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AFORISMA DEL GIORNO

28 febbraio, 2016

Ricetta elettronica, fra vantaggi e nuova burocrazia...

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Una nota della Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale, analizza pro e contro delle prescrizioni dematerializzate che dal 1 marzo saranno valide in tutte le farmacie italiane pubbliche e convenzionate.

Dietro i vantaggi della ricetta elettronica per la prescrizione dei farmaci valida su tutto il territorio nazionale, si cela un “rovescio della medaglia”: “Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant’altro dovremo verificare”. A dirlo è il segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Giacomo Milillo, in una nota del sindacato che fa il punto sull’applicazione della normativa sulla circolarità nazionale della ricetta dematerializzata prevista a partire dal primo marzo 2016. “E in più – prosegue Milillo- il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio nella velocizzazione delle procedure di ricettazione, e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che per il momento salvo eccezioni (Campania) dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa. In conseguenza di ciò il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro che significa tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti”.

La legge che manda in soffitta i blocchetti rossi – spiega la Fimmg – è in realtà del dicembre 2015 e recepisce un decreto di più di tre anni fa. Dopo un po’ di blocchi informatici ora ci siamo: per prescrivere un farmaco, un accertamento o una visita, il medico si collegherà a un sistema informatico, lo stesso visibile al farmacista che ci consegnerà pillole o sciroppi. Ma ricetta elettronica non è ancora sinonimo di abolizione della carta. Per ora, infatti, riceveremo dal medicun piccolo promemoria da consegnare al bancone della farmacia, che permetterà di recuperare la nostra prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o assenza di linea internet. Ma quando il sistema andrà a regime anche questo foglietto sparirà, rendendo la procedura interamente paperless”. Tra i vantaggi della ricetta elettronica, la Fimmg segnala il risparmio sulla stampa e distribuzione delle vecchie ricette rosa e il controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari.

Ma come funziona, nel concreto, il nuovo sistema? “I medici, per effettuare una prescrizioni – spiega la nota Fimmg – si connettono dal proprio pc a un apposito portale: compilando la ricetta sullo schermo, identica a quella cartacea, un NRE (numero ricetta elettronica) sarà associato al nostro codice fiscale, aggiungendo in automatico anche eventuali esenzioni. Il sistema stampa quindi il promemoria, con il quale possiamo andare in farmacia: con i dati presenti, attraverso i codici a barre stampati sul piccolo foglio A5, il farmacista recupera la prescrizione direttamente on-line e ci consegna la medicina di cui abbiamo bisogno. Ci vorrà ancora tempo perché sparisca anche la vecchia “fustella” da attaccare nei riquadri rossi, poiché anche se i codici della confezione sono inseriti direttamente sul computer ancora non è stato possibile determinare un meccanismo che annulli il valore della fustella rispetto alla necessità di identificare e distinguere i farmaci erogati a carico del SSN da quelli che anche se erogabili vengono invece pagati direttamente dal cittadino. Il procedimento nei prossimi mesi si diffonderà anche per la prescrizioni di esami e visite specialistiche, visto che la ricetta elettronica sarà accettata anche da cliniche, ambulatori e ospedali”.

In questa prima fase di avvio, fino a fine 2017, sono, però, ancora esclusi dal nuovo metodo alcune prescrizioni – precisa il sindacato – come quelle per stupefacenti, ossigeno, prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, per farmaci con piano terapeutico Aifa. La ricetta elettronica, in compenso, vale in tutte le farmacie del territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate. Questo significa che i farmaci potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di residenza. Una piccola rivoluzione, soprattutto per chi viaggia spesso o lavora lontano da casa, poiché fino ad oggi una ricetta di un medico Sardo, ad esempio, non valeva oltre il Tirreno, e chi si trovava fuori casa era obbligato a pagare il medicinale per intero. Solo alcune regioni avevano previsto un sistema di rimborsi, per cui però erano necessari permessi speciali e lunghi tempi di attesa.

Ora, grazie al sistema tessera sanitaria le farmacie potranno applicare il ticket della regione di residenza dell’assistito: starà poi alle stesse regioni scambiarsi le informazioni sui medicinali prescritti e, quindi, procedere ai relativi rimborsi compensativi. A partire dal primo marzo dovrebbe essere disponibile per tutte le farmacie il sistema di calcolo di ticket ed esenzioni della regione di provenienza di ogni cittadino. Nel frattempo è già possibile usare le ricette in tutto il paese, vedendo applicati, in via transitoria, i criteri della regione in cui ci si trova.


