pazienti nel gruppo a basso dosaggio hanno mostrato un miglioramento significativo della tolleranza al glucosio e un aumento del 60% dell'osteocalcina nel sangue.<br />
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Inoltre, il trattamento ha ridotto la pressione del sangue nel 45% dei pazienti con ipertensione incontrollata da eccesso di cortisolo. È importante sottolineare che i risultati dopo 12 settimane di relacorilant erano simili a quelli osservati dopo sei mesi di trattamento con Korlym.<br />
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In definitiva, i dati sulla sicurezza continuano a mostrare un profilo positivo, senza evidenza di effetti avversi gravi e nessuna affinità verso il recettore del progesterone, che è un grosso inconveniente di Korlym.<br />
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"I risultati clinici di Relacorilant sono sorprendenti perché le dosi ricevute da questi pazienti sono state le più basse dello studio. Non ci aspettavamo che i pazienti sperimentassero alcun significativo beneficio clinico, ma chiaramente lo hanno fatto ", ha detto Robert S. Fishman, MD, chief medical officer di Corcept. "Non vediamo l'ora di presentare i dati di questi pazienti a basso dosaggio alla riunione AACE della prossima settimana. Con la coorte finale ad alta dose dello studio completamente arruolata, avremo i dati definitivi nel terzo trimestre. "<br />
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Supportato da questi dati preliminari, Corcept ha accelerato i preparativi per uno studio di fase 3 su relacorilant nei pazienti con sindrome di Cushing. Corcept ha annunciato in un comunicato stampa che il processo (NCT02804750) ha completato l'arruolamento del paziente. I risultati dei primi pazienti saranno presentati durante la 27a riunione annuale dell'American Association of Clinical Endocrinologists (AACE), 16-20 maggio a Boston. I dati completi sono attesi per il terzo trimestre del 2018.<br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-38566401797908690942018-06-01T10:00:00.000+02:002018-06-01T10:00:03.588+02:00Università, si va ancora una volta verso lo "sciopero degli esami"Ultimo disperata chiamata degli studenti ai prof affinché sospendano lo sciopero degli esami. Domani si apre la sessione estiva (1°giugno-31 luglio) e i docenti che hanno aderito alla protesta potrebbero far saltare i primi appelli con il rischio - dicono gli studenti in una petizione che ha raggiunto le 46 mila firme - di danneggiare soprattutto coloro che hanno bisogno di raggiungere un certo numero di esami per poter ottenere borse di studio e esoneri o sgravi dalle tasse universitarie. Spiega Andrea Torti di Link: «Oggi inviamo ai singoli docenti un ultimo appello per chiedere loro di desistere dallo sciopero, considerata la mancanza di un Governo a cui poter portare le proprie rivendicazioni». Un tentativo di richiamare la necessità di fare fronte comune nella lotta contro il drammatico sotto finanziamento dell’università che colpisce tanto i professori quanto gli studenti: il Fondo di finanziamento ordinario è fermo a 7 miliardi contro i 7,5 di dieci anni fa: lo 0,5 per cento del Pil, la metà di quanto investono francesi e tedeschi. E i più colpiti sono proprio coloro che avrebbero diritto a un aiuto economico ma spesso non lo ottengono perché le casse sono vuote (i cosiddetti «idonei non beneficiari», anomalia tutta italiana). Ma mentre gli studenti si chiedono che senso abbia portare avanti lo sciopero in assenza di un esecutivo con il quale trattare, i professori replicano di voler mandare un messaggio chiaro e forte al prossimo governo, qualunque esso sia.<br /><br />Le ragioni della protesta dei docenti universitari sono le stesse del primo sciopero proclamato l’autunno scorso e riguardano la cosiddetta vertenza degli scatti stipendiali congelati nel quinquennio 2011-2014. Il governo Gentiloni ha stanziato nella legge di Bilancio le risorse necessarie per lo sblocco ma ha postdatato di un anno lo scongelamento rispetto agli altri dipendenti pubblici (da gennaio 2015 al 2016). I firmatari dello sciopero proclamato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria (6.857 professori e ricercatori di 79 università e istituti i ricerca italiani guidati dal professor Carlo Ferraro del Politecnico di Torino) non pretendono la restituzione degli arretrati (che sarebbe insostenibile per le casse dello Stato) ma chiedono che gli scatti mancati siano almeno riconosciuti a livello giuridico: altrimenti, ai fini dell’anzianità di servizio, è come se in quel periodo non avessero proprio lavorato. Il governo invece ha deciso di stanziare nuove risorse (150 milioni l’anno) per passare da un regime di scatti triennali a uno biennale. In questo modo si favoriscono i docenti più giovani ma per tutti gli assunti prima del blocco c’è un buco nero nella loro carriera universitaria.<br /><br />I promotori rivendicano di aver adottato una modalità pensata per tutelare i diritti dei ragazzi: i professori infatti si asterranno solo dal primo appello mentre assicurano lo svolgimento regolare del secondo - e qualora non fosse stato previsto s’impegnano comunque a garantirne almeno uno. In più l’autorità di Garanzia nel dare la luce verde a questa seconda tornata di scioperi ha chiesto ai docenti che alla fine dell’anno siano assicurati almeno 5 appelli (fra sessione autunnale, invernale ed estiva). I docenti hanno anche previsto degli appelli ad hoc per tutelare i laureandi, gli studenti Erasmus, le studentesse incinte e gli studenti con problemi di salute. Non per i percettori di borse di studio però: forse - per fare pace con gli studenti - i docenti potrebbero prevedere una sessione speciale anche per loro, tanto più dal momento che fra le ragioni dello sciopero, oltre alla vertenza sindacale di categoria, c’è anche una specifica richiesta al governo di stanziare 80 milioni per incrementare le borse di studio (oltre alla richiesta di 4000 nuovi posti da ricercatore e 10.000 mila «promozioni» da ricercatore ad associato e da associato a ordinario).