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AFORISMA DEL GIORNO

24 settembre, 2015

Stati Uniti, la folle storia del farmaco Daraprim: politico compra la società che lo produce, aumenta di 55 volte il prezzo e sui social insulta tutti i malati...

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 Martin Shkreli, un nome sconosciuto ma recentemente salito alle cronache americane, si è infatti appena conquistato la fama di uomo più cattivo d’America. Sul social network gli scambi di insulti non sono mancati. È stato chiamato «canaglia», «sociopatico in bancarotta morale», «mostro» e «sei tutto ciò che non va con il capitalismo». Ma chi è sto simpaticone? Trentaduenne ragazzo prodigio della finanza, ex manager di hedge fund e amante della musica rap, Shkreli è ora a capo della Turing, casa farmaceutica che di recente ha acquistato i diritti di distribuzione del Daraprim, serve per curare la toxoplasmosi, malattia infettiva comune nelle persone affette da HIV, da malati di cancro e da chi soffre di gravi stati immunodepressivi. Come un perfetto "Joker" di Batman, il genio in una notte ha alzato il prezzo di 55 volte: da 13,50 a 750 dollari. Secondo l’Infectious Diseases Society of America è un «aumento ingiustificabile». E quando i giornalisti gli hanno chiesto spiegazioni via Twitter, le risposte sono state sempre volgari.

Ovviamente non è la prima casa farmaceutica ad aver compiuto una mossa simile: speculare sul prezzo dei farmaci di nicchia è, purtroppo, una pratica comune. Ma non era mai successo che chi ha preso questa decisione impopolare rispondesse in modo così irrispettoso. «Dal Daraprim noi dobbiamo fare profitti» ha dichiarato alla tv finanziaria Cnbc. Shkreli ha continuato ad alzare i toni, ha citato il messaggio del suo co-fondatore: «Oggi su Twitter sono tutti esperti farmaceutici», non dimostrando alcuna sensibilità. Per la testata d’informazione finanziaria The Street è il peggior amministratore delegato dell’industria biotech, interessato più ai social network che alla ricerca. E la reputazione è importante anche per chi vuole fare solo profitti. Il comportamento pubblico così scorretto ha infatti trascinato in basso le azioni di tutta l'industria farmaceutica. E così il 23 settembre Shkreli ha deciso di riportare il Daraprim a un prezzo accettabile.

Su una precedente versione del suo profilo Wikipedia si legge: «Markin Shkreli (1° aprile 1983) è un sociopatico specializzato in cure sanitarie». Il capo della Turing ha un account sul sito per incontri OkCupid, dove si descrive come «Intelligente, bellissimo e con tante altre buone qualità. Sono infinitamente divertente. Do sollievo comico e artistico, tutto in un’unica conveniente soluzione. Che affare!». E ancora: «Dedico molto tempo alle sofferenze del genere umano». Ora questo profilo è stato bloccato (ma è disponibile un backup qui), così come il suo account Twitter, che ora è protetto e tutti i messaggi sono stati offuscati. Ma anche prima dell’aumento di prezzo spropositato del Daraprim, Shkreli non sembra mai esser stato una persona popolare. Da amante del gioco di ruolo online League of legends, ha provato a entrare nella squadra che desiderava, ma è stato rifiutato anche dopo un'offerta da 1,2 milioni di dollari.

