Dopo due ore, gli oltre 9mila aspiranti medici negli atenei della capitale sono usciti dalle aule. Ancora frastornati e agitati ma con la speranza di aver risposto correttamente alle domande dei test d'ammissioni alla facoltà di Medicina, quest'anno scanditi da varie proteste. C'è chi si confronta con gli altri compagni, chi preferisce tornare a casa. Ma su un argomento sono tutti d'accordo: "Gli argomenti di biologia erano troppo difficili" ripetono in coro gli studenti. Più semplici invece quelle di cultura generale.
Ecco qualche domanda: "Quando è stato costruito il muro di Berlino?", "Ordinare dal più antico al più recenti i primi Nobel italiani", da Fo a Pirandello, "Quali sono le vaccinazioni non più obbligatorie?", "Se si tirano i dadi cinque volte, quante probabilità che escano numeri pari?", "Quale tra questi stati era indipendente negli anni Ottanta?". Non è mancato il "tormentone" spread arrivato anche nei test universitari. I ragazzi in uscita a Roma dalle prove di Medicina hanno raccontato infatti che in una delle domande si chiedeva cosa fosse. C'era anche un quesito sul calcolo dell'Imu, la nuova tassa sugli immobili. E tra le domande di cultura generale rientravano anche Pascoli e Carducci. E ancora si chiedevano il contrario di "etereo", il sinonimo di "fallace" o il calcolo dell'anno di nascita di due persone nate entrambe di martedì ma una l'8 febbraio e l'altra l'8 marzo. Mani nei capelli e attacchi di panico che hanno fatto perdere a tanti candidati minuti preziosi per rispondere ad altri quesiti: il ciclo di Krebs, il corpo di Barr, il sistema linfatico, la celiachia, il quadrato perfetto, l'area di un triangolo. Questo ricordano i giovani appena usciti dalle aule trafelati.
In fisica, hanno detto i ragazzi, "erano previsti molti calcoli". C'è chi ha trovato "difficile" la domanda sull'Imu, come Greta e Sofia, amiche e al secondo tentativo a Medicina. "Il compito non era difficilissimo, ma con fisica ho avuto qualche difficoltà", ha spiegato invece Urbano all'uscita dal test della Sapienza. Fisica e chimica hanno messo in difficoltà i ragazzi. Ma la materia che ha dato più filo da torcere ai candidati è stata biologia "sicuramente più difficile dello scorso anno".
Così dopo le polemiche dei giorni passati, sollevate dal primario professor Remuzzi, sulla scarsa valenza di alcuni quesiti nelle prove simulate presenti sui siti ministeriali, sembra che oggi il test fosse del tutto alla portata della preparazione degli studenti. O almeno è quanto emerge dalle interviste a caldo realizzate dal portale Skuola.net fuori dai cancelli dell'ateneo romano. Gli 11 quesiti di chimica sono stati giudicati tra i più difficili tra gli 80 proposti, mentre sono state considerate fattibili le 40 domande di logica e cultura generale. Gli studenti non hanno rilevato alcuna domanda bizzarra o particolare.
Il Codacons lancia un appello a Mario Monti e al ministro Francesco Profumo perché eliminino i test di ammissione e rendano libero l'accesso all'università. "Se, infatti, la Corte Costituzionale - spiega Francesco Tanasi, segretario nazionale dell'associazione - definisse incostituzionale il numero chiuso, cosa probabile essendo lesivo del diritto allo studio e del libero accesso alle professioni, garantiti dalla Carta Costituzionale agli articoli 3, 33 e 34 e dalle direttive comunitarie, scatterebbe una maxi class action per i non ammessi". Per questo il Codacons ha già provveduto a diffidare il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca chiedendo l'eliminazione dei test di ammissione. "Il numero chiuso all'università - afferma Tanasi - è assurdo e antistorico. Peraltro i test di ammissione, con domande magari di cultura generale, non selezionano certo quelli che saranno, ad esempio, i medici migliori. Non si capisce, poi, perché qualche ora di test dovrebbe valere più del voto conseguito alla maturità, dopo un percorso durato ben 5 anni di studio. Per migliorare la qualità della nostra sanità la selezione andrebbe fatta durante gli anni universitari, attraverso esami più selettivi e non certo con un test di un centinaio di domande da risolvere in qualche ora. Inoltre è ormai accertato - conclude Tanasi - che non vi è un esubero di medici in Italia. Per questo vi sono assessori regionali alla sanità che hanno già chiesto l'eliminazione del numero chiuso".
Autrice: Viola Giannoli
Fonte: Repubblica.it
N.B: nota dell'autore del blog, in risposta alla nota del Codacons sul fatto che non vi siano esuberi di medici in Italia: sebbene nei prossimi anni andranno in pensione (riforme permettendo) un volume di medici particolarmente elevato e che potrebbe far teorizzare l'idea di una carenza negli organici soprattutto del settore pubblico, in realtà tutti sanno con certezza che lo Stato ridurrà i costi di finanziamento dei posti disponibili in ambito pubblico e privato (infatti a causa della crisi il settore "pubblico" andrà lentamente alla distruzione in favore di una sanità privata all'americana, cosi come sta accadendo attualmente in Grecia), ridimensionando cosi ferocemente il fabbisogno. Inoltre, la futura forte emigrazione dai paesi in crisi economica (come, appunto, la Grecia, ma anche la Spagna dove la disoccupazione nel settore è al 50%) sta portando ad un aumento dell'organico "straniero" soprattutto nel settore privato, inibendo in tal modo il concetto espresso dal Codacons.
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