<br /><br />Nel frattempo, pur in assenza di un governo, qualche risultato a tutela della fasce più deboli gli studenti lo hanno già spuntato dalle singole Regioni in ordine sparso. «Dopo la nostra mozione approvata dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari - dice Torti -, già Lazio e Emilia Romagna hanno assicurato che chi dovesse perdere i requisiti per la borsa di studio a causa dello sciopero, potrà conseguire i crediti necessari nella prima sessione di esami utile. A Tor Vergata siamo invece riusciti a far slittare la scadenza per acquisire i crediti per l’accesso alla no tax area». Normalmente infatti la domanda per una borsa di studio va presentata entro il 10 agosto: ecco perché la sessione estiva è particolarmente delicata per gli studenti bisognosi. In fondo, per andare incontro alle esigenze dei ragazzi basterebbe che, sull’esempio di queste prime due regioni, anche le altre si adeguassero. Sempre che invece le amministrazioni territoriali non approfittino dello scontro docenti-studenti per risparmiare sulle borse di studio.<br /><br /><br />FONTE: <a href="https://www.corriere.it/scuola/universita/18_maggio_31/titolo-263d6d5e-64b4-11e8-95f7-d0bed95533ca.shtml" rel="nofollow" target="_blank">Corriere della Sera</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-68832951542397069012018-06-01T09:30:00.000+02:002018-06-01T09:30:39.746+02:00Chi è Giulia Grillo, il medico M5S nuovo ministro della SanitàGiulia Grillo, 42enne siciliana, medico anatomopatoloco, attualmente capogruppo alla Camera del M5s, è la nuova ministra della Salute nel governo M5s-Lega. Nata a Catania il 30 maggio del 1975, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in medicina legale, è un'attivista della prima ora del MoVimento, arrivata in Parlamento per la prima volta alle elezioni del 2013. Nella precedente legislatura è stata vice capogruppo e capogruppo alla Camera e capogruppo nella commissione Affari Sociali. Grillo di cognome, ma senza alcun rapporto di parentela con il fondatore del MoVimento, nella 17ma legislatura ha fatto approvare 3 mozioni a sua prima firma su governance farmaceutica, sblocco del turn-over del personale sanitario, revisione della disciplina sull'intramoenia e governo delle liste d'attesa. Tra le sue battaglie quella per il giusto prezzo dei farmaci innovativi. La scelta di iscriversi al meetup grillino di Catania risale al 2006, da allora è stata in prima fila nella lotta contro le trivellazioni in Val di Noto, come in quella contro le privatizzazioni dell'acqua pubblica nel ragusano, fino alla nascita del comitato Addio Pizzo di Catania. Candidata alle regionali siciliane del 2008 e a Montecitorio nel 2013, per quanto riguarda le politiche sanitarie, ha «ambiziosi intenti», come dichiarava sulla piattaforma Rousseau: «Ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza fra cittadini e lavorare per una sanità pubblica giusta, efficiente e accessibile attraverso un adeguato finanziamento, una seria programmazione, una revisione della governance farmaceutica, un potenziamento dell'assistenza territoriale, un adeguato piano assunzioni e un aggiornamento dei corsi di Laurea e formazione».<br />
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FONTE: Il Sole 24 ore <br />
<span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-78155821799590469762018-05-31T10:00:00.000+02:002018-05-31T10:00:13.169+02:00Nuove frontiere per la cura dell'occhio: in arrivo le cornee "stampate in 3D"Un gruppo di ricercatori della Newcastle University ha realizzato la prima cornea stampata in 3D, ottenuta con uno speciale bio-inchiostro formato da cellule staminali umane e sostanze aggreganti. La ricerca, descritta sulla rivista Experimental Eye Research, potrà "assicurare in futuro una riserva illimitata di organi" per i trapianti di cornea. I test hanno mostrato che per stampare la cornea 3D sono sufficienti soltanto dieci minuti.<br /><br />Il materiale "di stampa" è una soluzione di alginato e collagene nella quale sono state inserite cellule staminali fornite da un donatore sano. Attraverso una bio-stampante, questo "inchiostro" viene poi rilasciato in cerchi concentrici per formare una vera e propria cornea.<br /><br />"Molti ricercatori hanno cercato di ottenere il gel perfetto per dar vita a questo processo, e grazie alla nostra formula siamo finalmente riusciti a mantenere vive le staminali quanto basta per realizzare una cornea perfettamente funzionante", ha spiegato il professor Che Connon, co-autore dello studio assieme al dottor Steve Swioklo.<br />
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FONTE: <a href="http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/gb-pronta-la-prima-cornea-stampata-in-3d-a-partire-da-staminali-umane_3143126-201802a.shtml" rel="nofollow" target="_blank">Tgcom24</a> <br />
<span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-18557024149412068762018-05-18T12:00:00.000+02:002018-05-18T12:00:04.653+02:00FederFarma: in calo la spesa farmaceutica, boom dei farmaci generici<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaLVEVYiCnJJwi-KcaorWTjuPevccMjZ9KksIsR7jGD1U-gjYz7aLJDBJz6EF3szjCOich1sw2Vc_Z-Mba2_w4CxBtDubrA4WcY7W2QWZnsUl1pRVx-yAH1Q4FTF0BHZwzatHRxn1GZ_e8/s1600/allegato4833434+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="521" data-original-width="660" height="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaLVEVYiCnJJwi-KcaorWTjuPevccMjZ9KksIsR7jGD1U-gjYz7aLJDBJz6EF3szjCOich1sw2Vc_Z-Mba2_w4CxBtDubrA4WcY7W2QWZnsUl1pRVx-yAH1Q4FTF0BHZwzatHRxn1GZ_e8/s400/allegato4833434+%25281%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>I dati FederFarma sulle categorie terapeutiche più prescritte nel 2017</b></td></tr>
</tbody></table>