Shkreli non è un rampollo dell’alta società. Nato da una famiglia di immigrati albanesi e croati è cresciuto tra la classe operaia di Brooklyn, a New York. Ha dimostrato talento fin da ragazzo, quando ha saltato diverse classi fino ad arrivare alla laurea in Economia nel 2004. A 17 anni ha iniziato il suo primo stage presso Cramer Berkowitz & Co, il fondo speculativo gestito da Jim Cramer, volto televisivo molto noto negli Stati Uniti. Cramer è il conduttore di Mad Money, dove dà consigli agli investitori in modo irriverente (con urla e suoni campionati). Già allora la Sec, l'autorità di vigilanza della Borsa statunitense, aveva puntato gli occhi su di Shkreli con un indagine che si concluse con un nulla di fatto. A vent’anni ha deciso di mettersi in proprio e di avviare il suo hedge fund, Elea Capital Management. La società ha chiuso dopo un anno di vita in seguito a una causa da 2,3 milioni di dollari intentata dalla Lehman Brothers. Shkreli è stato fortunato, molto: la banca d'affari americana è fallita prima che arrivasse la sentenza. Nel 2008 guida un un nuovo fondo speculativo, Msmb Capital Management: è questo il suo trampolino di lancio per l’industria farmaceutica. Prima di diventare il capo della Turing, Shkreli ha fondato Retrophin nel 2011, una casa farmaceutica incentrata sulla cura di malattie rare. È stato estromesso dalla compagnia per uso improprio del denaro e alcune spericolate operazioni finanziarie in cui sono coinvolte il suo fondo d'investimenti, la Retrophin e la banca Merrill Lynch. Quest’estate la sua ex casa farmaceutica gli ha fatto causa e può esser costretto a risarcire più di 65 milioni di dollari. Ma Shkreli nega: «Hanno inventato questa storia assurda solo per portarmi via soldi».

La sua nuova creatura, Turing Pharmaceuticals, è stata avviata nel febbraio di quest’anno. Ancora una volta l’obiettivo sono le malattie gravi. «Vogliamo aiutare i pazienti per i quali non ci sono ancora cure efficaci», si legge sul sito ufficiale. Vende solo due farmaci, il Daraprim e il Vecamyl, usato per la cura dell’ipertensione. Shkreli ha acquistato ad agosto 2015 i diritti per la commercializzazione del farmaco che ha sollevato l'attenzione dei media e ha affermato che l’aumento del prezzo è giustificato dalla sua natura altamente settoriale: «Finora è stato come vendere una Aston Martin al prezzo di una bicicletta». Poi, dopo l'indignazione generale, alla quale si è accodata anche Hillary Clinton, il "Joker" ha deciso di recuperare uno straccio di dignità e, nell’ultima intervista sul network televisivo Abc ha dichiarato: «Abbiamo accettato di diminuire il prezzo del Daraprim per renderlo più abbordabile, ma in modo che ci consenta anche di far profitti, una piccola quantità di profitti. Pensiamo che questo sia un cambiamento sia ben accetto». Una storia a lieto fine, anche se il deve essere ancora comunicato nuovo prezzo “equo” del farmaco, e un precedente che getta ombre sempre più cupe sul diritto alla salute dell'umanità.




FONTE: Corriere.it
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23 settembre, 2015

Test Ingresso 2015, punteggi top a Pavia Torino e Napoli, medie basse per cultura generale

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Il 52% di respinti. Era stato giudicato duro il test di medicina dagli oltre cinquantamila studenti che lo hanno affrontato, e i risultati lo confermano: oltre la metà non potrà accedere a "Medicina o Odontoiatria" al di là dei posti disponibili. Il punteggio più alto dei test di ammissione ai corsi a numero programmato si è avuto a Torino e a Napoli alla Federico II. Tutti i risultati sono visibili sul portale www.accessoprogrammato.miur.it.

Un risultato che vede così tanti studenti con un punteggio inferiore ai 20 punti su 90 è il peggiore da tre anni a questa parte. Ma il test 2015 ha fatto invece registrare anche risultati migliori nella prima parte della graduatoria rispetto alla media degli anni precedenti. Bene chimica, fisica e biologia, ma male per quasi tutti le risposte di cultura generale
.
I candidati effettivi che lo scorso 8 settembre hanno sostenuto la prova sono stati 53.268 (60.639 le domande inoltrate). Gli idonei, quelli che hanno totalizzato i 20 punti minimi necessari per concorrere alla graduatoria nazionale e alla distribuzione dei posti disponibili, sono 25.579.I posti a disposizione sono in totale 9.530 per Medicina e Chirurgia e 792 per Odontoiatria. I migliori risultati (pubblicati oggi in forma anonima, tra le proteste degli studenti che dovranno attendere i primi di ottobre - tra il 2 e il 7 - per sapere del loro futuro) si sono avuti in logica, seguita da biologia e matematica, mentre si è avuto un grosso scivolone su cultura generale. I candidati hanno dovuto rispondere a 60 quesiti in 100 minuti. Il punteggio medio nazionale registrato fra gli idonei è di 30,86. Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 33,74, a Pavia.