FONTE: Aboutpharma
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Prescrizioni, in arrivo da martedì la ricetta medica elettronica (con promemoria) ...

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Tutto è pronto: dal prossimo martedì esce definitivamente di scena la ricetta medica cartacea, quella con i tradizionali colori rosso e panna, per essere sostituita da tablet e computer.

La nuova normativa sulla circolarità nazionale della ricetta dematerializzata, approvata lo scorso novembre e pubblicata in Gazzetta Ufficiale a dicembre, diventa efficace a partire dal 1° marzo 2016: le farmacie dovrebbero essere, per quella data, già nelle condizione di calcolare ticket ed eventuali esenzioni nella Regione di provenienza del malato. Lo ricorda una nota della Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia.

Il medico di famiglia, nel momento in cui dovrà prescrivere un farmaco al malato, si collegherà dal proprio computer a un portale dedicato e lì indicherà gli estremi del paziente e del medicinale prescritto. In particolare, nel sistema informatico verrà compilata una ricetta “telematica”, identica a quella cartacea tradizionale, un NRE (numero ricetta elettronica) cui sarà associato il codice fiscale del paziente. Verranno poi aggiunte, in automatico, anche eventuali esenzioni.

Il medico dovrà stampare un piccolo promemoria (della dimensione di un foglio A5) e consegnarlo al paziente. Quest’ultimo, munito di tale documento, si recherà in farmacia e lo consegnerà al farmacista il quale, a sua volta, attraverso i codici a barre stampati sul promemoria, recupererà la prescrizione collegandosi al sistema informatico online. Verrà così consegnata la medicina al malato.

Quando il sistema andrà completamente a regime, sparirà anche il promemoria e tutto avverrà telematicamente, attraverso al trasmissione di dati al sistema informatico centralizzato. Tale procedimento verrà esteso gradualmente anche per la prescrizioni di esami e visite specialistiche, visto che la ricetta elettronica sarà accettata anche da cliniche, ambulatori e ospedali.

Ci vorrà ancora tempo perché sparisca anche la vecchia «fustella» da attaccare nei riquadri rossi, poiché anche se i codici della confezione sono inseriti direttamente sul computer ancora non è stato possibile determinare un meccanismo che annulli il valore della fustella rispetto alla necessità di identificare e distinguere i farmaci erogati a carico del Ssn da quelli che anche se erogabili vengono invece pagati direttamente dal cittadino.




FONTE: Laleggepertutti.it
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Miur, condanna apre buco di 4 miliardi per risarcire specializzandi 1994-2006

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Ennesima condanna per lo Stato nelle vertenze avviate dai medici per la mancata retribuzione negli anni di scuola post-laurea. Anche la Corte d'appello di Roma (sentenza n. 1628) ha accolto i ricorsi presentati dai medici che hanno ottenuto la specializzazione nel periodo 1994-2006, riconoscendo il diritto al risarcimento per l'intero periodo di scuola post-laurea che non fu loro adeguatamente retribuito in aperta violazione della direttiva europea 93/16.

La corte ha stabilito che il danno da risarcire va quantificato nella differenza tra il trattamento economico percepito all'epoca (incrementato dagli scatti triennali) e quello riconosciuto finalmente riconosciuto dallo stato a partire dal 2007: il Miur (ministero dell'istruzione, dell'Università e della ricerca) dovrà dunque  versare a ogni singolo ricorrente la somma di 14mila euro più interessi, per ogni anno di specializzazione. Nella sentenza i giudici hanno inoltre disposto che il termine di prescrizione decorre a partire dall'emanazione dei decreti attuativi del 2007 e non dal D. Lgs. n. 368/1999. Ciò significa che il diritto a ottenere il risarcimento non sarà prescritto sino al 2017.

Il ricorso collettivo presso la corte d'appello è stato promosso da un pool nazionale di legali, guidato dagli avvocati Francesco Caronia e Giuseppe Pinelli, nel contesto di una vertenza che riguarda migliaia di medici che si sono specializzati tra specializzati dall'83 al 2006. Nel complesso della vertenza, lo stato rischia di dover sborsare alla fine una somma che supera i 4 miliardi di euro. Per questo sono stati presentati in parlamento tre disegni di legge che hanno l'obiettivo di arrivare a una transazione generale tra i medici interessati e lo stato per riconoscere i diritti acquisiti, ma abbreviando i tempi, evitando trafile giudiziarie e soprattutto limitando il danno alle casse pubbliche.

