«Se invitare i medici a partecipare ai concorsi è un reato, io mi autodenuncio, perché faccio questo ogni giorno. Una realtà piccola come la nostra ha più difficoltà di Milano, Brescia, Verona a trovare professionisti. Molti vanno in pensione e sono pochi quelli sul mercato». Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria trentina, presenta un quadro allarmante, che va oltre il «locale».
«C’è una grave carenza di medici, da noi come in molte aziende italiane. E quando non si riesce a fare arrivare a Trento ed a Rovereto medici con un contratto a tempo indeterminato vuol dire che siamo in forte difficoltà. Lo scorso anno abbiamo addirittura acquistato spazi pubblicitari, dunque pagando, sui giornali anche all’estero per cercare pediatri e ginecologici per l’ospedale di Cavalese».
Questa è la sua risposta al consigliere provinciale di M5S Filippo Degasperi in merito all’accusa del concorso «pilotato» per l’assunzione a tempo determinato di un medico al pronto soccorso di Trento (vedi articolo in basso). «Non conosco Degasperi e non ce l’ho né con lui né con la forza di cui fa parte - aggiunge Bordon - Al contrario, noi abbiamo bisogno di lui e di tutte le forze politiche perché ci aiutino in una situazione di difficoltà nazionale nel reperire professionisti».
Nel caso del concorso finito nel mirino di Degasperi, Bordon evidenzia che il medico che ha superato la selezione (il consigliere pentastellato lo aveva indicato come vincitore con una settimana di anticipo) «non è mai venuto a lavorare in azienda sanitaria».
«Era già assunto a tempo indeterminato in un ospedale importante del Veneto, era l’unico a possedere due specialità, mentre gli altri candidati erano neo specializzandi: forse non ci voleva molto a capire chi avrebbe vinto la selezione, che avveniva per titoli - spiega il dirigente - Il Veneto ci ringrazia: lo stesso medico non si è presentato neppure al concorso per il tempo indeterminato al pronto soccorso di Trento e Rovereto, con la prima prova che si è tenuta nei giorni scorsi: su dieci domande si sono presentati in sei. Altro che favorire i medici nei concorsi: non troviamo neppure i candidati. Spendo molto del mio tempo a girare, a cercare di sensibilizzare le persone a partecipare alle nostre selezioni. Siamo arrivati al punto che io ed i miei colleghi dirigenti sanitari di tutta Italia ci stiamo “rubando” i medici».
FONTE: Adige News
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