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Ammonta a 8,289 miliardi la spesa farmaceutica netta del Ssn canale farmacia del 2017 (la lorda è stata di 10,472 miliardi) secondo i dati diffusi ieri da Federfarma, registrando un calo, pari a -1,9% rispetto al 2016 e confermando il trend di riduzione della spesa per farmaci erogati dalle farmacie nel normale regime convenzionale.<br /><br />Un calo determinato da una diminuzione del -1,2% del numero delle ricette SSN e da un’analoga riduzione del valore medio della ricetta (netto -0,7%; lordo -0,4), conseguente alla diminuzione del prezzo medio dei farmaci prescritti in regime convenzionale (-0,7%).<br /><br />Pochi giorni fa i dati IQVIA rilevavano che a fronte di tale calo di spesa e di consumi nell’ambito della spesa convenzionata corrisponde, invece, sempre nel 2017 un rilevante incremento della spesa (+13,3%) e del numero di pezzi di farmaci (+11%) erogati in distribuzione per conto (DPC).<br /><br />Questo aumento sensibile – sottolinea Federfarma - si colloca all’interno di un incremento della spesa complessiva per farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche che nel 2017 è stato pari al +3,9%. <br /><br />Nel 2017 le ricette sono state oltre 580 milioni, pari in media a 9,57 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del SSN sono state oltre 1.103 milioni (-1,2% rispetto al 2016). Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18,2 confezioni di medicinali a carico del SSN, di prezzo medio pari a 9,42 euro (9,48 euro nel 2016).<br /><br />Le farmacie – sottolinea ancora Federfarma - continuano a dare un rilevante contributo al contenimento della spesa, oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2017 un risparmio di circa 415 milioni di euro, ai quali vanno sommati circa 67 milioni di euro derivanti dalla quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, posto a carico delle farmacie a partire dal 1° marzo 2007 e sempre prorogato, volto a compensare la mancata riduzione del 5% del prezzo di una serie di medicinali.<br /><br />A tali oneri si è aggiunta, dal 31 luglio 2010, la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%.<br /><br />Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile nel 2017 in circa 188 milioni di euro.<br /><br />Complessivamente, quindi – rileva Federfarma - il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa, nel 2017, è stato di circa 670 milioni di euro.<br /><br />È bene ricordare – nota l’associazione dei titolari di farmacia - che lo sconto a carico delle farmacie ha un carattere progressivo in quanto aumenta all’aumentare del prezzo del farmaco, facendo sì che i margini reali della farmacia siano regressivi rispetto al prezzo.<br /><br />Le farmacie rurali sussidiate e le piccole farmacie a basso fatturato SSN (i cui limiti sono stati aggiornati dalla legge 172/2017 a decorrere dal 1° gennaio 2018) godono di una riduzione dello sconto dovuto al SSN.<br /><br />L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è aumentata, passando dal 14,2% del 2016 al 14,4% del 2017. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra il 12,3% e il 20,9% (in Valle d’Aosta).<br /><br />Complessivamente i cittadini hanno pagato oltre 1,5 miliardi di euro di ticket sui farmaci, di cui più del 67% (dato AIFA) dovuto alla differenza di prezzo rispetto al farmaco equivalente meno costoso.<br /><br />Federfarma sottolinea poi che continua ad aumentare l’incidenza dei farmaci inseriti nelle liste di riferimento AIFA a seguito della scadenza del brevetto del farmaco di marca.<br /><br />A livello nazionale l’incidenza delle confezioni di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle confezioni erogate in regime di SSN è a oltre l’80%, mentre la relativa spesa super il 61% del totale.<br /><br />L’incidenza delle confezioni di generici veri e propri è pari al oltre il 29% del totale per una spesa per a oltre il 18% del totale, con notevoli differenze a livello regionale.<br /><br />Il calo della spesa farmaceutica convenzionata è particolarmente evidente in Puglia, Sardegna, Sicilia, dove è correlato a un sensibile calo del numero delle ricette.<br /><br />In controtendenza la Lombardia, l’unica a far registrare un incremento di spesa, nonostante il calo del numero delle ricette. L’aumento di spesa è legato a una crescita del valore medio delle ricette.<br /><br />Anche nel 2017 i farmaci per il sistema cardiovascolare si sono confermati la categoria a maggior spesa, pur facendo segnare una sensibile diminuzione della spesa (-3,6%%) e (meno evidente) dei consumi (-0,3%), a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso.<br /><br />Tra le 10 categorie di farmaci più prescritte anche nel 2017 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che tuttavia continuano a far registrare un calo dei consumi (-3,2% rispetto al 2016).<br /><br />All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi continua l’aumento delle prescrizioni di betabloccanti. Prosegue anche la crescita dei consumi di vitamina D (+6,5% rispetto al 2016).<br /><br />La specialità medicinale più prescritta (vedi tabella n. 5), continua a essere la cardioaspirina® (farmaco antiaggregante), nonostante il calo delle prescrizioni (-1,4% rispetto al 2016), seguita dal dibase® (farmaco per le carenze di vitamina D), in leggera crescita (+0,5%). In forte aumento i consumi del farmaco equivalente metformina Teva (per il trattamento del diabete di tipo 2).<br /><br />FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=61765" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a> e FederFarma<br />
<span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-35579543798889465332018-05-17T20:45:00.000+02:002018-05-17T20:46:33.554+02:00Concorso di Specializzazione medica 2018, pubblicato il bando: si svolgerà il 17 luglioÈ stato pubblicato oggi il bando per l’ammissione alle Scuole di specializzazione di area sanitaria per l’anno accademico 2017/2018. Il testo è disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, su www.universitaly.it. La prova nazionale si terrà il prossimo 17 luglio. I contratti di formazione medica specialistica finanziati con risorse statali per il 2017/2018 sono 6.200 (erano 6.105 l’anno scorso). A questi andranno aggiunti i posti finanziati con risorse regionali, con risorse di altri enti pubblici e/o privati, i posti riservati alle categorie previste dal decreto legislativo 368/1999.<br />
