La sigaretta accesa in macchina espone ai rischi del fumo passivo, con danni gravi per chi ne è esposto (che sia o non sia fumatore) e con potenziali danni immediati per asmatici e cardiopatici. È ancora un'abitudine diffusa, anche mentre si guida e anche con altre persone a bordo, bambini compresi. Inoltre, niente alibi: viaggiare con il finestrino abbassato serve a poco. Ecco perché molti esperti vedono di buon occhio una legge che vieti di fumare in auto.
Cosa succede nell'abitacolo di un'auto all'accensione di una sigaretta? C'è un'impennata immediata di polveri sottili (PM2,5 e PM10 soprattutto) di composti organici volatili (il benzene, ad esempio) e di monossido di carbonio. Misurazioni precise sono state effettuate da un gruppo di ricerca che ha coinvolto il Laboratorio per la ricerca sul fumo passivo (Istituto nazionale dei tumori di Milano e Simg, Società italiana di medicina generale), la Regione Veneto, le aziende sanitarie di Treviso e di Adria. I dati, apparsi sull'ultimo numero della rivista "Epidemiologia e prevenzione", evidenziano livelli altissimi di inquinanti: le polveri sottili aumentano di 100 volte, le particelle di 10 volte e i composti organici e il monossido di carbonio di tre volte. Per capirsi, sottolineano gli autori, la concentrazione di PM 10 è risultata di oltre 500 microgrammi al metro cubo, più di 10 volte il limite giornaliero fissato dalle normative europee che (in teoria) dovrebbe far scattare il blocco delle auto. E dopo 10 minuti dall'accensione della sigaretta i livelli di polveri sottili erano ancora tali (300 microgrammi al metro cubo) da poter indurre danni seri a chi soffre d'asma o di disturbi cardiaci.
Viaggiare col finestrino abbassato aiuta a tenere bassi i livelli di alcuni inquinanti prodotti dalla sigaretta, ma non tutti: si respira ancora un'aria viziata da milioni di particelle submicrometriche (200 al metro cubo). Il messaggio è chiaro: "Non esistono attualmente possibilità di difendersi dal fumo passivo se si fuma in auto" afferma Giovanni Invernizzi, esperto dell'area pneumologica Simg che ha coordinato il lavoro. "E questo vale anche per chi fuma – precisa – dato che il fumo passivo è un fattore di rischio aggiuntivo che si somma al danno dell'esposizione alle sigarette durante tutta la giornata".
In Italia, il 60 per cento dei fumatori afferma di fumare in auto. "Ci sono valide ragioni per auspicare una legge che vieti il fumo in macchina" scrivono in un editoriale di commento Giovanni Invernizzi, Roberto Mazza, del Centro antifumo dell'Istituto nazionale tumori, e Luca Sbrogiò del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 19 di Adria. "Oltre al danno da fumo passivo, la sigaretta è fonte di distrazione e causa accertata di incidenti" precisano gli autori, ricordando che per queste stesse ragioni il divieto è attivo nella piccola Repubblica di San Marino ed è in discussione in molti Paesi.
A Mosca, durante il summit mondiale sulla sicurezza stradale dello scorso novembre si è dibattuta l'opportunità di vietare le sigarette come principale causa di distrazione al volante insieme a usare telefonini, guardare al di fuori della carreggiata, mangiare e bere. Nel Regno Unito la proibizione della sigaretta al volante è in vigore per i veicoli che sono luogo di lavoro (camion, furgoni, bus e minibus, ad esempio). Il Royal College of Physicians, che riunisce i medici britannici, ha recentemente chiesto di estendere il divieto a tutti gli autoveicoli, allegando pesanti prove degli effetti del fumo passivo sui bambini.
Negli anni si sono succedute varie proposte legislative in materia. Oltre a medici e ricercatori, restano sul piede di guerra anche importanti associazioni come l'Aci e il Codacons. L'ultimo documento, un emendamento proposto in Commissione parlamentare alla Lega Nord alla fine del 2009, che prevedeva multa di 250 euro, cinque punti in meno dalla patente, tutto raddoppiato se ci sono bimbi a bordo, non è per ora rientrato nella riforma del Codice della Strada.
FONTE: Molecularlab.it
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