Proseguono i tagli compiuti dal non votato governo del non eletto Presidente del Consiglio Matteo Renzi al SSN: al fine di reperire ulteriori fondi per riportare i bilanci sotto il 3%, cosi come imposto dal governo europeo, è stato previsto nel DEF un taglio al Fondo Sanitario nazionale di ben 15 miliardi in tre anni, dal 2017 al 2019. Parzialmente salvi i conti per il 2016, con un fondo di 111 miliardi di euro, appena un miliardo in più di quest'anno.
La manovra, trasmessa ieri al Quirinale per la firma e attesa al Senato lunedì, prevede infatti un contributo a carico delle Regioni di 3,9 miliardi nel 2017 e di 5,4 miliardi nel 2018 e 2019. In tutto sono 14,7 miliardi di euro da recuperare con lo stesso meccanismo con i quali sono stati operati gli ultimi tagli al Fondo sanitario: intesa tra le Regioni, o intervento d’imperio dell’esecutivo. Con quei tagli il Fondo sanitario rimarrebbe congelato a 111 miliardi di euro per tutto il prossimo triennio. In termini reali sarebbe una riduzione netta rilevante. E stare dentro quel tetto sarà molto più difficile per le Regioni, considerato che già oggi otto di loro non riescono a rispettarlo e sono costrette ad alzare addizionali e ticket (saliti del 26% dal 2008) per compensare.
Per i governatori, poi, c’è il problema dei disavanzi che stanno emergendo dopo la sentenza della Consulta di luglio sulla contabilizzazione delle anticipazioni dello Stato. Usate in modo distorto, hanno creato un buco di bilancio di 6 miliardi in Piemonte, ma il fenomeno, dice la Corte dei conti, è molto più ampio e riguarda altre Regioni. Dal governo, con la legge di Stabilità, si attendeva una soluzione che sterilizzasse gli effetti della sentenza, potenzialmente devastanti per i conti regionali, ma che dalle ultime bozze è scomparsa, e che dovrebbe essere ora delegata ad un decreto apposito.
E sempre a proposito di tasse, l'aumento dei Ticket sanitari non saranno i soli ulteriori fardelli promossi dal DEF di questo non eletto governo, previsti infatti ulteriori e forti aumenti dell'IVA. L’aliquota Iva del 10% salirà al 13% nel 2017, invece che crescere al 12% nel 2016 e di un altro punto l’anno successivo. Così l’aliquota del 22%, che passerebbe al 24% nel 2017 e al 25% l’anno dopo, invece che aumentare di un punto l’anno prossimo, di due nel 2017 e ancora di uno 0,5%, per finire al 25,5% nel 2018. Solo quel mezzo punto è definitivamente risparmiato. Nello stesso tempo, però, vengono definitivamente cancellati 6,2 miliardi di tagli alle agevolazioni fiscali, che entravano a regime nel 2017, mentre l’aumento delle accise nel 2018 si riduce da 700 a 350 milioni. Un bel regalo del "Gufo" Renzi e degli attuali ciarlatani del Parlamento a milioni di famiglie immerse in anni di grande difficoltà.
FONTE: Corriere.it
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