Robert Edwards, pioniere della fecondazione in vitro e Premio Nobel per la medicina, è morto all'età di 87 anni. Lo ha reso noto l'Università di Cambridge, presso la quale aveva lavorato. Edwars "si è spento nel sonno, dopo una lunga malattia", si legge nel comunicato dell'ateneo.
Era il 1968 quando Edwards, medico inglese e ricercatore dell'università di Cambridge, riuscì per la prima volta a fecondare un ovulo umano al di fuori del corpo di una donna, unendolo a uno spermatozoo in provetta. Ci vollero però ancora 10 anni da quel giorno per far nascere, grazie ai suoi studi, una bambina, Louise Brown, che il 14 luglio del 2013 ha compiuto 35 anni.
Dopo la nascita del primo bebè in provetta più di 4 milioni di bambini sono stati concepiti in questo modo nel mondo. Le ricerche di Edwards e del ginecologo Patrick Steptoe, morto nel 1988, scatenarono all'epoca polemiche fra le chiese cristiane e i medici convinti che la fecondazione artificiale non avrebbe mai funzionato. Ma Edwards portò avanti quel progetto che all'epoca sembrava folle. "Avere un bambino è una delle gioie più grandi che si possa dare a una coppia", amava ricordare difendendo i suoi studi.
Nato a Manchester il 27 settembre 1925, Edwards si laureò in Biologia e per lungo tempo si dedicò allo studio della fecondazione e della diagnosi preimpianto. Fin dagli anni '50 ha considerato la fecondazione artificiale come una strada possibile per combattere la sterilità. Nel 1965 entrò a far parte della Società eugenetica britannica e solo tre anni dopo iniziò a collaborare con il ginecologo Steptoe. Un incontro importante per Edwars che collaborando con Steptoe riuscì a realizzare il suo sogno: far nascere un bimbo in provetta.
Importanti anche i suoi studi per la diagnosi preimpianto. Per difendere la diffusione di questa tecnica e la sua utilità fece anche un discorso di fronte al parlamento inglese. "Quando la gente dice che la diagnosi preimpianto è costosa, dico sempre: qual è il prezzo di un bambino disabile che nasce? Qual è il costo che ognuno deve sopportare? E' un prezzo terribile per tutti, e il costo economico è immenso. Per una diagnosi preimpianto, a confronto, servono davvero pochi soldi".
Per anni Edwars difese con coraggio le sue tesi, nonostante resistenze e scetticismi rispetto al suo programma di ricerca. Questo lo portò a completare con successo le proprie sperimentazioni facendo venire alla luce la prima bambina in provetta.
FONTE: Repubblica.it
AUTRICE: Valeria Pini
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