La vicenda degli ex specializzandi risale agli anni '80, quando furono promulgate le direttive europee 75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE che imponevano agli Stati membri di corrispondere il giusto compenso ai camici bianchi per gli anni di specializzazione in medicina.  L'obbligo è entrato in vigore a partire dal 1983, ma i medici immatricolatisi a una scuola di specialità tra gli anni 1982-1991 e 1994-2006 non si sono visti riconoscere fino al 2007 il corretto trattamento economico.


FONTE: Repubblica.it
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15 febbraio, 2016

Medicina, da luglio 2016 cambiano i criteri di punteggio per il voto di laurea

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Cambiano i criteri per il calcolo del punteggio finale del voto di laurea per tutti i corsi di Medicina e Chirurgia. E' stata infatti approvata, quasi sotto silenzio, la mozione presentata il 30 Novembre dal Presidente della Conferenza permanente dei Presidenti di Consiglio di corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, Andrea Lenzi, e la cui copia in formato PDF è reperibile sul sito link linkcoordinamentouniversitario.it . Nel documento si legge come "considerata l’esigenza di uniformare il meccanismo di calcolo del voto di laurea in tutte le sedi anche in conseguenza della valenza che tale votazione ha assunto nel calcolo del punteggio per l’ammissione alla Scuole di specializzazione, valutato che la proposta approvata all’unanimità dalla CPPCLMMC nel maggio 2008 non è stata adottata uniformemente e che di conseguenza i criteri di valutazione ed i meccanismi di calcolo, nelle varie sedi dei CdS,  non sono sovrapponibili, considerato che in data 30 novembre 2015 la CPPCLMMC ha ridiscusso tali criteri e meccanismi, delibera, all’unanimità,  che entro la sessione di luglio 2016 tutti i CdS adottino il sistema già sperimentato ed approvato dalla CPCLMMC".

Si tratta quindi di un provvedimento correlato alla classifica nazionale unica per il concorso delle scuole di specializzazione post laurea e che pertanto avrà effetti anche nei riguardi degli studenti che attualmente frequentano il quinto e il sesto anno della facoltà di Medicina. L'obiettivo sarebbe il riuscire a uniformare il calcolo del voto di laurea a livello nazionale per tutti i dipartimenti, provvedimento quasi conseguenziale all'accorpamento di tutte le graduatorie in un'unica classifica nazionale. 

La riforma del calcolo del voto di laurea in medicina diventerà effettiva già a partire da Luglio 2016 e nello specifico prevede: un voto di base calcolato con media aritmetica (quindi non più media ponderata, sottolineando cosi il sostanziale addio al sistema dei crediti), un punteggio per la prova finale massimo di 7 punti (4 se tesi sperimentale, 2 se tesi compilativa, 3 punti ridistribuiti nei parametri della qualità di esposizione) cui potranno essere sommati ulteriori 7 punti (massimo) per attività quali Erasmus (1 punto per esperienze internazionali, 1 punto per esperienze nazionali, 1 punto per attestazioni di conoscenza di una lingua tramite corso extrauniversitario), progress test (1 punto se attuato per almeno 4 volte in 6 anni), tempistiche di conseguimento della laurea (2 punti) e lodi (1 punto per aver conseguito almeno 4 lodi). Per la lode di laurea sarà necessario aver conseguito almeno un punteggio di 113.

La notizia è stata accolta con entusiasmo dagli studenti dei primi anni, in quanto la proposta va a netto vantaggio per chi può programmare fin da subito esperienze nazionali o all'estero. Non a caso è stata forte la pressione da parte delle associazioni studentesche affinchè il provvedimento fosse reso retroattivo, al fine di ottenere un netto guadagno rispetto agli studenti che si ritrovano già negli ultimi anni e a pochi passi dalla laurea. Non tutte le Università però sembrano mirare ad approvare fin da subito e in modo retroattivo il provvedimento, è il caso del CCS di Torino che, temendo possibili proteste e ricorsi legali al TAR, avrebbe fin da subito anticipato l'intenzione di rendere attivo il nuovo sistema di calcolo soltanto a partire dagli immatricolandi del nuovo anno.

 

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Ricercatrice attacca il ministro Giannini, "Nessun merito del governo sui successi dei cervelli in fuga..."