Il punteggio più alto, 80,90 (era stato di 80.50 nel 2014), è stato registrato sia all'Università degli Studi di Torino che presso la Federico II di Napoli. Seguono, con 80,5 punti, l'Università Sapienza di Roma e l'Università di Parma. La più alta percentuale di idonei (66%) a Padova. Seguono l'Università Milano-Bicocca (64%) e Verona (63%). I primi 100 'classificati' sono distribuiti in 27 atenei con una particolare concentrazione a Padova (18) e all'Università degli Studi di Milano (14).

FONTE: Repubblica.it
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06 settembre, 2015

Il progetto "PEDerPAN" e la gestione del diabete in età pediatrica

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Recentemente sui giornali è balzato all'onore delle cronache il termine "PEDerPAN", a causa della controversia che ha interessato il calciatore Arturo Vidal, ex Juventus, il quale ha lasciato il ritiro della propria nazionale per seguire la terapia a cui sarà sottoposto suo figlio, diabetico di tipo 1 dalla nascita. Ma di cosa si tratta esattamente?

Il progetto "PEDerPAN" (PEDiatric evolution research PANcreas) è un nuovo protocollo sperimentale di simulazione di pancreas artificiale per la cura del diabete in età pediatrica, coordinato dalla Dr.ssa Daniela Bruttomesso e con il Team del Prof Claudio Cobelli di Padova. Tale progetto si basa su microinfusore e sensori. I primi bambini indosseranno un microinfusore collegato ad un sensore della glicemia che userà un algoritmo che sarà provato per la prima volta al mondo in età pediatrica. L'obiettivo è riuscire a ricreare le condizioni che permettano l'attuazione di correzioni "automatiche" di eventuali iperglicemie, in assenza di rischi relativi ad una somministrazione eccessiva di insulina (le ipoglicemie, che in età pediatrica possono avere conseguenze ancora più gravi che in età adulta), e permettendo cosi un controllo più accurato dei livelli glicemici proprio come farebbe un pancraes fisiologico cioè "normale". La possibilità di correzioni automatiche in bimbi di età molto piccola è importantissima sia per l'impossibilità di gestione "autonoma" della terapia, sia per una migliore possibilità di controllo attuato dai genitori. Se lo studio pilota avrà successo, a settembre 40 bambini potranno provarlo in un campo scuola. I bambini arriveranno da Torino (ospedale Infantile Regina Margherita), Milano (ospedale San Raffaele), Roma (ospedale Bambin Gesù), Verona (Università) e Napoli (Centro G.Stoppoloni - Seconda Università degli Studi di Napoli).

Bisogna sottolineare che il protocollo è ancora "sperimentale" e che l'accesso è a numero limitato, ma l'eventuale possibilità di successo nella prima fase consentirà in breve tempo di poter potenzialmente estendere l'applicazione di tale tipo di terapia ad un numero sempre maggiore di pazienti, aprendo una strada nella evoluzione tecnologica anti diabete, al servizio della lotta contro i dismetabolismi cronici.

