“Stiamo lavorando perché nella legge di stabilità alla Camera vengano recuperati i 41 milioni per gli atenei”. Questo l’annuncio fatto in una intervista al Sole 24 Ore dal ministro Maria Chiara Carrozza che ha aggiunto come la “sfida più alta” per il suo ministero sarà poi quella di “riformare il sistema di finanziamento dell'università e soprattutto eliminare questo sistema cervellotico di distribuzione dei fondi a vantaggio di uno trasparente e semplice”.
Carrozza ha poi sottolineato la necessità di intervenire sulla “situazione drammatica che ho trovato in termini di risorse per università e ricerca”. Ad esempio, afferma il ministro, “parliamo di fondi strutturali. Noi ora dobbiamo definire i nostri Pon e non è pensabile che nei piani operativi nazionali non investiamo almeno 3 miliardi in ricerca”, ma “è molto importante che Stato e regioni convergano”.
L'Italia, aggiunge, ha trascurato per troppi anni la ricerca ma “intanto è una questione culturale e quindi da oggi intendo utilizzare tutti i possibili strumenti di comunicazione, come la televisione, per far capire a tutti gli italiani l'importanza dell'investimento in ricerca”. E per il 2014 il Ministro ha indicato la rotta: “Dovremo fare due cose molto importanti. La prima è che sarà l'anno dell'empowerment dei ricercatori e quindi bisognerà concentrare tutte le risorse perché i ricercatori diventino indipendenti e in grado anche di partecipare ai progetti europei in modo più strutturato. Occorre aumentare il numero dei ricercatori e aumentare la dotazione di programmi di ricerca libera in Italia. La seconda cosa importante è parlare di accesso all'università, soprattutto a medicina, formazione dei medici e specializzazione”.
C'è poi il tema specializzazioni in medicina: “Ho trovato - sottolinea - una situazione catastrofica sia sui test di ammissione, che nel 2014 saranno ad aprile, sia sulla formazione e la specializzazione” visto che si fanno “test di accesso per 10mila studenti di medicina e borse di studio per 2.500 specializzandi. Sto provando a trovare risorse nel campo del Fondo sociale europeo per sostenere la spesa”.
FONTE: Quotidiano Sanità
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