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AFORISMA DEL GIORNO

19 marzo, 2013

Ssn, sempre meno servizi per i cittadini: "Nel 2012 ticket farmaci +40%"

Una sanità pubblica che, a forza di nuovi ticket, è diventata sempre più cara e una sempre più spiccata tendenza dei cittadini a rivolgersi al privato per prestazioni specialistiche e diagnostiche. Il Rapporto Oasi 2012 della Bocconi, presentato oggi dalla Fiaso, la federazione delle Asl italiane, racconta di un welfare sempre più in difficoltà dal punto di vista economico.

Le tasse sui farmaci, secondo la ricerca, nel 2012 sono aumentate del 40% rispetto all'anno precedente. La causa è l'introduzione di nuovi ticket o l'aumento di quelli già esistenti. Ma questa forma di compartecipazione alla spesa influisce anche su visite specialistiche ed esami, che nel servizio pubblico diventano sempre più cari per i non esenti. Così il 55% degli assistiti, sempre secondo il lavoro della Bocconi, si paga da solo queste prestazioni, rivolgendosi al privato, che in molti casi ha tariffe concorrenziali a quelle di Asl e ospedali. Spendere serve anche a evitare le liste di attesa, che nel pubbliche sono piuttosto lunghe. La spesa per la sanità privata nel nostro paese si attesta intorno ai 30 miliardi di euro.

"Nella sanità si può risparmiare eliminando gli sprechi senza ridurre l'offerta di salute", scrivono da Fiaso, sottolineando che in termini pro-capite o in rapporto al Pil, la spesa sanitaria italiana resta la più bassa d'Europa e da qui al 2015 dovrà affrontare una cura dimagrante da oltre 30 miliardi per effetto delle ultime manovre. E i tagli rischiano di ridurre l'offerta di servizi alle persone. Non si tratta solo di prestazioni sanitarie, ma anche sociali. Si stima infatti che in Italia lavorino ormai 774mila badanti, che sono, per avere un termine di paragone, più dei dipendenti di Asl e ospedali (in tutto 646mila).

Ma i soldi necessari a finanziare la sanità, oltre che dai ticket, vengono raccolti dalle Regioni anche con le tasse. Del resto all'assistenza ai cittadini è destinato circa l'80% del bilancio delle amministrazioni locali. "Maggiorazioni delle addizionali Irpef, aumento delle aliquote Irpef, rincari del bollo auto e cartolarizzazione dei debiti sono gli strumenti, singoli o associati, ai quali hanno fatto ricorso quasi tutte le Regioni, ad eccezione di Valle d'Aosta, Friuli, Trento e Bolzano, Basilicata e Sardegna, mentre Marche, Abruzzo, Molise e Campania hanno messo mano a tutte le leve fiscali consentite dalla legge", spiegano sempre dalla Fiaso. E senza aumenti di tasse locali, come dicono i dati del Ministero della salute,  già nel 2011 i bilanci sanitari di ben 16 regioni sarebbero finiti rosso. In due anni i tributi locali sono aumentati di 5 miliardi.

Nel rapporto Oasi c'è anche una sezione dedicata a come i cittadini considerano i loro sistemi sanitari regionali. Nel Centro-Sud oramai la maggioranza delle persone (62,2%) considera inadeguati i servizi offerti dal ssn (53,5% al Centro, 15,6 nel nord-est, 25,3 nel nord ovest). "Il sistema sanitario rischia di collassare per eccesso di rigore finanziario - dice il presidente Fiaso Valerio Fabio Alberti - Una preoccupazione espressa da tutti i Ministri della salute europei che a Dublino nei giorni scorsi hanno richiesto alla Commissione UE di compiere un passo deciso verso l'attribuzione delle competenze sul finanziamento dei sistemi agli stessi dicasteri sanitari anziché a quelli economici. Una richiesta pienamente condivisibile, tanto più se accompagnata dall'esclusione dal calcolo dei deficit nazionali degli investimenti in salute che generano crescita economica a medio e lungo termine. Nel frattempo  - prosegue- sarà bene che in Italia si rafforzino  politiche di maggiore integrazione socio-sanitaria, che la crisi rende ineludibili".


FONTE: Repubblica.it
AUTORE: Michele Bocci

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