<br />
Con un successivo provvedimento, integrativo del bando emanato oggi, saranno indicati, una volta definito il fabbisogno dei medici specialistici per il triennio 2017/2020, i posti disponibili per ciascuna Scuola di specializzazione attivata. Per la definizione del fabbisogno è infatti necessario acquisire l’accordo della Conferenza Stato-Regioni, che non è ancora stato raggiunto in quanto nella seduta dello scorso 10 maggio le Regioni hanno chiesto il rinvio su questo punto. Il MIUR, in base al regolamento 130 del 2017, è comunque tenuto ad adottare a pubblicare il bando per l’accesso nelle Scuole di specializzazione entro il 31 maggio di ciascun anno.<br />
<br />
Nel frattempo, a partire da venerdì 25 maggio 2018 sarà possibile effettuare le operazioni di iscrizione al concorso del 17 luglio, esclusivamente on line, accedendo al portale www.universitaly.it. La prima parte della procedura di iscrizione si chiuderà alle ore 15.00 di martedì 5 giugno 2018. Sarà poi possibile perfezionare il pagamento del relativo bollettino fino a una settimana dopo la pubblicazione del decreto integrativo contenente la suddivisione dei posti per scuola. Così come, sempre successivamente alla pubblicazione del decreto integrativo, le candidate e i canditati che vogliono concorrere per i posti finanziati con contratti aggiuntivi regionali o di altri enti che prevedono requisiti ad hoc dovranno attestarne il possesso. A questo scopo sarà aperta un’apposita finestra di dialogo nell’area della domanda di concorso.<br />
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La prova d’esame si svolge in modalità informatica, è la stessa su tutto il territorio nazionale e consiste in una prova scritta che prevede la soluzione, in un tempo di 3 ore e 30 minuti, di 140 quesiti a risposta multipla, ciascuno con cinque possibili risposte. I quesiti riguardano argomenti caratterizzanti il Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia e argomenti legati ai settori scientifico disciplinari di riferimento delle diverse tipologie di scuola.<br />
<br />
Per lo svolgimento della prova, candidate e candidati avranno a disposizione computer non connessi a internet, sui quali sarà possibile operare esclusivamente attraverso un mouse, con una procedura di autenticazione che renderà lo svolgimento attribuibile unicamente alla candidata o al candidato.<br />
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Il punteggio complessivo attribuito a ciascuna candidata e a ciascun candidato (massimo 147 punti) è stabilito in relazione alla somma del punteggio attribuito ai titoli (massimo 7 punti) e al punteggio conseguito nella prova (massimo 140 punti). Il punteggio relativo ai titoli si compone di: voto di laurea (massimo 2 punti), curriculum (massimo 3 punti), altri titoli (massimo 2 punti).<br />
<br />
COSA PREVEDE IL BANDO<br />
<br />
- 6200 posti statali , suscettibili si integrazione, da sommarsi ai posti regionali.<br />
<br /> - Iscrizione al concorso dal 25 maggio al 5 giugno, per partecipare bisogna essere laureati in Medicina<br />
<br /> - Presa di servizio il 1 novembre<span class="text_exposed_show"></span><br />
<span class="text_exposed_show"><br /> -Concorso 17 luglio, 140 domande a risposta multipla, punteggio CV invariato</span><br />
<span class="text_exposed_show"><br />
-Tutti i candidati sono ammessi con riserva al concorso, l'ateneo
all'atto della presa di servizio deve verificare l'abilitazione alla
professione</span><br />
<span class="text_exposed_show"><br /> -Il 19 luglio si saprà il calendario degli scaglioni</span><br />
<span class="text_exposed_show"><br /> - Uscita graduatoria 23 luglio, con primo scaglione</span><br />
<span class="text_exposed_show"><br /> -Si possono scegliere 3 tipologia di scuole</span><br />
<br />
FONTE: <a href="http://www.miur.gov.it/web/guest/normativa/-/asset_publisher/wIOs09toYIrf/content/bando-di-ammissione-dei-medici-alle-scuole-di-specializzazione-di-area-sanitaria-a-a-2017-2018?inheritRedirect=false&redirect=http%3A//" rel="nofollow" target="_blank">Miur </a><br />
<span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-87061312110442278852018-05-16T10:00:00.000+02:002018-05-16T10:00:03.977+02:00Sicilia, si prova un piano di sicurezza e potenziamento dei punti di emergenzaL’individuazione, all’interno delle aziende, della figura del Bed Manager, mutuato dal modello anglossassone, l’ammodernamento dei pronto soccorso, il divieto di accesso a più di un parente nell’area di visita e la separazione di quest’ultima con l’area di accoglienza, sono alcuni dei punti più salienti contenuti nel piano di sicurezza degli ospedali varato dal Governo regionale siciliano a seguito dell’escalation delle aggressioni subite dagli operatori sanitari nell’Isola (si allega documento).<br /><br />La Regione ha già stanziato per gli ammodernamenti dei pronto soccorsi, per la sola città di Palermo 4,9 milioni di euro, di cui 1,4 per l’adeguamento del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cervello e 3,5 milioni di euro per l’area di emergenza di secondo livello del Policlinico “Paolo Giaccone”.<br /><br />“Il problema delle aggressioni in ospedale - afferma il presidente della Regione, Nello Musumeci - è un fenomeno diffuso in tutta Italia; non esistono ricette miracolose. Abbiamo tentato qui al Civico di creare una struttura che sia ampia, capiente e ariosa, con una migliore organizzazione interna e maggiore vigilanza”. E ancora sottolinea: “La ricreazione è finita. I dirigenti generali verranno valutati sui risultati e fra questi in primo luogo la gestione del pronto soccorso”.