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C'è la riscossa dei cervelli in fuga, bistrattati in patria, ma apprezzati e pluripremiati all'estero, nell'arringa social della linguista Roberta D'Alessandro contro il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, "colpevole" di essersi vantata via Facebook dei risultati ottenuti a livello europeo da trenta scienziati italiani (lei compresa) vincitori di finanziamenti. E quelle parole di fuoco, che si chiudono con un perentorio #avaste ("basta" in abruzzese), hanno lanciato la ricercatrice nell'olimpo delle star del Web, acclamata da 30mila like e da oltre 13mila condivisioni. "Sono abituata a post per 20-30 amici - ha spiegato D'Alessandro a La Repubblica - ma l'obiettivo era sottolineare che i fondi europei vinti da quelli come me non sono per la ricerca italiana, ma per la ricerca fatta da italiani. Ed è molto diverso".

Traspare rabbia mista a frustrazione in quel post di Facebook che spopola su Internet e che racchiude la faticosa vita oltreconfine di centinaia di italiani come lei: risponde con un duro "non ci sto" alla gioia del ministro Giannini Roberta D'Alessandro, la linguista originaria di un paesino di mille anime nel cuore dell'Abruzzo, in provincia di Chieti, che ha studiato all'Università de L'Aquila, ma che solo all'estero, prima in Germania, poi in Gran Bretagna e in Canada e oggi in Olanda, ha potuto valorizzare (e monetizzare) quel bagaglio di sacrifici, studi e competenze che qui in Italia è considerato pari a zero.

"In Olanda sono diventata docente ordinario a 33 anni - racconta la ricercatrice, che ha vinto fondi europei per due milioni di euro grazie a un progetto sul contatto linguistico degli emigrati italiani in America nel dopoguerra e le lingue romanze nel Sud e Nord America, - nel frattempo ho fatto vari concorsi per rientrare in Italia e arrivavo quasi sempre seconda. Ricevevo i complimenti della commissione e in molti casi veniva messo a verbale che ero più qualificata di chi vinceva. E perdevo perché la mia attività all'estero non era quantificabile, diventava un demerito".

"Per questo - aggiunge - mi è salita la rabbia quando ho letto la frase orgogliosa del ministro sui ricercatori italiani: l'attività svolta all'estero allora non valeva per farmi vincere e tornare in Italia e adesso vale per appropriarsi dei miei meriti? Mi sono sentita cornuta e mazziata, come si dice in Abruzzo. Sono stata costretta a stare fuori dall'Italia e poi vengo contata come italiana?".

FONTE: Tgcom.it
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09 febbraio, 2016

Facebook, contro la "Safer Internet Day" adolescenti attaccano sui social i malati di diabete con furti di password e post di insulti

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Brutta sorpresa oggi per i circa ottomila iscritti al gruppo facebook "Tutti i diabetici riuniti in rete", uno dei principali gruppi social dedicati a questa grave patologia. All'accesso alla bacheca del gruppo, invece dei soliti messaggi dedicati al diabete, i membri hanno trovato in condivisione ben altri tipi di messaggi, con insulti e minacce ai malati e ai loro familiari. La password è stata rubata agli amministratori con l'inganno, mediante un furto d'identità. Autori dell'ignobile furto un gruppo di adolescenti che si fanno chiamare con il termine "ShitStorm", apparentemente già saliti al disonore delle cronache per il furto di altri gruppi facebook famosi, dal blog "giallozafferano" a gruppi di tifo calcistico.

Impossibile comprendere se si tratti di una semplice "bravata" fatta da quattro ragazzini annoiati al fine di protestare contro la "Safer Internet Day" (giornata mondiale dedicata alla lotta al bullismo e alla sicurezza in rete) o se il furto rientri in una strategia per tentare qualche truffa online a chi rimane ancora inconsapevolmente membro. Il fatto che i numerosi post di protesta vengano cancellati fa purtroppo ipotizzare il fine di aggirare, oltre a disturbare, i poveri malati.

I precedenti amministratori, dopo aver inutilmente tentato di recuperare con il dialogo il controllo del loro gruppo e segnalando l'accaduto a facebook (che, al momento dopo 24 ore, non ha ancora restituito i diritti di gestione ai legittimi proprietari), si sono visti costretti a creare loro malgrado una nuova pagina di riferimento e a segnalare i profili dei presunti responsabili alle autorità. Segnalazioni che purtroppo sono sempre vane, sia per l'inerzia con cui Facebook opera in termini di moderazione, sia perchè questi "Troll" quasi sempre operano dietro Proxy Server, "coprendo" cosi le tracce del proprio agire e rendendosi non rintracciabili.