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03 settembre, 2015

L'Ucraina in guerra contro i vaccini: torna la poliomielite con due nuovi casi

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La poliomielite ricompare in Europa. Dopo 5 anni dagli ultimi casi, registrati nel 2010 in Russia dove 14 persone furono colpite dalla malattia trasmessa da un ceppo virale importato dal Tajikistan, ora in Ucraina l’infezione ha causato la paralisi di 2 bambini di 4 anni e 10 mesi. Ma secondo gli esperti potrebbero esserci molti altre persone portatrici della patologia, pur non riportando sintomi.

Entrambi i bimbi risiedono nell’area sud-occidentale dell’Ucraina, vicino ai confini con Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia, in due villaggi a pochi chilometri di distanza. L’Organizzazione mondiale della sanità avverte che il rischio di diffusione del virus nel Paese è «alto» e che è necessario controllare rapidamente la nuova epidemia mentre, sempre secondo l’Oms, la minaccia del virus per i Paesi confinanti all’Ucraina (dove i livelli di immunizzazione sono più elevati grazie alla diffusione del vaccino) è bassa.

Il vaccino orale contiene un virus attivo molto debole ed è considerato sicuro ed efficace. I bambini che lo ricevono, però, lo espellono ed entro un periodo di 12 mesi il virus (in un caso su un milione stima l’Oms) può mutare, diventare più virulento e cominciare a causare i sintomi solo nei bambini non vaccinati. E in Ucraina solo la metà dei bambini è stata vaccinata contro la poliomielite e le altre malattie prevedibili.

Per il virus della poliomielite, che colpisce il sistema nervoso e può causare paralisi in poche ore, non esiste cura. Colpisce prevalentemente i bambini in zone con scarsa igiene. Una campagna globale ne ha ridotto ampiamente l’incidenza e quest’anno solo Pakistan e Afghanistan hanno registrato nuovi casi (ora si aggiunge l’Ucraina). La poliomielite prospera soprattutto nella stagione calda e il freddo inverno dell’Ucraina dovrebbe rallentare l’epidemia.

«I due casi di poliomielite in Ucraina nella zona Ovest del Paese non sono legati agli scontri contro la Russia che si stanno verificando nella zona orientale» spiega Hamid Jafari, responsabile della lotta contro la poliomielite all’Oms. «Piuttosto- spiega alNew York Times - molti genitori ucraini hanno scelto di non vaccinare i figli dopo il caso di uno studente che nel 2008 morì apparentemente di sepsi poco dopo il vaccino contro il morbillo, parotite e rosolia». Nonostante il ministero della Salute con altri organismi internazionali avessero tranquillizzato la popolazione spiegando che non c’era una correlazione tra il vaccino e il decesso e che si era trattato di una coincidenza si diffuse il panico (all’epoca un centinaio di studenti si presentarono in ospedale lamentando sintomi come mal di testa, febbre, mal di gola). A complicare ulteriormente la situazione fu la decisione del presidente dell’epoca, Viktor A. Yushchenko, di ordinare la sospensione di tutti i vaccini durante le indagini. Da allora un terzo dei genitori ucraini ha dichiarato ai sondaggisti di temere i vaccini e i tassi di vaccinazioni sono crollati. Le conseguenze però sono state drammatiche: dai 100 casi di morbillo registrati nel 2010 si è passati a 12.700 nel 2012. E ora si affaccia minacciosa anche la poliomielite. Del resto si sa che senza una copertura vaccinale adeguata malattie fino ad oggi debellate grazie ai vaccini possono tornare.

«E’ un ceppo pericoloso», spiega alla Bbc online Oliver Rosenbaum, portavoce dell’Iniziativa Oms per l’eradicazione della polio. «Ci sono due casi di paralisi, ma sicuramente non sono le uniche infezioni. Uno dei grandi pericoli di questa malattia sta proprio nel fatto che esistono molti casi asintomatici. Questa è una malattia che tende all’epidemia». L’Oms raccomanda che chiunque visiti la regione sia completamente vaccinato contro la poliomielite, e che tutti i residenti e chi soggiorna per più di un mese nella zona faccia una dose extra di vaccino antipolio.

FONTE: Corriere.it
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