<br /><br />“Il Governo della Regione - evidenzia l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - si è posto il problema della sicurezza nei pronto soccorsi siciliani. Quella di oggi è una buona occasione per dire che ci sono degli esempi positivi che devono essere seguiti: qui si sono fatti degli investimenti corretti; si sono realizzate strutture divise; c’è un presidio che è controllato 24 ore su 24. La separazione fisica degli ambienti è essenziale per garantire sicurezza”.<br /><br />In Italia si registrano 24 milioni di accessi/anno con un tasso di ricovero del 15% circa. In Sicilia complessivamente si registrano circa 1 milione e settecento mila accessi (2016) con un tasso di ricovero di circa il 16%. Ogni anno, oltre un terzo della popolazione italiana accede al Pronto Soccorso di riferimento territoriale per un presunto o reale bisogno di salute urgente. Il piano di sicurezza punta, altresì, ad una più ottimale gestione degli afflussi, alla riduzione dei tempi di attesa e al monitoraggio circa l’appropriatezza dei ricoveri ed è stato presentato a margine dell’inaugurazione dell’area per i pazienti critici del nuovo pronto soccorso dell’Ospedale Civico, ovvero dell’ultimo stralcio del progetto di ristrutturazione del valore di 4 milioni di euro, appaltato nel 2016. <br /><br />Si estende su una superficie complessiva di circa 2000 mq; lo spazio di cura a disposizione dei pazienti è più che raddoppiato rispetto al precedente. La nuova struttura ospita 50 posti letto tecnici, dei quali 14 per i pazienti che necessitano un’alta intensità di cura e 18 dedicati all’osservazione breve intensiva, eventualmente raddoppiabili nei casi di “overcrowding” (sovraffolamento). Sono state inoltre realizzate una “shock room” con due postazioni, un’area di isolamento per gli infettivi ed una zona di “bonifica” pazienti con barella doccia.<br /><br />La nuova area d’emergenza permette anche di distinguere i percorsi dei pazienti in base alla gravità: per i codici verdi esso è articolato su cinque ambulatori dedicati alla bassa intensità di cura, di cui uno dedicato ai colloqui psichiatrici. Il collegamento al laboratorio di analisi cliniche viene assicurato con un sistema di posta pneumatica per la trasmissione delle provette dei prelievi ematici. Sono stati impiegati circa 5000 mq. di rivestimento in linoleum e ceramica, 50.000 metri lineari di cavi elettrici, 400 plafoniere a led per l’illuminazione, 70 unità di climatizzazione collegate, attraverso 2000 mq. di canali per l’aereazione, a due impianti di trattamento a ricambio d’aria per un totale di 20.000 mc./h con recupero di calore.<br /><br />Particolare attenzione è stata dedicata alla sicurezza dei pazienti e degli operatori, le porte sono munite di serratura elettromagnetica comandata da badge personali, gli ambienti sono videosorvegliati con un sistema di registrazione continua e gli accessi all’area d’emergenza sono filtrati da porte a doppio consenso controllate da agenti di vigilanza armati.<br /><br />"Questa - commenta il commissario dell’Arnas- Civico, Giovanni Migliore - è un’amministrazione che, nonostante le difficoltà, ha fortemente voluto una struttura adeguata ai bisogni dei cittadini, che distingue i percorsi per i pazienti più gravi e meno gravi. Così, contribuiamo in maniera efficace alla sicurezza dei pazienti, degli operatori e dei professionisti”. “Un obiettivo - continua Migliore - atteso da oltre dieci anni, per il quale ci siamo impegnati sin dall’inizio del mandato. Il nostro è un Pronto Soccorso che oltre ad essere il più grande dell’isola, si colloca tra i primi in Italia e consente di garantire un’assistenza ad alta specializzazione alle decine di migliaia di pazienti che ogni anno si affidano alle cure dei nostri professionisti”.<br /><br />AUTRICE: Maria Grazia Elfio<br />FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/sicilia/articolo.php?articolo_id=61538" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-874984094287914032018-05-15T12:00:00.000+02:002018-05-15T12:00:19.769+02:00Sicilia, buon risultato nell'export della produzione farmaceutica: "Sud parte integrante di una realtà italiana hi-tech"E’ il Sud d’Italia che traina il comparto farmaceutico con 25 impianti di produzione e ricerca e 13.000 addetti diretti e nell’indotto, raddoppiando negli ultimi 10 anni l’export, un risultato migliore della media europea e della Germania. a fronte di una diminuzione del 2% degli altri settori. Tra le regioni la Sicilia contribuisce con circa 1.000 addetti diretti, 2.500 nell’indotto e altri 9.000 nella distribuzione, intermedia e finale. A questi dati si aggiungono quelli della Provincia di Catania che rientra nella top 15 delle province farmaceutiche d’Italia.<br /><br />I dati sono stati presentati oggi, nel corso del roadshow di Farmindustria dal titolo “Innovazione e Produzione di Valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere”.<br /><br />Innovazione e Produzione di valore è un percorso iniziato sei anni fa dalla Toscana, che ha toccato Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Puglia, Abruzzo, Marche, Toscana, Campania, Lombardia. A Catania, che rientra nella top 15 delle province farmaceutiche d’Italia, le aziende nel 2017 hanno fatto registrare quasi 270 milioni di export, una quota pari alla spesa farmaceutica pubblica dell’intera provincia.<br /><br />“Occupazione qualificata, investimenti sul territorio e produzione made in Italy sono le caratteristiche dell’industria farmaceutica del Paese - dichiara Massimo Scaccabarozzi,Presidente di Farmindustria- Le imprese del farmaco generano un’occupazione stabile e qualificata anche per i giovani, in linea con il loro percorso di studi. E investono nel Paese 2,8 miliardi all’anno in Ricerca e Innovazione, grazie alla fiducia nei nostri ricercatori e nella rete di ricerca. Con risultati evidenti: l’Italia è leader continentale nelle terapie avanzate (3 su 6 autorizzate in Europa sono di origine italiana). E il Sud è parte integrante di una realtà che rappresenta al meglio l’italianità hi-tech nel mondo.”