Il premio Nobel per la Medicina è stato assegnato agli americani James Rothman, Randy Schekman e al tedesco Thomas Südhof, trapiantato da tempo negli Stati Uniti: i tre studiosi sono stati scelti per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto di molecole dentro le cellule, una «modalità di controllo estremamente precisa con cui le cellule organizzano il sistema di trasporto e distribuzione del proprio carico», si legge nella motivazione. Durante la cerimonia a Stoccolma, i tre scienziati hanno ricevuto il premio di 8 milioni di corone svedesi, pari a circa 900mila euro, che si suddivideranno. «Vincere il Nobel è eccitante, ma il momento in cui si fa una scoperta lo è di più - ha detto Rothman alla tv svedese -. È un’ebbrezza rarissima quella che prova uno scienziato quando scopre qualcosa di fondamentale e soprattutto di universalmente valido». E parlando del lavoro che gli è vaso il Nobel: «Non si tratta di una scoperta a cui siamo arrivati dall’oggi al domani. Gran parte di essa è stata raggiunta nel corso di molti anni, se non di decenni». Schekman ha avuto la notizia dalla moglie: «Sono saltato giù dal letto. Ho stretto mia moglie e continuavo a ripetere “Oh mio Dio, oh mio Dio”».
Quello del trasporto cellulare è un meccanismo delicatissimo da cui dipendono funzioni fondamentali, come l’attivazione delle fibre nervose o il ruolo degli ormoni nel metabolismo. Come in un grande porto o in una stazione, dove confluiscono continuamente mezzi carichi di merci, nelle cellule c’è un continuo viavai di molecole (ormoni, neurotrasmettitori, citochine, enzimi): tutte queste sostanze devono essere smistate verso la destinazione corretta all’interno della cellula o trasportate al di fuori delle cellule. E ogni passaggio deve avvenire al momento giusto. I cargo addetti al trasporto sono minuscole “bolle”, vescicole circondate da membrane che trasportano le molecole da un organello all’altro delle cellule o che fondono la loro membrana con quella della membrana esterna della cellula per trasportare le molecole all’esterno delle cellule stesse.
James E. Rothman, 63 anni, si è laureato ad Harvard nel 1976 ed è professore di Scienze Biomediche dell’Università di Yale e presidente del Dipartimento di Biologia Cellulare della stessa università. Ha cominciato a studiare le vescicole che trasportano le molecole nelle cellule dalla fine degli anni ‘70. Ha ricevuto il premio Louisa Gross Horwitz presso la Columbia University e il premio Lasker Albert per la ricerca medica di base. Rothman ha iniziato la sua carriera presso il Dipartimento di Biochimica dell’Università di Stanford nel 1978. È stato alla Princeton University dal 1988 al 1991, per poi fondare il Dipartimento di Biochimica e Biofisica Cellulare al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, di cui è stato vicepresidente. È membro della National Academy of Sciences.
Randy Wayne Schekman, 65 anni, è un biologo cellulare presso l’Università di Berkeley in California, ex caporedattore della prestigiosa rivista Proceedings of National Academy of Sciences. Ha studiato nell’Università della California a Los Angeles, dove si è laureato con il Nobel Arthur Kornberg. I suoi studi di laboratorio si sono concentrati sul processo di assemblaggio della membrana e del traffico vescicolare nelle cellule eucariote. Nel 2002 ha ricevuto il premio Albert Lasker per la ricerca medica di base e il Louisa Gross Horwitz Prize della Columbia University insieme a James Rothman proprio per la loro scoperta del «traffico» della membrana cellulare, processo che le cellule usano per organizzare le loro attività e comunicare con l’ambiente. Nel 2013 è stato eletto membro straniero della Royal Society ed è socio dell’Accademia dei Lincei.
Thomas C. Südhof, 58 anni, è un biochimico noto per i sui studi sulla trasmissione sinaptica. Ha studiato Neurochimica nell’Università Georg-August, in Germania. Si è trasferito negli Stati Uniti nel 1983 e in particolare nell’Università del Texas, dove ha lavorato con i Nobel Michael Brown e Joseph Goldstein, premiati entrambi per la Medicina nel 1985. Nel 2008 si è trasferito alla Stanford University dove insegna Fisiologia Cellulare e Molecolare, Psichiatria e Neurologia.
È d’accordo sulla tripla assegnazione del premio Edoardo Boncinelli, genetista all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, secondo cui gli studi dei tre Nobel «rappresentano le fondamenta per chiarire i meccanismi cruciali nel funzionamento delle cellule e per contrastare un gran numero di patologie, come la fibrosi cistica e molte malattie del sistema nervoso». Boncinelli paragona l’importanza delle scoperte dei tre scienziati ai semafori in città: sono cioè fondamentali. Giuseppe Novelli, genetista e neo rettore dell’Università Tor Vergata di Roma, sottolinea che «è sulla base degli studi condotti da Schekman, Südhof e Rothman che oggi si poggiano le ricerche su alcune patologie come l’Alzheimer e il Parkinson, ma anche le ricerche che spiegano come nascono le emozioni». Silvio Garattini, direttore dell’Irccs di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, sottolinea che il meccanismo di trasporto delle cellule è «fondamentale anche per capire il meccanismo d’azione di molti farmaci, e per scoprirne e svilupparne di nuovi, perché le vescicole-navicella possono anche diventare bersagli per lo sviluppo di nuove medicine». Per Clara Balsano direttore dell’Istituto di Biologia e Patologia molecolari del Cnr, la scoperta dei tre Nobel è «tra le più significative degli ultimi anni e ci permetterà di fare grossi progressi, non solo per curare patologie come l’Alzheimer, la schizofrenia, l’autismo, ma anche per contrastare le patologie che più affliggono i nostri tempi, ovvero le degenerazioni tumorali».
FONTE: Corriere Salute
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