Novità per gli studenti che non hanno passato il test d’ingresso a Medicina: iscrivetevi all’estero in un ateneo dove il test non c’è e fate domanda di rientro alla fine del primo anno. Funziona? A certe condizioni sì, ma è meglio se per il primo anno in terra straniera scegliete un’Università all’acqua di rose. Con voti più alti la vostra posizione in graduatoria sarà migliore. Se proprio finite tra gli ultimi in graduatoria tra coloro che chiedono il trasferimento, l’arma migliore è la perseveranza: grazie a questa qualità, l’aspirante dottoressa Clarissa Mazzotta è a un passo dal trasferimento dall’Università di Kosice, Slovacchia, a quella di Brescia dopo aver vinto un ricorso al Tar - il secondo, in verità - contro l’ateneo bresciano. Dopo tre anni di battaglia legale potrà presentare il suo piano di studi e prendere il posto di uno studente che 24 mesi fa ha rinunciato. Tutto senza aver passato il test e nonostante per il trasferimento ci fossero studenti più «meritevoli».
Già in passato i giudici si erano espressi in modo simile, e anche le toghe del Tar di Brescia confermano che il superamento del test d’ingresso non è necessario per gli anni di Università successivi al primo. E se il corso è a numero chiuso come Medicina? Per evitare «l’aggiramento del numero chiuso e salvaguardare la qualità dell’istruzione», chi fa domanda di trasferimento dall’estero può sperare in un rientro in Italia solo se ci sono posti vacanti a causa di rinunce e abbandoni. C’è sempre chi passa il test e cambia idea, e a questo punto l’Università deve stilare una graduatoria di chi chiede il trasferimento (anche da Università italiane) con una «griglia di ponderazione degli esami sostenuti e relativi crediti formativi», poi i più meritevoli ottengono l’ammissione al corso. Il caso di Clarissa Mazzotta è andato ancora più in là: il 21 agosto 2013 la giovane ha chiesto il trasferimento dopo il primo anno a Kosice e l’Università ha stoppato il trasferimento perché la ragazza era stata bocciata un anno prima al test d’ingresso. Grazie a una vittoria al Tar, però, l’Università è stata obbligata a esaminare la sua domanda per prendere un posto vacante nel corso 2013-2014. I posti liberi erano tre e, nonostante il curriculum conseguito a Kosice, la giovane era finita in dodicesima posizione dopo l’esaminazione del Consiglio del Corso di Medicina. Colpo di scena: uno studente trentino primo in graduatoria dopo un anno da fenomeno alla Sapienza di Roma, rinuncia al trasferimento a Brescia per motivi personali. Il suo posto vacante viene conteggiato dall’Ateneo per l’anno 2014-2015 perché gli «esclusi» non sono abbastanza meritevoli ma Mazzotta fa ricorso: se lo studente trentino rinuncia, vuol dire che a Medicina per quell’anno è rimasto un posto libero e questo deve essere assegnato agli esclusi della graduatoria.
Il Tar scrive: «Se in un anno accademico l’Università non utilizza pienamente le proprie risorse formative danneggiando uno studente, a questo deve essere concessa un’opportunità identica negli anni successivi». Lei è sì dodicesima, ma nessun altro alza la voce con l’Università e in lizza resta solo lei. Per il Tar, che dà torto all’Università: «In graduatoria c’erano studenti più meritevoli ma Mazzotta è stata l’unica a non prestare acquiescenza e può rivendicare il posto». Che succede ora? Nei prossimi 30 giorni Mazzotta potrà presentare il suo percorso di studi all’Università ed è l’unica candidata in lizza. L’unica condizione? «Il curriculum deve essere adeguato e consentirle di seguire utilmente le lezioni dell’anno in corso». Se così non sarà, la perseverante giovane che tentò il test d’ingresso nel 2012-2013, potrà studiare Medicina a Brescia solo dal prossimo anno: il 2017-2018.
FONTE: Corriere.it
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