<br /><br />FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/sicilia/articolo.php?articolo_id=61688" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a> <span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-24311860181323757962018-05-12T12:00:00.000+02:002018-05-12T12:00:05.167+02:00Psichiatria sempre più carente di specialisti nel settore: "servono maggiori investimenti"<span itemprop="articleBody">"Il personale per la cura delle malattie mentali è insufficiente. In alcune aree del Centro-Sud vi è una carenza pari al 50% o piu' e in 6 regioni si riscontra una carenza compresa fra il 25 e il 40%. Necessitiamo, quindi, di maggiori investimenti su questo capitolo". Lo ha detto il presidente della Societa' Italiana di Psichiatria (Sip), Bernardo Carpiniello, in una conferenza stampa del 9 maggio alla Camera dei deputati, organizzata per i 40 anni dall'entrata in vigore della legge Basaglia, con la quale si chiusero i manicomi. Le carenze, ha precisato Carpiniello, riguardano tutti i livelli, con maggiore evidenza per le figure dei medici, psicologi, assistenti sociali e educatori/tecnici della riabilitazione. Carpiniello ha inoltre spiegato che, attualmente, è destinato all'area della salute mentale il 3,5% del budget complessivo della sanità. "Chiediamo di arrivare almeno al 5%", ha detto il numeno uno della Sip. <br /><br />FONTE: <a href="http://www.regioni.it/sanita/2018/05/09/salute-psichiatri-manca-personale-servono-fondi-560436/" rel="nofollow" target="_blank">AGI Salute</a></span><span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-42874336060008518962018-05-11T12:00:00.000+02:002018-05-11T12:00:07.831+02:00Nuovi farmaci antivirali contro possibili attacchi terroristici: il caso "Tecovirimat"È a un passo dall’approvazione, da parte dell’ente americano che regola i farmaci (FDA), il primo trattamento contro il vaiolo. Sembra una stranezza l’arrivo sul mercato di un medicinale per trattare una malattia che diamo per scomparsa dalla faccia della Terra, ma i timori che il virus del vaiolo, conservato in alcuni campioni in laboratori ad alta sicurezza (e di cui conosciamo il genoma e potrebbe perciò essere facilmente replicato), possa essere usato come arma, hanno fatto ritenere una precauzione utile sviluppare e rendere disponibile un trattamento da utilizzare in caso di emergenza.<br /><br />Il farmaco è una molecola antivirale, chiamata tecovirimat, che funziona rallentando la capacità del virus che causa il vaiolo di replicarsi e infettare l’organismo. È stato sviluppato dall’azienda farmaceutica SIGA Technologies e sperimentato su animali e sull’uomo: nei test su animali ha dimostrato di avere una buona efficacia nel ridurre la mortalità per la malattia, che nelle epoche in cui il virus circolava era di circa il 30 per cento.<br /><br />Il vaiolo è una malattia infettiva provocata dal virus Variola: i sintomi di un’infezione non si manifestano immediatamente, ma un paio di settimane dopo il contagio, quando sale la febbre e compare la caratteristica eruzione cutanea con le pustole. È questa la fase in cui, in caso di diffusione del contagio, il farmaco andrebbe assunto.<br /><br />Il vaiolo ha causato epidemie catastrofiche nel corso della storia dell’umanità. È incerto il momento in cui il virus ha fatto il salto da un serbatoio animale all’uomo: alcuni studiosi pensano che la peste antonina, che imperversò nell’impero romano tra il 150 e il 180 dopo Cristo, sia stata in realtà un’epidemia di vaiolo, mentre altri ipotizzano che la malattia si sia diffusa in tempi più recenti. Nel corso del Novecento, comunque, quando il vaiolo ancora imperversava, si stima che abbia fatto almeno 300 milioni di vittime a livello globale.<br /><br />L’OMS ha iniziato negli anni Sessanta la campagna globale contro la malattia, con una strategia che univa vaccinazione e contenimento dei focolai epidemici. Nel 1979 il vaiolo è stato dichiarato eradicato: l’ultimo caso di malattia naturale era stato segnalato nel 1977 in Somalia. I Paesi che fino a quel momento avevano abbracciato la politica vaccinale hanno iniziato a sospendere le vaccinazioni: in Italia è stata sospesa nel 1981.<br /><br />A tuttoggi, per quel che ne sappiamo, le uniche riserve conosciute del virus del vaiolo sono quelle conservate in due laboratori di riferimento dell’OMS: i CDC di Atlanta (Stati Uniti) e il Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia di Koltsovo (Siberia, Russia).<br /><br />Molti paesi hanno ancora scorte di vaccino, ma l'opinione di alcuni esperti è che avere anche un trattamento disponibile in caso di emergenza (leggi "attacco bioterroristico") è una garanzia in più.<br />
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FONTE: <a href="https://www.focus.it/scienza/salute/una-medicina-per-il-vaiolo" rel="nofollow" target="_blank">Focus.it</a> <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-17152862553707897222018-05-10T15:30:00.000+02:002018-05-10T15:30:11.906+02:00Medicina, ufficiale il varo del nuovo esame di Stato di abilitazione: da Luglio 2019 tirocinio intra laurea e cambia quota domande clinicheIl provvedimento che norma il nuovo esame di Stato abilitante alla professione del medico chirurgo è stato firmato ieri dalla ministra Fedeli. Il nuovo esame di stato abbrevierà di molti mesi l'attesa della Abilitazione post-laurea includendo il tirocinio trimestrale professionalizzante nel corso di laurea e consentendo la immediata successione fra laurea e i test di abilitazione. Il tirocino potrà essere effettuato a partire dal 5º anno (completati tutti gli esami del quarto anno previsti nell'ordinamento della sede).