Avrebbe prescritto illecitamente a 133 pazienti l'ormone della crescita, usando i formulari del Policlinico e agevolando così un'importante multinazionale farmaceutica con cui collaborava. E' la pesante accusa mossa al ricercatore universitario A. C., che adesso deve rispondere di falso ideologico, abuso d'ufficio e truffa aggravata ai danni dell'Università e del nosocomio e che si è visto sequestrare beni per 104.694,18 euro. Gli illeciti sarebbero stati compiuti dal 2014 al 2016. Sotto indagine anche la docente universitaria C. G. che, essendo autorizzata dall’assessorato regionale della Salute per le specifiche prescrizioni, lo avrebbe aiutato. Alla professoressa si contestano il falso ideologico e l'abuso d'ufficio.
La misura cautelare è stata eseguita dai carabinieri del Nas. "La somma sottoposta a sequestro - spiegano i militari dell'Arma - è l'equivalente del vantaggio economico conseguito dal ricercatore e derivante dal contratto di lavoro a tempo determinato e a tempo pieno che lo vincolava all'Università di Palermo, per un impegno orario di 1.500 ore annue, per il periodo dall'1 marzo 2013 al 30 novembre 2016, mentre in realtà, in tale arco temporale, lo stesso effettuava attività libero professionale esterna non autorizzata nonché attività di consulenza per una importante multinazionale farmaceutica con la quale, già dall'anno 2012, aveva stipulato contratti di collaborazione finalizzati all'erogazione retribuita di consulenze endocrinologiche online".
L'indagine è nata da un accertamento effettuato il 23 febbraio 2016 presso il dipartimento del Farmaco dell'Asp di Palermo, su segnalazione del dirigente, nel corso del quale è emersa "l'esistenza di 204 pratiche irregolari inerenti piani terapeutici a base di ormone somatotropo (GH - ormone della crescita) prescritti illecitamente negli anni dal 2014 al 2016 dal ricercatore universitario a 133 pazienti, per una spesa complessiva di euro 849.789,86, utilizzando il formulario identificativo del Policlinico. In particolare è stato poi verificato che i pazienti venivano sottoposti a visita, anche presso un centro medico privato, dal ricercatore, medico non autorizzato alla specifica prescrizione, che redigeva i piani anzidetti forte della collaborazione del docente universitario di suo riferimento, clinico prescrittore autorizzato dall'assessorato regionale della Salute per le specifiche prescrizioni".
FONTE: Palermo Today
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