Di seguito il messaggio di benvenuto al nuovo gruppo (LINK), in cui si descrive l'accaduto:

""Ciao! Siamo gli amministratori di Tutti i diabetici uniti in rete. Purtroppo nei giorni scorsi gli hacker di Shitstorm sono riusciti ad entrare nel gruppo e siamo stati estromessi. Siamo riusciti a rientrare, ma non siamo più in grado di garantire la sicurezza di tutti gli iscritti. Per questo motivo ti invitiamo ad abbandonare il vecchio gruppo e a continuare il nostro viaggio insieme in questo nuovissimo gruppo chiuso "TIDUIR - Tutti i diabetici uniti in rete". Se conosci qualcuno che ancora non è a conoscenza della situazione, ti prego di avvisarlo e di girargli questo messaggio. Ci scusiamo per il disagio non dipendente dalla nostra volontà. Grazie""

Ricordiamo alcune semplici regole per "difendersi" sui social network da attacchi del genere. E' consigliabile:
-  Avere un solo admin.
-  In caso di più admin, consultarsi personalmente prima di intraprendere qualunque iniziativa.
-  Controllare attentamente tutte le nuove richiesta di iscrizione (da quando è attivo il profilo, quanti amici ha, quali sono gli interessi, se è già amico di altri iscritti)
-  Segnalare gli appartenenti al gruppo ShitStorm a Facebook.
-  Non accettare amicizie sospette.

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04 febbraio, 2016

Messina, rinviati gli esami di Abilitazione alla professione medica per mancanza dei plichi

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Incredibile ciò che è accaduto questa mattina all’ex Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Messina, dove si doveva svolgere l’esame di Stato di Abilitazione all’esercizio della professione di Medico. La prova si è svolta correttamente in tutta Italia, tranne che ha Messina, poiché il Cineca, il maggior centro di calcolo d’Italia e consorzio che si occupa della predisposizione delle prove a livello nazionale, ha inviato all’Ateneo peloritano 125 plichi, mentre gli studenti iscritti alla prova erano 155. Alle ore 8,30 di oggi, dunque, nel momento in cui sono stati consegnati i plichi inviati dallo stesso CINECA, ci si è accorti dell’assenza di ben 30 buste.

Il responsabile della Direzione Amministrativa Servizi Didattici, Ricerca e Alta Formazione, Carmelo Trommino, ha immediatamente allertato il MIUR che, verificato l’errore del CINECA e predisposti i necessari atti, ha rinviato le prove a data da destinarsi.

Non tarda ad arrivare la reazione del Rettore dell’Università degli Studi di Messina Pietro Navarra: “Ritengo innanzitutto doveroso – afferma Navarra – scusarmi con i candidati per quanto accaduto. Il mancato invio di alcune buste contenenti i compiti e la relativa documentazione d’esame, tuttavia, è da attribuire esclusivamente a un errore del CINECA e per questo l’Università si riserva di avviare un’azione risarcitoria. Tra l’altro, almeno in via informale, i funzionari del CINECA hanno già riconosciuto l’errore, imputandolo a un difetto di trascrizione del numero di candidati da noi comunicato nei mesi scorsi.

L’amministrazione ha seguito costantemente l’evolversi di quanto stava accadendo, cercando di alleviare il più possibile il disagio dei candidati e per questo non posso che ringraziare tutto il personale tecnico amministrativo ed i docenti coinvolti nella procedura. Nel contempo, già stamattina abbiamo sollecitato il MIUR a individuare nel più breve tempo possibile la data del nuovo esame, affinché i candidati dell’Università degli Studi di Messina non vengano ulteriormente penalizzati rispetto ai loro colleghi”.

Il Cineca era finito già nella bufera nell’ottobre 2014, quando gestendo le prove nazionali di accesso alla Scuola di specializzazione in Medicina, divise in tre macrosettori, aveva somministrato le domande preparate per il settore Area Medica ai candidati del settore Servizi clinici, e viceversa. L’errore avea comportato la necessità di ripetere gli esami per 8.319 dei 12.168 candidati totali e aveva spinto il presidente del Cineca, Emilio Ferrari, e il suo direttore, Marco Lanzarini, a rassegnare le dimissioni dagli incarichi.

FONTE: MessinaOra.it
AUTORE: Simone Intelisano
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