<br /><br />10 MAG - Nuove regole per l’abilitazione alla professione medica. Si riducono i tempi per l’ammissione all’esame di Stato – e quindi complessivamente dell’iter formativo dei futuri medici – con il tirocinio professionalizzante effettuato durante il percorso di studi e non dopo la laurea. E cambia la tipologia dei quiz che saranno somministrati, con il passaggio dall’utilizzo delle domande presenti nell’attuale archivio ai quesiti tratti dall’esperienza del cosiddetto progress test, più efficaci per valutare le conoscenze delle candidate e dei candidati. <br /><br />La Ministra Valeria Fedeli ha firmato il nuovo Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione della professione di medico-chirurgo, molto atteso sia dal mondo accademico, in particolare da parte delle studentesse e degli studenti delle facoltà di Medicina e Chirurgia, ma anche dalla Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici.<br /><br />Il Regolamento, firmato dopo un iter che ha coinvolto CUN, CNSU, Ministero della Salute, CRUI e Conferenza dei Presidenti dei corsi di laurea in medicina, oltre che l'Ordine professionale, tiene conto delle osservazioni del Consiglio di Stato contenute nel parere emesso il 22 marzo 2018 e del riscontro fornito l’8 maggio 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi.<br /><br />Novità principale, l’inserimento del tirocinio trimestrale obbligatorio all’interno dei sei anni del corso di studi in Medicina e Chirurgia. Fino ad ora il tirocinio trimestrale valido per l'idoneità all'esame di Stato poteva essere effettuato solo dopo aver conseguito la laurea. Tale tirocinio non potrà comunque essere espletato prima del quinto anno di corso e potrà essere effettuato solo in seguito al superamento di tutti gli esami fondamentali previsti nei primi quattro anni del corso di studi. Una scelta che nasce dalla volontà di uniformare il percorso italiano di formazione e abilitazione professionale dei medici a quello della maggior parte dei Paesi europei.<br /><br />La prova d’esame consisterà in 200 quesiti a risposta multipla, ma con il nuovo Regolamento sono stati ridotti a 50 quelli relativi alla parte “pre-clinica” della formazione del medico e sono stati portati a 150 quelli riguardanti la formazione “clinica”, e quindi volti a valutare la capacità dei candidati nell’applicare le conoscenze biomediche, cliniche, deontologiche ed etiche alla pratica medica. La prova includerà anche una serie di domande riguardanti i problemi clinici afferenti alle aree della medicina e della chirurgia e relative specialità, della pediatria, dell’ostetricia e ginecologia, della diagnostica di laboratorio e strumentale e della sanità pubblica.<br /><br />Prevista una fase transitoria: laureate e laureati magistrali in medicina avranno ancora due anni di tempo, dall’entrata in vigore del Regolamento, per effettuare comunque il tirocinio dopo il conseguimento della laurea.<br /><br />La prima sessione dell’esame di Stato di abilitazione professionale con le nuove modalità previste dal Regolamento si svolgerà a luglio 2019.<br /><br />La Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia dell’Università Italiane, componente del Tavolo tecnico, da più di 10 anni stava lavorando, attraverso il modello del Progress Test, sulla verifica dell'apprendimento e sulla preparazione degli studenti alle modifiche dei quiz abilitanti. Tali esperienze sono state recepite nella norma, così come la proposta di portare il tirocinio professionalizzante all’interno del percorso di studio dei 6 anni di laurea.<br /><br />La neo-Presidente della Conferenza dei Presidenti, Stefania Basili, dichiara che “l’approvazione di questo Decreto dimostra come la Conferenza sia sempre pronta a gestire, promuovere e recepire ogni innovazione favorevole agli studenti e sarà immediatamente disponibilead adeguare i corsi alla nuova situazione".<br /><br />Andrea Lenzi, Presidente dell’Associazione che coordina la Conferenza, sottolinea “questo Decreto vede nel testo, per la prima volta, riconosciuta dal legislatore la Conferenza dei Presidenti come soggetto istituzionale che collabora attivamente alla messa a punto dei test di verifica della qualità della preparazione del futuro Medico italiano. Per gli studenti in Medicina e Chirurgia, dopo ogni sessione di laurea (tre volte l'anno) ci saranno immediatamente sessioni d'esame di Stato organizzate dagli Atenei stessi, pur con un controllo nazionale. Questo consentirà una verifica di qualità omogenea, ma senza spreco di risorse e chiuderà definitivamente "l'area di parcheggio" che era rappresentata dal tempo perso dai giovani laureati fra la laurea, il tirocinio post-laurea e la sessione di esame di stato successiva".<br /><br />Ribadisce infine Lenzi: "Erano quasi 10 anni che rincorrevo questo risultato. Questo Decreto realizza il sogno nostro e dei nostri ragazzi che dopo sei anni di formazione non aspettano altro che di iniziare quanto prima la straordinaria avventura della professione medica."<br />
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FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=61601" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità</a><br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-67007569762910508542018-05-10T12:00:00.000+02:002018-05-10T12:00:04.319+02:00Concorso Specializzazione 2018, pubblicati i dati dell'accordo annuale Stato-Regioni sul fabbisogno di medici specialisti per il triennio 2017-2020Sono 8.569 per il 2017-2018, 8523 per il 2018-2019 e 8.604 per il 2019-2020 i posti disponibili tra quelli messi a bando dal Governo e quelli delle Regioni per la formazione dei medici specialisti.<br /><br />L’Accordo, all’ordine del giorno della Stato-Regioni di oggi, 10 maggio, prevede nelle tabelle allegate il numero di posti per ogni specialità e per ogni Regione nei tre periodi considerati.<br /><br />In generale il fabbisogno è suddiviso in tre aree: chirurgia, dei servizi e medicina.<br /><br />In ognuno dei tre bienni il numero maggiore di posti disponibili è per l’area funzionale di medicina (rispettivamente 3.954 nel 2017-2018; 3.934 nel 2018-2019 e 3.963 nel 2019-2020), mentre il minore è per l’area funzionale di chirurgia (nei tre bienni 1.968; 1.962; 1.987).<br /><br />Complessivamente però il maggior fabbisogno previsto è, nell’area dei servizi, Anestesia e rianimazione, terapia intensiva e del dolore, sempre sopra gli 855 posti, seguita per il primo e terzo biennio sempre nell’area dei servizi dalla Radiodiagnostica, ma con circa la metà dei posti e nel secondo biennio, sempre con circa metà dei posti, nell’area della chirurgia da Chirurgia generale.<br /><br />Il fabbisogno minore invece è nell’are di medicina per la Medicina termale (3 posti per ognuno dei tre bienni) e per la Statistica sanitaria e Biometria ancora nell’are dei servizi con 8-9 posti per ognuno dei bienni considerati.<br />
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FONTE: <a href="http://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=61583" rel="nofollow" target="_blank">Quotidiano Sanità </a><br />
<span class="fullpost">
</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2491167876285635511.post-81398044118316828892018-04-27T12:00:00.000+02:002018-04-27T12:00:06.987+02:00La tecnica CancerSEEK, biopsia liquida per migliorare la forza diagnostica in campo oncologicoDa molto tempo si cerca di ottimizzare la diagnosi del tumore attraverso metodi poco invasivi ed il più efficaci possibile. Gli ultimi anni hanno visto una serie di test sperimentali chiamati biopsie liquide che promettono di rilevare e localizzare i tumori da un semplice prelievo di sangue. Molti di questi test sono pensati per rilevare un singolo tipo di cancro, individuando specifiche sequenze di DNA che circolano libere nel sangue. Le cellule tumorali possono infatti rilasciare, dopo la loro lisi o durante il loro ciclo vitale, vescicole contenenti DNA che può essere rivelato ed utilizzato come marker. Da qui nasce CancerSEEK.<br />
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Molti gruppi nel mondo accademico e in quello industriale si sono concentrati sull’uso di biopsie liquide. I vantaggi sono molti, sono molto meno costose di pratiche più invasive come le biopsie e molto meno traumatiche anche per il paziente. Tuttavia tali prelievi venivano usati per monitorare la progressione del cancro e per guidare i medici nella formulazione di un piano di trattamento.<br />
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Ma l’oncologo Nickolas Papadopoulos del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center di Baltimora, nel Maryland, e i suoi colleghi volevano sviluppare un test in grado di rilevare i tumori in una fase precoce, quando sono più facili da trattare.<br />
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Un test con queste caratteristiche è molto difficile da mettere a punto. Tumori di piccole dimensioni non liberano tanto DNA nel sangue, come invece fanno i tumori più grandi. E i falsi positivi sono un problema per i test che devono essere somministrati a grandi popolazioni di individui sani: un risultato sbagliato può causare alle persone stress eccessivo e portare a trattamenti non necessari e potenzialmente dannosi.<br />
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Per aumentarne la sensibilità, i ricercatori, hanno pensato quindi ad un esame composto sia da una analisi genica del DNA libero che da una analisi proteica. Il test che hanno sviluppato – chiamato CancerSEEK – esamina i livelli di otto proteine e la presenza di mutazioni in 16 geni.<br />
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Il gruppo ha testato la biopsia liquida su persone già diagnosticate con una di otto forme di cancro: ovarico, fegato, stomaco, pancreas, esofageo, colon-retto, polmone o seno. E hanno escluso le persone il cui cancro si era diffuso ad altre parti del corpo, in modo che potessero concentrarsi sulle prime fasi della malattia.<br />
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L’efficacia di CancerSEEK variava ampiamente a seconda del tumore: ha rilevato il 98 per cento dei tumori ovarici, ma solo il 33 per cento dei casi di cancro al seno. È stato in grado di individuare l’organo in cui la malattia aveva messo radici in circa il 63 per cento dei pazienti. Ma il test ha ottenuto risultati migliori sui tumori in stadio avanzato rispetto a quelli precoci, trovando il 78 per cento della malattia in stadio III rispetto al 43 per cento dei tumori in stadio I.<br />
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Risultati ottimi afferma Rosenfeld direttore scientifico dell’azienda Inivata di Cambridge, ma aggiunge la sua preoccupazione sulla possibile presenza di tumori non diagnosticabili attraverso CancerSEEK. Un’altra preoccupazione è che il tasso di falsi positivi possa essere più alto nella popolazione generale, dice Catherine Alix-Panabières, ricercatrice oncologa dell’Università di Montpellier, in Francia. Alcune persone apparentemente sane potrebbero covare malattie infiammatorie che alterano i livelli delle proteine rilevate dal test, afferma.<br />
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Potrebbero volerci anni per affrontare questi problemi. Ma i ricercatori hanno già iniziato uno studio che testerà CancerSEEK in almeno 10.000 individui sani. Nel frattempo, ci si aspetta di vedere altri gruppi di ricerca perfezionare le proprie biopsie liquide combinando il sequenziamento del DNA con altri esami del sangue, afferma Alberto Bardelli, ricercatore oncologo presso l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo di Torino.<br />
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FONTE: <a href="https://science.closeupengineering.it/cancerseek-diagnosi-rapida-tumore/13368/" target="_blank">Close Up Engineering</a><br />
AUTORE: Marco Franzon <br />
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</span>Alex "Cold"http://www.blogger.com/profile/11581446096725594469noreply@blogger.com0